La qualità toscana miglior antidoto alla psicosi dell’aviaria

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 febbraio 2006 14:08
La qualità toscana miglior antidoto alla psicosi dell’aviaria


di Marco Remaschi
Presidente Commissione Agricoltura del Consiglio Regionale della Toscana


Gli effetti della comunicazione globale, si sa, sono dirompenti. In positivo, quando denunciano orrori, abusi, negazione dei diritti. In negativo quando amplificano paure immotivate che inducono comportamenti e scelte, nel cittadino, dettate dall’istinto più che dalla ragione. La vicenda aviaria ne è un caso lampante. Il crollo, drammatico, delle vendite di pollame e derivati sta mettendo in ginocchio un settore importante della nostra zootecnia, pregiudicando posti di lavoro e l’immagine stessa dell’avicoltura nazionale.

Vendite in caduta libera (si parla del 70/80% in meno da quando è scoppiata la “psicosi”), arretramento dei prezzi al consumo ai livelli di trent’anni fa, masse di prodotto invenduto da smaltire con conseguenti costi aggiuntivi per le imprese. Eppure il capillare lavoro di analisi dei servizi veterinari e degli istituti zooprofilattici interregionali quotidianamente stanno confermando la sicurezza dei nostri allevamenti rispetto ai rischi della contaminazione. Ma tant’è: la psicosi dilaga, nelle nostre tavole il pollo è bandito, il comparto soffre drammaticamente una crisi per la quale gli interventi giusto in questi giorni stabiliti a livello comunitario rischiano di essere davvero un palliativo.
In Toscana le aziende che operano nel settore sono oltre 42mila (fonte dati: Piano Zootecnico Regionale 2004), per un numero complessivo di animali che si attesta sui 3 milioni e mezzo, la maggior parte dei quali pollame da carne.

Numeri che garantiscono il soddisfacimento della domanda interna toscana, e che da diversi anni fanno registrare un saldo positivo anche nella bilancia import-export. È questo un dato importante: il pollo sulle nostre tavole è toscano, dunque garantito dal sistema dei controlli rigidi applicati dai servizi veterinari e dalle forme di autocontrollo indotte nelle imprese dalle associazioni di categoria. L’agricoltura e la zootecnica toscane sono da anni settori in cui prevale la qualità rispetto alla quantità.

Le politiche pubbliche a titolarità regionale di sostegno alla filiera agroalimentare perseguono da tempo il trinomio qualità, sicurezza, tracciabilità, con buoni e riscontrabili risultati. Non ci sono in Toscana le condizioni per legittimare una paura immotivata che uccida un settore economico rilevante, per fatturato, numero di occupati, rilevanza sociale. Eppure i dati di mercato indicano chiaramente come anche da noi la paura dell’aviaria stia condizionando le scelte dei consumatori. Urge davvero, accanto alle misure di sostegno all’emergenza occupazionale (per le quali la Regione si è tempestivamente mossa) un patto forte che coinvolga associazioni di categoria, produttori, canali del commercio, consumatori, mondo della comunicazione e informazione.

Ed istituzioni, per quanto di loro competenza.
In questa direzione vuole muoversi la commissione agricoltura del Consiglio regionale, attivando già nei prossimi giorni incontri mirati con le associazioni agricole, con la Giunta regionale, con i servizi veterinari, con le associazioni di consumatori e del commercio per valutare come intervenire per rassicurare i cittadini toscani circa la comprovata sicurezza della produzione avicola toscana. Un’operazione verità, per rassicurare, nella certezza che il sistema di controlli attivo in Toscana e la cultura della qualità propria dei nostri operatori agricoli e zootecnici siano la migliore garanzia contro paure immotivate che forse qualcuno artatamente va ad alimentare, magari per qualche voto in più alle prossime elezioni.

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