Trend negativo per l’export di marmi e graniti italiani

Le statistiche dei primi nove mesi del 2009, elaborate dall’Internazionale Marmi e Macchine Carrara, segnano contrazioni su tutti i mercati. Il distretto toscano regge grazie all’export di marmi bianchi.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 gennaio 2010 16:19
Trend negativo per l’export di marmi e graniti italiani

Nei primi nove mesi del 2009 l’Italia ha esportato due milioni e quarantuno mila tonnellate di marmi e graniti, pietre e travertini, grezzi e lavorati, per un valore di un miliardo e tredici milioni di euro, facendo segnare una contrazione di -14,5% in quantità e -21,3% nei valori rispetto allo stesso periodo del 2008. Lo rende noto l’Internazionale Marmi e Macchine Carrara che ha elaborato le statistiche Istat confrontandole con il suo archivio storico. “Si tratta di dati ancora parziali in attesa del bilancio di fine anno – commenta Giorgio Bianchini, presidente di IMM – e, pur essendo poco confortanti, perché il calo dell’export di settore continua soprattutto a livello nazionale, rileviamo che non siamo più di fronte ad una caduta verticale ma riscontriamo una stabilizzazione con tendenza ad un leggero recupero perché il calo assoluto in percentuale è inferiore rispetto al periodo gennaio giugno 2009.

Una situazione “fluida” che sembra essere uno stimolo per le aziende del settore a partecipare alla prossima CarraraMarmotec che si terrà dal 19 al 22 maggio e per la quale stiamo registrando importanti presenze proprio in vista di una inversione di tendenza dei mercati internazionali attesa da tutti”. Le prospettive incerte e il calo di ordini generalizzato influiscono in maniera pesante sugli approvvigionamenti dei grezzi, tanto che le statistiche relative all’import di settore (sempre per il periodo gennaio settembre 2009) confermano l’ingresso di un milione e 232mila tonnellate per un valore di 275milioni di euro con un calo del -31,8% in quantità e – 29,7% in valore (vedi tavola allegata). I dettagli relativi ai flussi dell’export presentano un molto calo accentuato nel Nord America dove, confrontando l’export del 2006, si rileva un calo superiore al 60% in valori correnti anche se oggi il cambio dell’euro, rispetto al dollaro, è molto favorevole.

Se però si guardano i volumi la valutazione è addirittura peggiore. Un calo si registra anche per l’Unione Europea ma in misura assai inferiore al Nord America, con la Germania, “cliente storico” che si ferma a -17,2% sui valori. In frenata anche l’export verso la Federazione Russa che aveva mantenuto un trend interessante, mentre consola la crescita, seppure su quantità modeste, per i Paesi minori dell’areale caucasico. Non mancano le aree positive per l’export come l’Africa settentrionale, positiva sia in volumi che in valori, e l’Estremo Oriente, ma anche la Cina che importa grezzi e semilavorati particolarmente in marmo, e anche prodotti lavorati, sia marmi sia graniti.

I numeri di questo segmento sono modesti se posti in relazione alle dimensioni potenziali del mercato. L’India, invece, arretra sui volumi ma avanza modestamente sui valori mentre il Medio Oriente è positivo sui valori e leggermente negativo sui volumi, soprattutto di granito lavorato, ma nel complesso tiene abbastanza, con l’Arabia Saudita, con il Qatar e con l’insieme degli Emirati. Al proposito è bene ricordare che i dati sono relativi a settembre e la crisi Dubai era già nota, almeno tra gli addetti ai lavori, anche se non era esplosa formalmente.

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