Agrivoltaico: multifunzionalità agricola e tutela del paesaggio

Venerdì il convegno di Legambiente Toscana a Rispescia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 luglio 2023 17:28
Agrivoltaico: multifunzionalità agricola e tutela del paesaggio

La convivenza tra fotovoltaico, colture e pascolo deve divenire realtà in tutto il Paese. Per raggiungere gli obiettivi del fotovoltaico al 2030 e centrare i target di decarbonizzazione, si dovrà intervenire su 50-70 mila ettari di terreni agricoli.

L’agrivoltaico è la strada per produrre energia pulita grazie a impianti che permettono un’agricoltura estensiva senza deturpare il paesaggio. In Italia stiamo assistendo, però, a un grande paradosso. Le leggi vigenti vietano gli incentivi alla produzione di elettricità per i nuovi impianti fotovoltaici a terra in suoli agricoli ma la realizzazione di questi impianti senza incentivi è possibile.

Di fatto, si limitano le possibilità per piccoli operatori e aziende agricole, a vantaggio dell’impiantistica di grandi dimensioni, delle grandi utility energetiche e dei fondi di investimento internazionali. Occorre pertanto definire un percorso normativo che consenta la realizzazione degli impianti attraverso regole capaci di evitare gli errori del passato e l’agrivoltaico, realizzato sui pilastri (tracker) per inseguire il sole o sospesi sui tubolari, va proprio in questa direzione.

Legambiente ne ha parlato venerdì mattina nell’ambito del convegno “Agrivoltaico, multifunzionalità agricola, tutela del paesaggio: una convivenza possibile” tenutosi a Rispescia (Gr), presso il Polo per l’agroecologia di Legambiente, a cui hanno partecipato: Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente; Angelo Gentili, responsabile agricoltura Legambiente; Stefania Saccardi, assessora all’agricoltura Regione Toscana; Monia Monni, assessora ambiente Regione Toscana; Leonardo Marras, assessore turismo e attività produttive Regione Toscana; Francesco Limatola, presidente Provincia di Grosseto; Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto; Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana e responsabile paesaggio Legambiente; Angelo Frascarelli, Università di Perugia; Alessandra Scognamiglio, coordinatrice Task force agrivoltaico sostenibile Enea e presidente Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile; Franco Miglietta, dirigente di ricerca Cnr; Carlo Carcasci, dipartimento di ingegneria industriale, sistemi per l’energia e l’ambiente Università di Firenze; Stefano Amaducci, dipartimento di produzioni vegetali sostenibili Università Cattolica del Sacro Cuore; Marco Giampreti, area manager Italia Renantis srl; Antonio Lancellotta, amministratore La Greenhouse; Fedele Manolo Fiorino, Edp Renewable; Giulio Borgia, azienda Le Rogaie.

Un’occasione di incontro e confronto finalizzata a divulgare conoscenza e consapevolezza sul tema dell’agrivoltaico, un’innovazione tecnologica conveniente per l’ottimizzazione degli spazi, benefica per la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, capace di assicurare reddito aggiuntivo per gli agricoltori e necessaria per fare fronte alla crisi energetica. Le sperimentazioni fatte finora dimostrano che per alcune specie non vi è alcun impatto, mentre per altre può esserci un incremento di produzione.

Si è studiato, infatti, come l’ambiente sotto i pannelli sia più fresco d’estate riducendo i tassi di evaporazione nella stagione calda e provocando meno stress alle piante. Una cosa è certa: il raggiungimento degli obiettivi climatici passerà dalla quantità di impianti a fonti rinnovabili che riusciremo a installare nei territori. Il maggior contributo deve arrivare proprio da solare e eolico, con tassi di installazione 4 volte superiori a quelli del 2022. Molti studi dimostrano come tetti, coperture e superfici marginali non siano assolutamente sufficienti al raggiungimento degli obiettivi europei al 2030 per la lotta alla crisi climatica.

Per questo sarà necessario utilizzare anche altre superfici, come quelle agricole, coniugando il lavoro agricolo con quello energetico. Per consentirne lo sviluppo è urgente, però, colmare il vuoto legislativo esistente, definendo linee guida e scongiurando variabili di sorta. Nell’ambito dell’incontro, l’associazione ambientalista ha sollecitato il governo ad approvare al più presto norme adeguate e uniformi, che permettano una realizzazione degli impianti corretta e trasparente e prevengano approcci speculativi che potrebbero mettere a rischio la continuità dell’attività agricola.

Contestualmente, sono state sollecitate le Regioni, a partire dalla Toscana, in cui ha sede il Polo nazionale per l’agroecologia di Legambiente, ad avviare percorsi volti alla realizzazione di modelli replicabili, favorendo la realizzazione di progetti ad alto valore tecnologico, attenti agli aspetti legati sia all’attività agricola che alla tutela del paesaggio.

“Sugli impianti fotovoltaici in agricoltura – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente - si sta facendo una grande confusione. Grazie ai pannelli fotovoltaici in altezza è possibile conciliare agricoltura e produzione di elettricità dal sole: con l’agrivoltaico, infatti, la resa agricola è garantita e l’energia viene prodotta senza consumo di suolo ed emissioni inquinanti in atmosfera. Rallentare la rivoluzione energetica alimenterà la crisi climatica che sarà la principale causa della permanente devastazione paesaggistica del nostro Paese. Questo deve essere chiaro anche a chi si preoccupa dell'impatto paesaggistico degli auspicabili progetti di agrivoltaico”.

“Attorno all'approvvigionamento di fonti fossili – ha spiegato Monia Monni, assessora ambiente Regione Toscana - si generano conflitti. Il modello di sviluppo fondato sul loro utilizzo è causa della crisi climatica e alimenta le diseguaglianze. Legambiente sta sostenendo posizioni giuste e coraggiose per abbattere i pregiudizi che spesso nascono dalla scarsa conoscenza. C'è un equilibrio, che possiamo e dobbiamo trovare, tra necessità di raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica, la tutela del paesaggio che passa anche dal contrasto ai cambiamenti climatici e contenimento delle spinte speculative che possono far diventare le rinnovabili un concorrente dell'agricoltura. Questo equilibrio è possibile, ma necessita di strumenti che il Governo deve metterci a disposizione lasciando a Regioni e territori la facoltà di governare questa straordinaria trasformazione.”

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