Casa Circondariale di Sollicciano: le donne detenute hanno avviato una attività produttiva nel settore della moda

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 dicembre 2006 14:51
Casa Circondariale di Sollicciano: le donne detenute hanno avviato una attività produttiva nel settore della moda

Il loro lavoro sarà presentato pubblicamente il 18 dicembre alle ore 17 con una sfilata all’interno del carcere, alla quale interverranno il sottosegretario alla Giustizia Daniela Melchiorre, il vescovo ausiliario di Firenze Monsignor Claudio Maniaco ed altre autorità. Questa mattina l’assessore alla Moda della Provincia di Firenze Elisabetta Cianfanelli e il direttore della Casa Circondariale di Firenze Oreste Cacurri hanno spiegato alla stampa a Sollicciano modalità e finalità dell’iniziativa
Il laboratorio nel carcere nasce da un’idea dell’Assessore Cianfanelli, che ha creduto nelle capacità e nel talento di un gruppo di donne accomunate dal ‘piacere della moda’ e della creatività.
Nell’avventura è stata coinvolta l’imprenditoria moda fiorentina.

Hanno collaborato alla sfilata e alla realizzazione delle collezioni che saranno indossate dalle detenute il 18 dicembre undici aziende del territorio fiorentino: Thes & Thes, Allegri, Tunnel, Gallotti, Mazzini, Taccetti, Gianna Meliani, Pakerson, Mazzuoli, Officina di Santa Maria Novella e Vito Del Re.
La presentazione del 18 dicembre ha un nome, “Fashion Design Party”, che evoca tutti i contenuti di un momento che farà conoscere le attività del laboratorio moda di Sollicciano ad un pubblico più vasto.

Hanno ideato la sfilata Andrea Da Roit e Giuseppe del Re, la regia sarà di Fernando Grazia.
In passerella andranno le sperimentazioni realizzate dalle detenute, hanno aderito una cinquantina sulle circa sessanta presenti a Sollicciano, che in alcuni casi le indosseranno personalmente. Sarà così possibile vedere i risultati del lavoro fatto finora e valutare le potenzialità del laboratorio sia nell’ambito delle attività carceraria sia per le sue valenze economiche di nuovo soggetto produttivo al servizio delle aziende.
“La moda è creatività, e la creatività è libertà, una libertà che può esprimersi anche all’interno di un luogo di detenzione e aprire prospettive di vita e di lavoro”, spiega l’assessore Cianfanelli.

“Con il laboratorio vogliamo favorire condizioni di sviluppo e formazione professionale, strumenti e opportunità di reale e concreto riscatto. Un percorso che, spenti i riflettori della sfilata, resterà vivo, come vivo è il bisogno delle protagoniste di lavorare e di ricostruire la propria ‘normalità’, nel tessuto sociale ed economico del paese, per continuare ad avere fiducia nel futuro”.
Punti di riferimento del progetto sono così lo spirito di collaborazione, la solidarietà, l’apertura all'altro e l’aiuto reciproco, il raccordo con le imprese, che doneranno dei macchinari che saranno utilizzati .

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