Ricoverato al Cto fiorentino Mohammad l'afghano mutilato al volto

Il contadino afghano mutilato dai talebani al naso e alle orecchie perché ad agosto si stava recando a votare alle elezioni presidenziali del suo paese, è arrivato stamattina all'ospedale di Careggi.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 ottobre 2009 20:23
Ricoverato al Cto fiorentino Mohammad l'afghano mutilato al volto

Lhai Mohammad, il contadino afghano mutilato dai talebani al naso e alle orecchie perché ad agosto si stava recando a votare alle elezioni presidenziali del suo paese, è arrivato stamattina all'ospedale di Careggi, dopo essere stato trasferito nella notte in aereo da Kabul a Roma accompagnato dallo zio. “Ci eravamo impegnati ad ospitare Mohammad ed ora che la cosa è finalmente avvenuta siamo soddisfatti” commenta l'assessore alla cooperazione internazionale della Regione Toscana, Massimo Toschi.

“Naturalmente - aggiunge l'assessore - il nostro impegno per questo cittadino che ha pagato un prezzo così imponente per esercitare un diritto democratico non ci fa dimenticare il prezzo altrettanto imponente che il popolo afghano sta pagando per una guerra che non ha voluto e non ha cercato e da cui molti ora vorrebbero fuggire. Una guerra peraltro incerta nelle sue possibili conclusioni”. Il contadino afghano mutilato al volto è stato sottoposto stamani ai primi controlli nel reparto di chirurgia plastica ricostruttiva del Cto di Firenze.

Subito dopo è stato portato in un centro della Croce Rossa, dove ha potuto riposarsi. Nei prossimi giorni tornerà a Careggi per altri esami e dopo qualche altro giorno sarà probabilmente sottoposto al primo intervento. Interventi ricostruttivi come questo, spiegano all'ospedale, richiedono più di una fase operatoria. Utile, per i medici, sarebbe avere anche una foto precedente al trauma. “Ora inizia per lui il tempo delle cure e questo tempo deve essere da tutti rispettato” auspica Toschi.

“La vicenda di Mohammad ci deve far riflettere – prosegue l'assessore – e il nostro impegno per il rispetto dei diritti democratici e della vita delle persone ci deve spingere ad essere più esigenti nei confronti della politica per un futuro di questo paese che non sia fondato sulla guerra ma sulla pace e lo sviluppo”. “Le elezioni per cui Mohammad ha pagato questo prezzo così alto si sono svolte in modo non sempre ortodosso – ricorda Toschi -. Anche l'Unione europea ha parlato di brogli gravi.

E questo è inammissibile. Al tempo stesso le continue stragi di innocenti, dei cittadini afghani come dei nostri soldati, mostrano la fragilità di una strategia militare che non è in grado di produrre risultati. Ci sono responsabilità gravi della politica, che non può fondarsi sul fatto che i nostri soldati hanno la delega a morire per noi. Non si può scherzare sulla vita dei cittadini che scelgono la democrazia. Accogliere oggi Mohammad ha tutti questi significati”. di Walter Fortini Nell'immagine, tratta dall'album di David_Axe su Flickr, un mezzo militare australiano.

Un'immagine 'quotidiana' in Afghanistan.

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