Fotografia: Donna Africa all'Istituto degli Innocenti dal 6 al 15 marzo 2009

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 marzo 2009 20:34
Fotografia: <I>Donna Africa</I> all'Istituto degli Innocenti dal 6 al 15 marzo 2009

Ci sono tante afriche e tante donne diverse in Africa. Velate, svelate, contadine dalla fatica incisa sul volto ed eleganti manager con cellulari a banda larga, donne che usano la pittura dei loro corpi come infinito guardaroba e poi stiliste, musiciste, artiste, scrittrici che narrano la bellezza di un continente. L’Africa, a chi ha occhi per ben guardare, smentisce ogni stereotipo: le donne rappresentano il 60% della sua forza lavoro, producono l’80% del cibo. Ma, in Mali, solo dodici donne su cento sanno leggere e scrivere.

In Burkina-Faso appena otto. Nove in Niger. Ventiquattro in Senegal. Eppure l’Africa è un mondo mandato avanti dalle donne. Sono loro a sorreggere i clan familiari, ad andare a fare legna e acqua nelle zone rurali. La mitologia africana si muove attorno all’universo femminile. La mostra Donna Africa - a cura della rivista Africa e promossa dall’Istituto degli Innocenti con il patrocinio di Arci Firenze ed il supporto di Wal Mart Global Procurement - prova a raccontare, con 37 foto di Andrea Semplici e Bruno Zanzottera, la storia e la vita quotidiana delle donne africane.

Nei loro volti si ammirano non solo la bellezza, ma, soprattutto, il coraggio, l’orgoglio, la speranze. Nei loro gesti si intuisce la forza ostinata del presente e la fiducia tenace nel domani. Perché le donne credono nel futuro. Lo sa bene Mafua Christine Asong, regina tradizionale dei Bangwa, piccolo popolo del Camerun occidentale, che partecipa venerdì 6 marzo, alle 17, all’inaugurazione della mostra. Le donne africane, dalle coste del Mediterraneo al Capo di Buona Speranza, conoscono bene le difficoltà della loro vita, ma sono consapevoli delle loro capacità, della loro resistenza, della loro ribellione costruita sulle piccole cose.

Le donne africane dovrebbero essere conosciute con il nome che la gente dell’Etiopia attribuì a una piccola creatura che, in quella terra, osò alzarsi in piedi milioni di anni fa. Lucy, il più celebre dei fossili dei nostri antenati, era una donna. Per gli etiopi lei era Dinquinesh, ossia: ‘Sei meravigliosa’. L’otto marzo, in Africa come altrove, è un giorno che aiuta a credere fortemente nel futuro. Questa mostra, proprio nei giorni della Festa della Donna, è un omaggio alle donne di questo continente.

Molte di queste donne africane, negli ultimi anni, sono arrivate anche fra noi. L’Africa non è più una terra lontana dalla nostra vista quotidiana. Questa mostra, così come le associazioni di volontariato che vi aderiscono: Amnesty International, Amref Italia, Annulliamo La Distanza, Associaçao Njinga Mbande, Associazione La Comune, Nosotras, PERLAfrica onlus, Volontari “Spedale degli Innocenti”, e varie altre iniziative culturali di questi giorni, cercano di far conoscere il mondo femminile africano oltre ogni luogo comune.
Venerdì 6 marzo, alle ore 17, la mostra si inaugura con la partecipazione di Mafua Christine Asong, regina del popolo Bangwa nel Camerun occidentale.

E’ una regione dove Unicoop Firenze ha in corso progetti delle campagna Il cuore si scioglie. Domenica 15 marzo, dalle ore 16, la mostra si conclude con una festa: musica con Mama Du Diagne, merenda offerta da Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno s.p.a, Equoland e Unicoop Firenze, mentre tutto il giorno si tengono i laboratori gratutiti per bambini di Multicibo_una “mensa” multietnica.

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza