Università, scuola: a Firenze ancora cortei contro la riforma

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 ottobre 2008 19:19
Università, scuola: a Firenze ancora cortei contro la riforma

Firenze – Oltre 40 mila, 60.000 secondo fonti sindacali, hanno sfilato per le vie del centro di Firenze, per protestare contro la riforma.
L'assemblea dei Ricercatori delle Università della Toscana, che si è tenuta oggi presso la facoltà di Lettere in P.za Brunelleschi, subito dopo la manifestazione regionale contro i provvedimenti del governo sull'università, esprime grande soddisfazione per il grande numero dei partecipanti e la qualità e serietà del corteo, che conferma come le note fortemente critiche alla L.

133 già espresse fin da luglio dai ricercatori trovino sempre più adesioni convinte e partecipate. I ricercatori dell'ateneo fiorentino hanno confermato la loro presenza ai Consigli comunali e provinciali aperti, dedicati all'università, del prossimo 3 novembre.
Farsi promotori di iniziative che coinvolgano il mondo della scuola e della ricerca per trovare spunti di riflessione e di proposta e farsi portavoce del malcontento degli studenti. Questa la sollecitazione che il presidente della commissione speciale Lavoro, Eduardo Bruno (Pdci) rivolge ai presidenti di Giunta e Consiglio in vista della seduta del Consiglio regionale straordinario sulla situazione economica in Toscana, in programma l’11 novembre.

In questa difficile fase economica che porta pesanti ripercussioni sul mondo del lavoro e di fronte alle proteste degli studenti, scesi stamani in corteo a Firenze in una grande manifestazione che ha radunato giovani da tutta la Toscana “è importante – ha aggiunto Bruno – essere solidali con i ragazzi e rivendicare con loro la certezza del diritto allo studio e per una università libera di fare ricerca”. “L’Italia ha bisogno di una scuola all’avanguardia e di una università che proceda speditamente riconoscendo e formando i giovani talenti e preparandoli al mondo del lavoro - ha aggiunto il presidente della Commissione -.

La ricerca deve essere sostenuta e incrementata, dal suo avanzamento dipende il futuro del nostro Paese. Abbiamo bisogno di un nuovo modello produttivo, che sia sostenibile dal punto di vista ambientale e orientato a ridurre i divari, non ad accentuarli come invece sta accadendo”.
«Una protesta ai danni dei soli studenti universitari, quella indetta quest'oggi in un'assemblea studentesca presso la Facoltà di lettere» dichiara Jacopo Bianchi, consigliere comunale di FI-PdL, a margine dell'occupazione di uno dei plessi della Facoltà di "Lettere e Filosofia" dell'Università di Firenze.

«Il fatto è grave sotto più punti di vista - continua Bianchi -, in particolare sulle modalità demagogiche che il Collettivo e le rappresentanze studentesche di sinistra hanno voluto adottare per far passare questa "okkupazione" come legittima e condivisa. Questa protesta è stata "deliberata" all'interno di un'assemblea aperta a tutti nel chiostro di piazza Brunelleschi, organizzata a seguito della manifestazione regionale contro il decreto 133/08, alla quale hanno partecipato poco più di un centinaio di studenti e dove di fatto chiunque poteva partecipare ed intervenire, a prescindere dalla sua appartenenza o meno alla Facoltà ed all'Ateneo fiorentino.

Sono stati fatti entrare anche i cani senza guinzaglio, che durante l'assemblea si sono divertiti a gironzolare per la Facoltà, nonostante il divieto imposto dalla Preside della Facoltà, che è stato ampiamente disatteso anche dai custodi stessi». «Non è solo inaccettabile che le rappresentanze studentesche organizzatrici del corteo provino a far passare la protesta come "legittima" e decisa democraticamente - sottolinea Bianchi -, ma lo è anche il fatto che essa è stata "approvata" da un numero infinitamente ristretto rispetto alle migliaia degli iscritti alla Facoltà di "Lettere e Filosofia"».

«Grave, poi, l'adesione degli studenti alla proposta di blocco della didattica avanzata dai ricercatori della Facoltà, che dimostra non soltanto il menefreghismo di questa categoria nei confronti della didattica e degli studenti, ma che sottolinea quanto, agli stessi studenti che sono favorevoli alle occupazioni illegittime delle Facoltà, importi poco del loro profitto, nonché dei corsi che avevano iniziato a seguire. Fa inoltre sorridere - chiosa Bianchi -come, secondo i promotori, questa occupazione "servirà a realizzare approfondimenti sul decreto del Governo Berlusconi e sulla protesta stessa", che dimostra davvero come chi promuove questi temi cerchi appoggio dai propri colleghi a prescindere dalla loro opinione e dalla loro preparazione in merito».

«Come sempre - conclude Bianchi - a rimetterci sono gli studenti diligenti, che, pagando alcuni anche fior di tasse, ritengono giustamente che la protesta non debba andare a scapito della didattica».

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