Università e Scuola: cresce a Firenze la protesta contro la riforma del ministro Gelmini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 ottobre 2008 15:43
Università e Scuola: cresce a Firenze la protesta contro la riforma del ministro Gelmini

Firenze, 15 ottobre 2008- Circa 300 mila studenti da Palermo a Milano, passando per Roma, Napoli e Firenze, sono scesi in strada con tanto di striscioni, megafoni e cori da stadio. Prosegue anche la protesta contro la Legge 133/08. Ad oggi sono numerose le iniziative che si susseguono in tutte le Facoltà. Grande stimolo ed impulso viene dalle Facoltà Occupate, Agraria, il Dipartimento di Matematica "Ulisse Dini", il Polo Scientifico di Sesto Fiorentino. Domani 14 Piazze della Città di Firenze verranno "occupate" da lezioni in piena regola, tenute da professori e ricercatori dell'Università degli Studi di Firenze.

L'iniziativa coinvolge contemporaneamente tutte le Facoltà dell'Ateneo Fiorentino, con l'obiettivo di raccogliere la cittadinanza attorno ai gravi effetti che la Legge 133/08 determinerà sull'Università Pubblica.
Stamani a Sesto Fiorentino il sindaco Gianni Gianassi ha partecipato alle assemblee organizzate dai collettivi studenteschi del liceo scientifico “Agnoletti” e dell’ITCG “Calamandrei” di Sesto Fiorentino. Gli studenti avevano invitato il primo cittadino a discutere con loro nei due istituti attualmente occupati contro le politiche di riforma del governo.

“Ho accolto con piacere questo invito - ha commentato il Gianassi - perché dimostra la volontà dei ragazzi di discutere e capire ma anche di confrontarsi con il mondo esterno. Nei due lunghi e molto partecipati incontri di stamani ho testimoniato la solidarietà dell’amministrazione comunale nei confronti della lotta contro un ritorno indietro della scuola italiana”.
Secondo un comunicato del Provveditorato agli Studi di Arezzo l'approvazione del Decreto Legge Gelmini, attualmente in discussione in Parlamento, provocherebbe la chiusura di molte scuole elementari e medie in tutta la Provincia di Arezzo (tutte quelle che non raggiungono i 50 studenti iscritti).

I Sindaci di Cortona Andrea Vignini e Castiglion Fiorentino Paolo Brandi con una dichiarazione a firma congiunta fanno sapere che sperano che Camera e Senato vogliano provvedere ad una profonda modifica del Decreto Legge Gelmini che così com'è non è la tanto sbandierata riforma che si vuol far credere, ma si configura invece come un pesante attacco alla scuola pubblica italiana, causando non solo la perdita del lavoro per molti insegnanti, ma anche la soppressione ingiustificata e basata solo sul miope criterio del risparmio economico di tante scuole che rappresentano una feconda occasione di educazione e formazione per centinaia di studenti dell'intera provincia.

Per quanto riguarda specificamente le scuole elementari di Centoia e S.Cristina, Vignini e Brandi, dichiarano che si opporranno con ogni mezzo e in tutte le sedi competenti all'ipotesi di chiusura prospettata dal Ministro Gelmini, certi di interpretare la volontà di tutte le famiglie e i cittadini di Cortona e Castiglion Fiorentino.
“Siamo certi che la vicinanza della manifestazione del PD del 25 ottobre e la necessità di creare consenso intorno ad una opposizione sfilacciata - dichiara Rossella Angiolini Consigliere Regionale di FI-PdL- non aiuta a mantenere il dibattito politico all’interno dei normali canoni di verità e correttezza.

Il prezzo più alto come sempre lo paga la scuola ridotta ormai ad un vero e proprio campo di battaglia politico. Sorvolando quindi- prosegue Stefania Fuscagni Consigliere Regionale FI-PdL e Vicepresidente della Commissione Istruzione e Cultura- le impellenti necessità politiche del PD vorremmo fare chiarezza in merito all’allarme creato in queste ora intorno alla presunta chiusura di scuole nei comuni piccoli e montani. La normativa è chiara: la legge 6 agosto 2008, n.133 prevede esplicitamente che «nel caso di chiusura o accorpamento degli istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni, lo Stato, le regioni e gli enti locali possono prevedere specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti».

Alla presente legge, tuttavia, è collegato il Piano Programmatico di applicazione che, al comma 2 cioè là dove tratta delle riorganizzazione delle Rete Scolastica, fa esplicito riferimento al DPR 233/99 che esplicita la possibilità “in via eccezionale” di applicare deroga per le zone montane, le piccole isole e i comuni periferici sia per gli Istituti Compresivi di I° Ciclo che per gli istituti Superiori di II° Grado. Ciò significa che tutti i comuni che oggi vengono indicati come “vittime” del Governo potranno, in base alla legge e come è sempre stato dal 1999 ad oggi, chiedere la deroga e quindi il mantenimento della scuola in quel territorio e, sempre in base alla normativa, vedersi riconosciuto il diritto stesso di deroga.

Non solo – continuano Angiolini e Fuscagni- in base alla Legge 275 del 1997 all’articolo 4, meglio nota come Legge sull’Autonomia, e alla legge 165, meglio noto come Testo Unico del Pubblico Impiego, ogni dirigente ha la possibilità di pianificare l’organizzazione interna al fine di garantire una migliore offerta formativa. In sostanza – concludono Angiolini e Fuscagni- la normativa vigente dà la possibilità agli EE.LL e, in base all’autonomia scolastica, ai singoli istituti di potersi vedere applicate deroghe di garanzia.

Come è sempre stato negli anni passati si tratta solo di fare le richieste a Ministero tramite gli organi periferici del medesimo. Nessuna novità, quindi, e nessuna scure contro le scuole montane.

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