Ecomafia: nel 2009 il fatturato delle illegalità a livelli record in Toscana

Crescono le aggressioni al patrimonio culturale, il racket degli animali e le agromafie; aumentano le rotte dei traffici internazionali dei rifiuti e il "cemento illegale". Aumenta la capacità di contrasto delle Forze dell’ordine all’illegalità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 luglio 2009 14:14
Ecomafia: nel 2009 il fatturato delle illegalità a livelli record in Toscana

Firenze, 22 Luglio 2009- "C’è un’economia che non sembra subire i contraccolpi della crisi. Anzi, al contrario i fatturati aumentano dichiara Piero Baronti, Presidente di Legambiente Toscana - Nel 2008 il business dell’ecomafia riporta numeri davvero inquietanti e le stime sono da brividi.Trovare termini nuovi - continua Baronti - per definire nuovi profili di reato, aumentare la conoscenza e le informazioni significa far crescere l’attenzione attorno al problema, moltiplicare le situazioni d’ascolto e quindi garantirsi migliore efficacia nella difesa della convivenza civile, della buona economia, nell’affermazione dei diritti e della giustizia.

Questa la filosofia di Legambiente che, anche quest'anno, grazie all’azione delle Forze dell’ordine e della magistratura, denuncia il malaffare che specula sull'ambiente. Il 2008 è stata un’ottima annata per l’ecomafia Spa - conclude Baronti - la gestione “parallela” del ciclo dei rifiuti, quella del ciclo del cemento e il racket degli animali a cui si aggiungono quelli relativi alla cosiddetta archeomafia e zoomafia". Impressionanti i numeri della Toscana sfregiata dal malaffare nella foto puntuale del rapporto Ecomafia 2009 di Legambiente, che sono stati presentati oggi a Firenze nel corso di una conferenza stampa alla presenza dell'Assessore Regionale all'Energia e Ambiente Anna Rita Bramerini, del Presidente di Legambiente Toscana Piero Baronti, di Antonio Pergolizzi della Direzione Nazionale Legambiente, del Direttore Tecnico Arpat Roberto Gori, di Barbara Gualtieri Presidente del Movimento Difesa del Cittadino Firenze, del Tenente Mario Ferri Comandante dei Carabinieri del Noe di Firenze, del Ten.

Col. Luca De Paolis Comandante Reparto Operativo Aeronavale Guardia di Finanza, dell'Ispettore Capo Alessandro Quercioli della Polizia Provinciale Firenze, del Primo Dirigente Quinto Fontana del Corpo Forestale dello Stato- Comando Regionale Toscano. La nostra regione ha mantenuto il 7° posto tra i "cattivi", preceduta da Campania, Calabria, Sicilia Puglia, Lazio, e Sardegna con numeri da riguardo, 1462 infrazioni accertate con una percentuale sul totale di 5,7%, 1391 persone denunciate e 388 sequestri effettuati.

È questa, in estrema sintesi, la fotografia dell’ecocriminalità che emerge dai dati statistici forniti dalle Forze dell’ordine. "L’ecomafia si conferma essere un fenomeno che riguarda l’intero territorio nazionale - afferma Antonio Pergolizzi, Direzione Nazionale Legambiente - gli autori dei crimini peggiori contro l’ambiente non sono solamente le organizzazioni criminali di tipo mafioso, quanto piuttosto colletti bianchi, funzionari pubblici corrotti, imprenditori senza scrupoli. E i dati gli danno ragione, visto che in un momento di crisi economica gli eco mafiosi rafforzano le proprie entrate.

A fronte di un attacco indiscriminato alla salute dell’ambiente e dei cittadini non corrisponde una seria presa di posizione da parte del Governo prosegue Pergolizzi- dove la proposta di trasformare tutti i reati ambientali in delitti, inserendoli nel nostro codice penale langue da diverse legislature in Parlamento; a ciò si aggiunge il pericoloso disegno di legge Alfano che vorrebbe mettere una stretta alle intercettazioni telefoniche che, qualora venisse approvata così com’è in Senato, impedirebbe alle forze dell’ordine di utilizzarle nelle inchieste contro i trafficanti di rifiuti". "L'osservatorio ambientale di MDC Firenze - afferma Barbara Gualtieri, Presidente del Movimento Difesa del Cittadino - pone al centro l'interesse dei cittadini, e li invita ad usare questo spazio per esprimere le proprie idee e le proprie preoccupazioni, sopratutto quando il tema è l'ambiente con tutte le sue problematiche collegate al ciclo dei rifiuti, dell'acqua e dell'inquinamento". Settore dolente quello dei Rifiuti, con un giro di soldi sporchi accumulati avvelenando l’ambiente e i cittadini.

Toscana al settimo posto per quanto riguarada il traffico illecito di rifiuti con 237 infrazioni totali accertate con una percentuale sul totale di 6,1%, 324 persone denunciate e 102 sequestri effettuati. E la “montagna” del ciclo illegale continua a crescere, attirando vecchi e nuovi affaristi. Non mancano certo gli esempi in negativo. Il 15 maggio dello scorso anno la regione è stata protagonista di una prima operazione in cui è stato contestato il reato di cui all’articolo 260 del Codice dell’Ambiente che punisce i trafficanti di veleni.

I carabinieri del Noe di Firenze hanno perquisito gli uffici di una ditta di Castelfranco di Sotto (Pisa) operante nel settore del trattamento, stoccaggio e recupero di rifiuti pericolosi e hanno sequestrato un capannone in cui erano state ammassate circa 170 tonnellate di rifiuti speciali. A Massa una nuova operazione contro un’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Farmaci abbandonati in un garage, scarti industriali smaltiti illegalmente, aziende che stoccavano residui di lavorazioni in modo difforme rispetto a quanto stabilisce la legge, fatturazioni false, materiali spacciati per altri.

I capi di imputazione spesso si ripetono “attività di gestione rifiuti non autorizzata e attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti” e “atto falso e falsità ideologica in atto pubblico". Ma l'ecomafia trova il suo terreno fertile nel cosidetto "cemento mafioso", stabile e solida al sesto posto la Toscana con 498 infrazioni accertate con una percentuale sul totale del 6,6%, 714 denunce, 91 sequestri effettuati.Il cemento è il luogo ideale per riciclare i proventi dalle attività criminose e l’abusivismo non risparmia neppure le località di pregio.Tutti i documenti istituzionali sono concordi nel riconoscere nel ciclo illegale del cemento una delle principali entrate della criminalità organizzata dove i protagonisti sono quasi sempre dipendenti pubblici corrotti.

Una regione, la Toscana, che negli anni si è contraddistinta per i numerosi casi di vere e proprie lottizzazioni abusive, sul modello meridionale, e per i preoccupanti episodi di infiltrazione mafiosa nella gestione degli appalti pubblici, soprattutto quelli legati alle costruzioni. Anche in questo caso numerosi esempi, persino in posti meravigliosi come l’Argentario, in provincia di Grosseto, dove un maxi blitz coordinato della Squadra mobile di Grosseto ha scoperchiato una rete criminale perfettamente congegnata, composta da ricchi proprietari di immobili, imprenditori, funzionari e amministratori comunali, che ha permesso dal 2005 di perpetrare numerosi abusi edilizi in uno dei luoghi più belli della Toscana.

Appaltopoli anche in altre città come Pistoia, Livorno o come a Camaiore in Provincia di Lucca dove a fine giugno gli uomini della Forestale e del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza hanno dato il via all’inchiesta “Affari sporchi” per illeciti commessi in alcune opere pubbliche. A Firenze la magistratura ha messo sotto sequestro il tanto contestato multiplex di Novoli, 9 sale cinematografiche per 2.195 posti in costruzione nell'ex area fiat. Sono state rilevate irregolarità nella fase di costruzione della mega struttura. Un giro di soldi sporchi anche per il business delle zoomafie.

Per quanto riguarda il racket degli animali diminuiscono i combattimenti tra cani, mentre restano stabili le corse clandestine di cavalli, cresce il traffico di cuccioli di cani e la macellazione clandestina, le scommesse e il giro di sostanze dopanti, i bocconi avvelenati, il bracconaggio e la caccia di frodo. La Toscana che si posiziona nella classifica nazionale all'ottavo posto, anche in questo caso presenta numeri inquietanti: 174 infrazioni accertate con una percentuale sul totale del 5,4%, 151 denunce e arresti e 125 sequestri effettuati, inquietanti sopratutto dove davanti al denaro facile sono gli animali le vittime innocenti. Il 2008 è stato un altro anno intenso per le Forze dell’ordine, in particolare per il Comando carabinieri per quanto riguarda la tutela del patrimonio culturale o le cosidette archeomafie alle prese con i tanti reati commessi ai danni del nostro patrimonio storico-culturale.

La Toscana al terzo posto con 127 furti su un totale del 12,3%, in aumento i furti nei musei e gli scavi clandestini, crescono le persone denunciate, mentre i furti di beni culturali rimangono a danno dei privati seguiti dalle chiese. Per quanto riguarda gli incendi la Toscana si pone all' ottavo posto della classifica nazionale con 430 infrazioni accertate su una percentuale del 5,9%, 57 persone denunciate, 16 sequestri effettuati. Nel 2008 ci sono stati molti meno incendi rispetto all’anno precedente.E questa è una bella notizia.

Molteplici i fattori, oltre al clima, importante è stata la prevenzione da parte dei comuni, che si è concretizzata in una corretta manutenzione dei boschi. Ma decisivo è stato il maggiore utilizzo da parte delle amministrazioni comunali del catasto, con apposita cartografia delle aree che sono state percorse dal fuoco, l’attività di controllo e repressione svolta dalle Forze dell’ordine, in particolare dal Corpo Forestale dello Stato. Questo, dunque, il quadro che mostra i numeri della criminalità ambientale in Toscana, numeri che devon far riflettere per poter sottrarre la nostra Regione allo sfruttamento di ecomafiosi ed ecocriminali.

«Nonostante il segnale confortante – a fferma l'assessore Bramerini - evidenziato da un calo complessivo degli illeciti del 13,5% rispetto al 2007, è necessario non abbassare la guardia e proseguire le azioni contro tutte le violazioni ambientali se vogliamo evitare il rischio di traffici illeciti dobbiamo fare quanto stabilito dalla pianificazione pubblica. Per questo colgo questa occasione per invitare Legambiente, sempre attenta a queste tematiche, a fare opera di sensibilizzazione sui territori.

La recente riforma di Arpat che abbiamo approvato, punta a potenziare la capacità di controllo da parte dell'Agenzia rispetto alla gestione del ciclo dei rifiuti e di quelli industriali in particolare. Le ecomafie posso essere vinte se sono la politica e l'intero sistema a reagire».

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