Forte contrazione dell’export italiano di marmi e graniti

Nei primi quattro mesi del 2009 calano tutte le voci: particolarmente negativa quella dei graniti lavorati. Scende anche l’import per la diminuzione delle commesse soprattutto dal nordamerica.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 luglio 2009 11:51
Forte contrazione dell’export italiano di marmi e graniti

Nei primi quattro mesi del 2009 l’Italia ha esportato 1 milione e 48 mila tonnellate di lapidei (grezzi e lavorati), granulati inclusi, per un valore di 427 milioni e 475 mila euro, con un saldo negativo sullo stesso periodo del 2008 di -21,3% sulle quantità e di -23,6% sui valori. Lo rende noto l’Internazionale Marmi e Macchine Carrara che continua la periodica raccolta, elaborazione e confronto dei dati relativi all’andamento della produzione e dei mercati del lapideo, sottolineando come sia ormai evidente che i timori espressi mesi or sono per un 2009 difficile e negativo, almeno nella prima metà, erano fondati.

I numeri, infatti, mettono in evidenza che, rispetto allo stesso periodo del 2008, la contrazione dei fatturati italiani all’export è stata tra le peggiori registrate nella storia recente del settore, e che la crisi dei mercati e dei consumi si è verificata pesantemente. Pur considerando che quattro mesi sono un periodo relativamente breve, e dunque mantenendo le necessarie riserve sul resto dell’anno per procedere ad interpretazioni approfondite, le cifre mettono in evidenza con chiarezza le contrazioni che riguardano tutte le voci anche se con cifre assolute e percentuali diverse. Per i materiali che rivestono maggiore importanza, come i graniti, si conferma il trend e, anche se si alleggeriscono le percentuali negative, rimangono comunque tutti decisamente in "zona rossa", dunque negativi.

A livello nazionale, sono soprattutto i lavorati, e fra questi i graniti, a registrare i cali maggiori con un -34,21% nelle quantità e -33,51% nei valori (vedi tavole allegate). I lavorati di marmo e travertino con -26,19% nelle quantità esportate e -18,99% nei valori, reggono meglio sui valori medi per tonnellata, anche se si tratta di differenze abbastanza marginali. Da segnalare che la voce "export" di marmi lavorati "vale" oltre 197 milioni di euro mentre quella dei graniti assomma a 138 milioni e 760 mila euro: le due, nello stesso periodo del 2008, erano rispettivamente di 243 milioni di euro per i marmi lavorati e di 208 milioni per i graniti. Meritano alcune riflessioni anche alcuni dati come quello dei mercati verso i quali si rivolge l’export, e l’andamento dei due maggiori comprensori produttivi: quello toscano e quello veneto. Sui mercati l’andamento più negativo è quello nordamericano, con un calo degli Usa che, se lo consideriamo partendo dal 2007, presenta una contrazione dei volumi delle importazioni pari ai due terzi mentre sui valori supera il -54%.

In quest’area, in particolare, l’export dei graniti lavorati ha avuto un calo concentrato soprattutto nell’ultimo anno mentre è meno pesante, ma comunque negativo, sia in volumi sia in valori, l’import di marmi. Scende anche l’export nazionale verso l’Unione Europea (segno meno per le importazioni di tutti i maggiori partner), che sulle voci più importanti perde più del 28% dei valori, e verso l’Europa non comunitaria, -15,5% (scendono Svizzera, Russia e Croazia). Tengono abbastanza, invece, Africa (del Nord) e Medio Oriente (bene Emirati, contraddittoria l’Arabia Saudita, negativo il Kuwait), anche se sui volumi si avverte qualche calo. In calo, per volumi e valori, l’Estremo Oriente, con l’India (dove reggono solo per valore i marmi lavorati) che già mostra incertezze mentre la Cina "paga" di più i materiali italiani ma resta sempre su quote contenute.

Risente del clima generale anche l’import nazionale che non mostra segnali di inversione di tendenza. Per i due distretti maggiori italiani sono disponibili solo i dati relativi solo al primo trimestre e dunque, per la brevità del periodo sono meno attendibili; emerge tuttavia un dato che si era prospettato già nel 2008: il distretto toscano risente della negatività dei mercati esterni un po' meno di quello veneto, dove la maggiore incidenza del granito, unita alla specializzazione nella trasformazione di materiale non "proprio", accentua le difficoltà di export.

La brevità del periodo non consente molte valutazioni se non la presa d’atto di un trend negativo mentre sarà possibile definire un quadro più puntale con i dati a tutto il primo semestre.

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