TAV a Firenze: quando torna il Partito?

Realizzare, o meno, un tunnel di 9 chilometri sotto la città e nel mezzo una enorme stazione profonda 40 metri, il cantiere più grande e più lungo delle storia della città? La decisione verrà presa tutta dentro il Partito Democratico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 settembre 2009 22:02
TAV a Firenze: quando torna il Partito?

di Nicola Novelli Ultimamente i giornali scrivono ciò che da mesi si diceva solo nei corridoi della politica fiorentina. Il sindaco Matteo Renzi non ha ancora dichiarato ufficialmente di voler cambiare il progetto che prevede la stazione dell'Alta Velocità ferroviaria sotto gli ex Macelli, ma già si titola “TAV: Renzi contro Conti”, riferendosi all'Assessore ai trasporti della Regione, Riccardo Conti, che ha sì auspicato l'apertura di un nuovo tavolo sul nodo Tav, ma è notoriamente un paladino del progetto di sottoattraversamento della città.

Dunque ufficiosamente, ma pubblicamente l'Assessore Regionale “frena” e afferma che “Firenze ha un'esigenza di tunnel”, in riferimento alle recenti dichiarazioni del sindaco di Firenze, che preferirebbe fare a meno di un cantiere decennale che costerebbe almeno un miliardo di euro. I giornali ci vanno a nozze e gongolano di questa contrapposizione tutta interna al Partito Democratico. Non che dall'altra parte, nel PdL stiano meglio, con Giovanni Galli, leader dell'opposizione contrario e il Ministro Altero Matteoli favorevole al sottoattraversamento.

Ma per tradizione storica, il PD, essendo erede dei due grandi partiti di massa nazionali, farebbe immaginare una capacità di elaborazione, mediazione e sintesi, che in questo caso nessuno rammenta. Pare infatti che questa pesante decisione, realizzare, o meno, un tunnel di 9 chilometri sotto la città e nel mezzo una enorme stazione profonda 40 metri, il cantiere più grande e più lungo delle storia di questa città (dopo l'opera del Duomo, s'intende) possa essere lasciata in mano a un assessore regionale nominato e quasi al termine dell'incarico, oppure al neoeletto sindaco, vincitore delle primarie interne.

Intanto il partito va al congresso nazionale e rinnova le cariche e gli organismi locali. Sicché in città e dintorni sarà, nei prossimi mesi, un pullulare di assemblee di sezione e cittadine per eleggere segretari e consiglieri. E in queste assemblee di che si parlerà? Solo di nomine e poltrone? Oppure ci sarà pure spazio per i temi più importanti della gestione del territorio, come ad esempio il modo con cui far attraversare Firenze alla TAV? Perché non è poi così democratico che a decidere sia qualcuno, sia pur titolato, ma un po' solo e magari a fine mandato.

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