Le facoltà scientifiche negli atenei toscani: che cosa è successo negli ultimi 15

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 ottobre 2006 15:40
Le facoltà scientifiche negli atenei toscani: che cosa è successo negli ultimi 15

Un’analisi IRPET, all’interno del programma di Pianeta Galileo 2006, indaga l’andamento delle immatricolazioni in Toscana, focalizzando l’attenzione sulle facoltà scientifiche. Le iscrizioni, ancora in calo, sembrano in controtendenza rispetto alla domanda di laureati in materie scientifiche (41.1% per il 2006) delle PMI toscane.
Durante gli anni ’90 le immatricolazioni presso gli atenei toscani hanno sperimentato una forte flessione che ha portato ad una riduzione delle matricole nel decennio di circa il 14 %, nel dettaglio del 16% a Firenze e del 30 % circa a Siena e Pisa.

L’anno accademico 2000/2001 costituisce il minimo storico; da li in poi si assiste ad un aumento di iscrizioni al I anno, con una conseguente inversione di tendenza nella dinamica di questo aggregato, che per il complesso del sistema universitario regionale consente, ad oggi, di raggiungere i livelli dell’inizio del decennio scorso.
Nel tracciare questa analisi è necessario ricordare che la dinamica della nuova domanda di istruzione universitaria rappresentata dalle immatricolazioni, oltre a essere legata a fenomeni socio-economici tipici del sistema economico e produttivo in cui il sistema universitario è inserito (domanda di lavoro e quindi apparato imprenditoriale e sue caratteristiche strutturali), nonché alle caratteristiche proprie di tale sistema che lo possono rendere più o meno attraente rispetto ad altri sistemi universitari nazionali (qualità della didattica, performance conseguite, servizi erogati), appare influenzata dalla dinamica demografica delle coorti di popolazione interessate dall’istruzione universitaria.

In tale ottica la flessione registrata nelle immatricolazioni nel corso degli anni ’90 appare influenzata anche dalla struttura demografica della popolazione (toscana in particolare), dato che il valore minimo delle immatricolazioni si registra durante ’anno accademico 2000/2001, a cui corrisponde un contingente di ventenni nato negli anni ‘80 caratterizzati da valori minimi nelle nascite.
Ciò premesso, la dinamica degli immatricolati negli ultimi 15 anni mostra un incremento del 2,4% per il complesso delle facoltà.
In questo contesto quali sono state le performance delle facoltà scientifiche toscane? Tali facoltà1, materie di nostro interesse in questa sede, nel quindicennio 1990/’91-2004/’05 hanno perso il 17,1% delle immatricolazioni, a fronte di crescite sostenute, per esempio, nelle facoltà di lettere (55,8%), in medicina e chirurgia (238,1%), e in veterinaria (178,3%).
La dinamica complessiva delle facoltà scientifiche, dopo una flessione negli anni ’90, mostra a partire dall’a.a.

2000/2001 una lieve ripresa. Nel dettaglio per il periodo considerato Architettura ha perso ben il 33.7% degli immatricolati; ingegneria sembra tenere bene con un incremento pari al +1,4%, anche se con un andamento altalenante (ad un forte incremento nei primi anni ’90, è seguita una flessione e quindi una ripresa successiva).
Scienze Matematiche Fisiche e Naturali (SMFN), rispecchiando la dinamica media delle facoltà scientifiche, perde oltre il 22%.
Cosa è possibile affermare circa la distribuzione degli immatricolati nelle varie facoltà?
Se osserviamo l’ultimo a.a.

disponibile, il 2004/2005, coloro che scelgono le facoltà scientifiche sono 6.127 su un totale di 22.702; ogni 100 immatricolati l’11,5% ha scelto le facoltà di ingegneria ed il 6,8% scienze matematiche, fisiche e naturali, a fronte di un 15.4% che ha scelto lettere e un 10% che si è iscritto ad economia.
Venendo poi a stimare l’incidenza dei laureati toscani sugli immatricolati per l’ultimo anno accademico, per poi valutare la risposta che le università toscane sono in grado di dare alla domanda del sistema produttivo, osserviamo che ogni 100 immatricolati ben 95,5% sono i laureati, con valori più alti rispetto all’andamento degli ultimi 5 anni, come dimostra la tabella che segue.

Occorre tener presente che questo dato risulta notevolmente influenzato dalla riforma universitaria del cosiddetto “3+2”, che di fatto ha portato ad un eccezionale incremento annuale del numero di laureati, dovuto a coloro che conseguono la laurea di base.
Osservando la variazione di questo particolare “tasso di laurea” possiamo affermare che i valori più alti sono conseguiti dalle facoltà di scienze politiche, medicina e chirurgia e psicologia; i valori delle facoltà scientifiche, invece, sono tutti inferiori alla media: ingegneria con il 91%, architettura 72,7% e SMFN con quasi il 66%.
Le prospettive lavorative dei laureati toscani nelle facoltà scientifiche non sono, tuttavia, negative.

L’indagine Excelsior, che indaga le previsioni di assunzione provenienti dalle PMI toscane, mostra come dal sistema produttivo regionale provenga una domanda di professionalità scientifiche di un certo rilievo, nonostante scarsa sia la necessità delle imprese di laureati in generale (7% di laureati contro il 38% di scuola dell’obbligo pari ed oltre il 34% di diploma scuola secondaria di II grado). Le previsioni per il 2006 evidenziano come i laureati nelle facoltà scientifiche, nel complesso dei laureati, siano pari al 41,1%; i settori più richiesti sono il chimico farmaceutico (19%) e l’ingegneristico (18,8%), a fronte di una richiesta di laureati in lettere pari allo 0,6%.

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