Corruzione per le forniture di protesi a Careggi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 giugno 2008 23:32
Corruzione per le forniture di protesi a Careggi

Firenze, 16 giugno 2008- Diciassette persone, tra medici e infermieri, indagati, tre ordinanze di custodia cautelare: la scelta dei dispositivi chirurgici sarebbe avvenuta eludendo il sistema di gara. Le ipotesi di reato riguardano i delitti di corruzione, peculato, truffa aggravata ai danni del sistema sanitario nazionale perché una ditta fornitrice di protesi ortopediche avrebbe corrotto medici e infermieri dell’Azienda ospedaliero universitaria. L'operazione dei NAS a Careggi fa pensare a un'altra Santa Rita.
“L’Assessore Rossi riferisca tempestivamente in Consiglio regionale sui fatti che vedono la magistratura indagare su alcuni operatori sanitari dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi, e anche su due ditte fornitrici di protesi ortopediche”.

Con questa affermazione Alberto Magnolfi – Presidente del gruppo regionale di Forza Italia verso il Popolo della Libertà – e Annamaria Celesti – Vicepresidente della Commissione Sanità – annunciano una interrogazione urgente per valutare se il sistema delle procedure, delle verifiche e dei controlli sulle gare di appalti per forniture di beni e servizi stabilito dalla Regione Toscana, non sia da revisionare individuando maggiori e migliori criteri di trasparenza e di meritocrazia. “Indipendentemente dall’indagine della magistratura – proseguono gli esponenti azzurri – per appurare le responsabilità che, se accertate, sono e rimangono individuali, i massimi livelli istituzionali che governano la nostra Regione non possono sottrarsi alla responsabilità politica non solo della programmazione e degli indirizzi in sanità, ma anche e soprattutto del sistema delle procedure e dei controlli, che sempre più spesso anche nel modello sanitario toscano stanno dimostrando tutti i loro limiti e l’esigenza di essere modificati".
«Naturalmente questi eventi lasciano sempre un fondo di amarezza e di rabbia.

Ma se non ci sono errori giudiziari, voglio esprimere una duplice soddisfazione. In generale perché sono contento quando i ladri e i corrotti vengono presi e messi in carcere. E in questo caso poi perché l’inchiesta della magistratura ha avuto corso anche grazie alla denuncia effettuata dalla direzione generale, la direzione amministrativa e la direzione sanitaria dell’Azienda Careggi a seguito di una segnalazione». Così l’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi interviene sui provvedimenti emessi dal Gip a seguito dell’indagine della Procura fiorentina che riguarda alcuni operatori dell’ospedale.

«Apprezzo quindi – prosegue l’assessore Rossi – l’operato della magistratura e dei Nas, ma voglio anche indicare esplicitamente a tutta la dirigenza della sanità toscana il comportamento del direttore generale, del direttore amministrativo e del direttore sanitario di Careggi come esemplare di fronte e simili episodi». «Ero informato che, oltre all’iniziativa verso la magistratura, la Direzione di Careggi aveva preso idonei provvedimenti sul piano amministrativo per evitare o comunque rendere più difficile l’azione dei ladri e dei corrotti, come risulterebbero gli indagati se venissero confermati i primi risultati dell’attività giudiziaria.

Auspico che tutta la procedura si sviluppi nel più breve tempo possibile, nel rispetto delle persone coinvolte e del loro diritto alla difesa. In ogni caso – conclude l’assessore Rossi – quanto sta emergendo non ha nulla a che vedere con la qualità delle prestazioni erogate a Careggi».
“Finora l’assessore Rossi -afferma il sen. Achille Totaro (AN/PDL)- ha voluto mostrarci la Sanità toscana come paradigma nazionale, come il paese di Bengodi. Millantare e decantare il modello di Sanità toscana come paradigma nazionale è cosa facile, ma nei fatti occorre garantire seriamente il diritto alla salute dei cittadini.

Si tratta quindi di una cattiva gestione da parte del centrosinistra al potere che da sempre va sbandierando l’efficacia e il valore del suo operato a svantaggio del cittadino che per un banale prelievo si vede costretto ad attendere dei tempo infiniti “.

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