Lavavetri: dal dibattito in consiglio comunale l'invito a superare la delibera
Domenici perde le staffe e abbandona temporaneamente l'aula

Redazione Nove da Firenze
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17 settembre 2007 21:41
Lavavetri: dal dibattito in consiglio comunale l'invito a superare la delibera<BR>Domenici perde le staffe e abbandona temporaneamente l'aula

Firenze, 17 Settembre 2007- Sorprese sin da subito nel Consiglio comunale di oggi pomeriggio protrattosi per ore sino a sera. Chi si attendeva l'apertura dell'atteso confronto con una relazione della Giunta sulla delibera Cioni è rimasto deluso. All'ordine del Giorno c'era la mozione della Sinistra critica che chiedeva il ritiro del provvedimento. Così si è aperto il dibattito. Ma infine la mozione di Rifondazione Comunista e Unaltracittà/Unaltromondo sarebbe stata bocciata con 30 voti contrari e 4 favorevoli (10 i consiglieri astenuti).
Poi però il consiglio comunale, con 26 voti favorevoli, 9 contrari e 6 astenuti, ha approvato un ordine del giorno presentato da Partito Democratico e SDI.

Nel documento si chiede al sindaco di «avviare un confronto politico prima della scadenza» dell'ordinanza sui lavavetri e di «concordare tutte le azioni di prevenzione e sostegno sociale da assicurare congiuntamente ai provvedimenti di divieto». I proponenti elencano poi «le azioni necessarie a sostanziare» quest'ultimo quali, anzitutto, «l'attuazione delle azioni di prevenzione sociale, che restano l'unico vero antidoto al sentimento di insicurezza e vulnerabilità nella nostra città e siano di forte contrasto al processo di criminalizzazione dei fenomeni di disagio sociale».

Nell'ordine del giorno si sottolinea tra l'altro, che «le ordinanze contingibili e urgenti che si sono succedute sui lavavetri sono originate dalla necessità di fronteggiare una situazione di illegalità diffusa che intorno a questo fenomeno si era venuta a creare e quindi, da sole non possono risolvere il problema della legalità in città né tantomeno rappresentare una ampia ed articolata proposta politica di cui questi problemi hanno bisogno».
Poco prima l'approvazione anche dell'ordine del giorno per il superamento dell'ordinanza presentato da Comunisti Italiani, SD e Verdi.

Il documento è passato con 14 voti favorevoli, 12 contrari e 18 astenuti. Soddisfazione da parte dei capigruppo Anna Soldani (Sinistra Democratica), Varrasi (Verdi), Rotondaro (Comunisti Italiani), Anna Nocentini (Rifondazione Comunista) e Ornella De Zordo (Unaltracittà/Unaltromondo): «I voti a favore -hanno spiegato- sono venuti oltre che dai consiglieri dei tre gruppi proponenti dell'ordine del giorno, anche dai colleghi di Rifondazione Comunista e di Unaltracittà/Unaltromondo. I consiglieri del gruppo Democratico e dello SDI si sono astenuti».

Il documento riconosce «che non è interesse di nessuno, innanzitutto per coloro che si erano improvvisati lavavetri, tornare alla situazione precedente, e che per far questo sono necessarie politiche concrete e durature di sostegno e di inclusione», impegna il sindaco a «superare l'ordinanza entro il termine di quindici giorni con un atto che preveda strumenti per inquadrare e monitorare il fenomeno al fine di creare le condizioni per risolvere definitivamente la questione della presenza di persone che stazionano nei pressi degli incroci semaforici» ed anche «ad elaborare, sulla base di questa mappatura, un progetto per l'inserimento di queste persone attraverso iniziative di formazione e qualificazione professionale» articolato in una serie di punti.

«E' importante - hanno concluso i cinque capigruppo - che sia comunque stata approvata una mozione critica nei confronti delle ordinanze emesse».
Da parte invece della Casa delle Libertà era arrivata la richiesta di «adottare misure efficaci per garantire la sicurezza in città». «La questione dei lavavetri minacciosi - si legge nel documento - rappresenta una delle varie facce dell'illegalità, fino ad oggi tollerate, e ciò non può che configurare analoghe politiche da parte dell'amministrazione comunale nel contrasto di tutti i fenomeni che mettono a rischio l'incolumità delle persone e la civile convivenza».

«Consideriamo l'ordinanza sui lavavetri un successo politico della nostra opposizione che da tempo chiede più ordine e più legge per combattere per combattere il degrado e l'insicurezza» ha detto il capogruppo di Forza Italia, il senatore Paolo Amato. «E per questo - ha aggiunto Amato - abbiamo presentato un ordine del giorno chiaro e semplice che afferma pieno sostegno all'azione intrapresa contro i lavavetri e invita il sindaco a proseguire sulla strada del rispetto della legalità».

L'ordine del giorno è stato respinto (35 contrari, 7 favorevoli).
Quasi al termine del dibattito le parole del consigliere di Rifondazione Pieri hanno gettato scompiglio in aula. Pieri si è cimentato nella provocatoria ipotesi che, vista l'attenzione della Giunta ai sondaggi d'opinione nella vicenda lavavetri, si potrebbe immaginare un Domenici pronto a schierarsi a favore della pena di morte. A queste parole il Sindaco, dai banchi della Giunta, è sbottato in un Si vergongni di dire queste cose in Consiglio, e gridando ha abbandonato l'aula.

Mentre Pieri terminava l'intervento, il capogruppo DS Formigli ha chiesto con una mozione d'ordine che il consigliere del PRC accettase di far cancellare dal verbale le parole, a suo dire, lesive dell'onorabilità del primo cittadino. Altrimenti avrebbe fatto abbandonare l'aula al proprio gruppo in segno di solidarietà.
Sulle rimostranze del Gruppo di Rifondazione e l'assicurazione del Pieri che aveva fatto solo un'affermazione retorica, è intervenuto un imbarazzato presidente del Consiglio Cruccolini, per precisare che la richiesta di Formigli non era conforme al regolamento.

Solo allora Leonardo Domenici ha preso la parola per affermare che si era sentito offeso dal consigliere comunista sopratutto per tutelare il proprio ruolo istituzionale, ma che prendeva atto del chiarimento del Pieri. Ha così dissipato il dubbio che la posizione assunta improvvisamente dal Gruppo DS servisse per chiedere un time out nel corso di una delicata partita politica, che comunque non si è conclusa con una crisi per il Governo cittadino di Firenze.

Nicola Novelli

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