Massa Carrara: molte le donne alla guida di agriturismi

Redazione Nove da Firenze
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19 dicembre 2006 23:21
Massa Carrara: molte le donne alla guida di agriturismi

Massa Carrara, 19 dicembre 2006 – L’agricoltura a Massa Carrara è sempre più…rosa. Secondo i dati Unioncamere analizzati dalla Coldiretti Provinciale al 31 giungo del 2006 quasi una imprenditrice su quattro ha lavorato in agricoltura, settore che è risultato il preferito dall'universo femminile perchè riesce a coniugare la sfida con il mercato, il rispetto dell'ambiente e la qualità della vita a contatto con la natura. In Italia sono oltre 1,2 milioni le imprese femminili di cui circa 275mila (275.343 per la precisione) in agricoltura mentre in Toscana il totale delle aziende in rosa è 84.778 rappresentando il 23,8% di quelle totali.

L'imprenditoria femminile della campagna con il 23 per cento sul totale è seconda - sottolinea la Coldiretti Provinciale - solo al commercio (31 per cento) mentre supera nettamente le attività manifatturiere (10 per cento) e quella dei servizi alle imprese (10 per cento). E nella Provincia di Massa Carrara sono numerosi gli esempi di imprenditrici impegnate nel sistema agricoltura da Rita Milanta, Teresa Cagnoni e Manuela Pucci a Massa a Lucia Belli a Pariana. Da Monica Teresa dell’azienda agricola Colle Fiorito di Carrara a Beatrice Bondielli a Pontremoli.

Alcune di loro ricoprono anche ruoli di prestigio come nel caso di Lucia Pelitti dell’azienda agricola “Il Borghetto” a Fosdinovo Presidente della Cooperativa Produttori di Fosdinovo e di zona della Coldiretti oppure Cinzia Angiolini di Zeri, Presidente del Consorzio Agnello di Zeri. Donne al posto di comando e super-impegnate nella valorizzazione, promozione e conservazione delle tradizioni Apuane. “Dal punto di vista gestionale – analizza il Presidente Vincenzo Tongiani - si rafforza la presenza femminile negli agriturismi: uno su tre in media è in mani femminili (33 per cento).

Le donne sono diventate protagoniste in associazioni per valorizzare prodotti tipici nazionali come il vino e olio con iniziative culturali e turistiche particolarmente riuscite. In questa Provincia la quota rosa è in crescita ed è un fenomeno destinato ad assumere proporzioni sempre più importanti ”. Ma cosa spinge una donna a scegliere di diventare una coltivatrice diretta? Qualità della vita, tradizione familiare, amore per la campagna e aria buona. Gli affari e i fatturati contano in questa scelta ma non è certo il primo degli obiettivi.

“Mi piace vivere all’aria aperta – racconta Lucia Pelitti che ha la sua azienda a Fosdinovo dove lavora anche la sorella – ho cominciato a 14 anni. Ho provato anche a lavorare come impiegata ma il richiamo del verde, il sapore della campagna sono stati troppo forti. Nella mia azienda produco olio, ortaggi, vino e non immaginate che soddisfazione essere artefice di questi miracoli della natura anche se ammetto che è sempre più difficile fare questo mestiere. Troppa burocrazia, troppi passaggi che rallentano e in un certo senso bloccano la definitiva esplosione dell’agricoltura.

E’ l’amore in questo caso che mi fa andare avanti”.

A 29 anni Francesca Giuliani è tra le più giovani imprenditrici rosa che operano in agricoltura a Massa Carrara. Dal 2002 (aveva 25 anni) ha rilevato le cantine dei nonni in località Battilana, a Carrara, ristrutturandole e facendone un magnifico agriturismo dove ogni sera (su prenotazione) si bandiscono banchetti eccezionali con i prodotti made in “Terra Promessa” (questo il nome dell’azienda): vino, insaccati (salami, mortadella, lardo, pancetta), olio.

Le sue sessioni di degustazione cominciano ad essere un must non solo tra le genti di Carrara. “Questa per me è una scelta di vita. I miei nonni, i miei genitori erano agricoltori ed io non potevo che sognare di fare la coltivatrice. Sto ampliando – spiega la giovane Giuliani – la sfera di attività. Vorrei dedicarmi più al turistico offrendo servizi e prodotti di qualità. Non ho fretta però, per ora va bene così”. Singolare la storia di Cristina Caraffa, in località Guidano, a Fosdinovo.

Con il marito si è trasferita da Milano nell’77 per aprire un’azienda bioagricola, la “Chico”, e per seguire un sogno cambiando decisamente vita. “La qualità della vita è impagabile anche se creare un reddito è durissimo – spiega la titolare - produciamo ortaggi, fragole, olio, miele, abbiamo cinque asini, molti animali da cortile e stiamo ultimando un corso sulla reintroduzione degli animali di bassa corte ricercando di riproporre le razze autoctone antiche. Abbiamo un agriturismo e la vita ha un altro sapore”.

L’azienda della Caraffa è anche uno dei punti del programma internazionale “Wwoof” (associazione che crea conoscenza e interesse verso uno stile di vita biologico e biodinamico offrendo la possibilità di viaggiare in tutto il mondo in modo economico ed allo stesso tempo di dare un aiuto dove è richiesto e dove se ne presenta la necessità”. “E’ una sorta di Erasmus dell’agricoltura – prosegue la Caraffa – in questo momento abbiamo due ragazze tedesche che lavorano con noi. E’ un continuo crescere per tutti.

Le esperienze e le conoscenze fanno il giro del mondo”.

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