Sfilata di moda nel carcere di Sollicciano: le detenute protagoniste

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 dicembre 2006 17:19
Sfilata di moda nel carcere di Sollicciano: le detenute protagoniste

Le donne detenute della Casa Circondariale di Sollicciano hanno avviato una attività produttiva nel settore della moda. Il loro lavoro è stato presentato ieri sera con una sfilata all’interno del carcere, alla quale sono intervenuti fra gli altri il sottosegretario alla Giustizia Daniela Melchiorre, il vescovo ausiliario di Firenze Monsignor Claudio Maniago, il presidente del Consiglio regionale della Toscana Riccardo Nencini, l'assessore al Sistema Moda del Comune di Firenze Silvano Gori ed altre autorità.

Si è trattato di una sfilata in piena regola con un regista, Fernando Grazia; due ideatori, Andrea De Roit e Giuseppe del Re; un presentatore, Gateano Gennai; un parrucchiere, Vito del Re, che con il suo staff ha realizzato acconciature in diretta, sul palcoscenico. Vip come la conduttrice di trasmissioni di moda Jo Squillo. Sono state 24 le detenute in passerella, una cinquantina sulle circa sessanta presenti a Sollicciano quelle che hanno partecipato al laboratorio, che ora sarà valutato sia nell’ambito delle attività carceraria sia per le sue valenze economiche di nuovo soggetto produttivo al servizio delle aziende. Il laboratorio di moda è stato sostenuto da alcune aziende del settore che operano nell' area fiorentina: Thes Tziveli, Allegri, Tunnel, Gallotti, Mazzini, Taccetti, Gianna Meliani, Pakerson, Mazzuoli.

Una mano è stata data anche dall' Officina di Santa Maria Novella. Le aziende hanno fornito materiali e macchinari e alcuni designer si sono recati a insegnare in carcere i segreti del loro mestiere. Il sottosegretario Daniela Melchiorre ha voluto esser presente alla sfilata sottolineando come "iniziative di questo genere sono la concretizzazione della finalità rieducativa della pena voluta dalla nostra Costituzione". "Già in altri istituti di pena - ha detto il sottosegretario - come in quello di Trani, ad esempio, si sta producendo per l' esterno, in quel caso si tratta di pane e prodotti da forno, ed abbiamo l' intenzione di sviluppare sempre più queste iniziative". Il laboratorio nel carcere nasce da un’idea dell’Assessore Cianfanelli, che ha creduto nelle capacità e nel talento di un gruppo di donne accomunate dal ‘piacere della moda’ e della creatività. “Siamo intenzionati a fare della produzione dietro le sbarre - dichiara l'assessore - un prodotto commerciale, da vendere a prezzi accessibili, riconoscibile con un vero e proprio marchio che è già stato individuato ma che sarà reso noto solo il prossimo gennaio.

La moda è creatività, e la creatività è libertà, una libertà che può esprimersi anche all’interno di un luogo di detenzione e aprire prospettive di vita e di lavoro- continua Cianfanelli - e con il laboratorio vogliamo favorire condizioni di sviluppo e formazione professionale, strumenti e opportunità di reale e concreto riscatto. Un percorso che, spenti i riflettori della sfilata, resterà vivo, come vivo è il bisogno delle protagoniste di lavorare e di ricostruire la propria ‘normalità’, nel tessuto sociale ed economico del paese, per continuare ad avere fiducia nel futuro”.(mr)

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