Distretto tessile: produzione ed export in ripresa dal 2010

La ricerca condotta dagli analisti della Banca Monte dei Paschi confronta l'evoluzione storica e le prospettive economiche dei principali distretti del settore con quelle del "Sistema Moda"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 agosto 2009 22:44
Distretto tessile: produzione ed export in ripresa dal 2010

Siena, 20 Agosto 2009- Ecco nel dettaglio i principali punti della ricerca di Banca Monte dei Paschi di Siena: Nell’ambito del generale ciclo negativo del manifatturiero italiano, peraltro condiviso anche dagli altri paesi industrializzati, il “Sistema Moda” mostra una tenuta relativamente migliore rispetto alla media settoriale. Focalizzando l’attenzione sulla macrofiliera del Tessile/Abbigliamento (T&A), la recente, marcata contrazione della domanda interna e internazionale si è innestata in un quadro già critico per l’inasprimento della competizione globale, penalizzando soprattutto le lavorazioni “a monte”: tra il 2005 e il 2008, l’incidenza sul totale del T&A del comparto Tessile in termini di produzione e esportazioni è calata di oltre 4 punti percentuali. La propensione all’export dei distretti aggregati come pure dell’intero comparto risulta in progressiva flessione negli ultimi anni, con un’intensità relativamente maggiore per il dato distrettuale aggregato; nel 2010 si attende una sostanziale stabilizzazione sui livelli previsti per l’anno in corso. I quattro distretti aggregati rappresentano il 16% circa della produzione dell’intero T&A e quasi il 18% dell’export complessivo, questo grazie ad una maggiore presenza sui mercati esteri. Nel confronto 2006-2010 tra i singoli distretti e il comparto T&A, si segnala la migliore performance complessiva del polo di Carpi; la ripresa dell’export nel 2010 dovrebbe essere relativamente più rapida per i distretti di Como e Biella. In analogia con le evidenze macro, anche l’analisi effettuata sui KPIs delle aziende leader dei distretti considerati mette in luce la maggiore “sofferenza” delle produzioni tessili rispetto a quelle dell’abbigliamento e confezioni e, tra le prime, quelle con un target di mercato prevalentemente orientato sui prodotti di qualità meno elevata.

In particolare, in termini di indici di bilancio, i top player di Carpi spiccano per la redditività gestionale (favorita anche da una produzione più concentrata sull’abbigliamento), Biella sconta nel maggior costo dell’indebitamento una fase di investimenti più accentuata, mentre Prato soffre ancora di una leva finanziaria troppo alta, dovuta ad un livello di dotazione patrimoniale inferiore rispetto agli altri distretti. Nelle province di riferimento dei distretti, e relativamente alle sole imprese del T&A, il tasso di turnover si è mantenuto negativo nel periodo 2005-2008 in tre casi su quattro; nei primi 7 mesi del 2009 l’aumento della CIG ordinaria e straordinaria su base tendenziale annua è stata pari, in termini di multipli, a poco meno di 2x a Prato, a quasi 3x a Modena e Biella e a circa 7x a Como. Sempre nelle province di riferimento dei distretti, l’andamento del credito ai settori produttivi è in rallentamento dalla seconda metà del 2008, con particolare riguardo alle piccole imprese ed alla branca di attività economica del “Tessile, Cuoio e Calzature, Abbigliamento”.

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