Buona l’intonazione della domanda estera
Ma l’economia resta in mezzo al guado

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 novembre 2005 16:16
Buona l’intonazione della domanda estera<BR>Ma l’economia resta in mezzo al guado

Firenze, novembre 2005 – Rallenta la brusca caduta della produzione industriale toscana registrata nei primi due trimestri di quest’anno: il III trimestre 2005 chiude con un –0,6%. Lo rileva l’indagine congiunturale Unioncamere Toscana-Confindustria Toscana. Nel trimestre, la situazione appare in linea con il dato nazionale, dove la produzione manifatturiera tendenziale ha registrato una sostanziale stabilità (-0,1% - Fonte Istat); tuttavia, il dato relativo ai primi 9 mesi dell’anno, suggerisce la leggera persistenza di un differenziale tra la performance della Toscana e quella nazionale (-2,2% vs.

–1,8% le contrazioni tendenziali della produzione industriale).
L’industria toscana archivia così un trimestre interlocutorio che conferma sia gli elementi di preoccupazione per alcuni importanti settori produttivi, in primis il sistema moda, sia l’andamento positivo per comparti come l’alimentare, l’elettronica e i mezzi di trasporto. Tiene la media impresa, mentre trovano conferma sia la sofferenza della grande impresa, sia l’affanno della piccola. Torna ad allinearsi su un trend positivo la domanda estera e continua la sostanziale tenuta dell’occupazione a livello aggregato.

L’industria regionale presenta dunque segnali di reazione che certamente incoraggiano - dalla tenuta dell’alimentare e dell’elettronica e mezzi di trasporto al riaffacciarsi della meccanica in terreno positivo - anche se è del tutto prematuro affermare che ci troviamo ad una svolta del ciclo economico.

Si conferma il lieve recupero dei livelli occupazionali (+0,2 % rispetto al II trimestre 2005), che consente di portare la variazione occupazionale tendenziale in terreno positivo (+0,1%), un dato che è il riflesso di dinamiche positive in alcuni settori e della flessibilità nei rapporti di lavoro, malgrado la riduzione dei ritmi produttivi, legata principalmente al periodo estivo e al non facile momento congiunturale, che si riflette pesantemente sul grado di capacità produttiva utilizzata, che raggiunge il livello più basso da quando esiste la rilevazione (73,9%).


Un timido segnale di crescita proviene dal fronte della demografia imprenditoriale che vede le imprese manifatturiere non artigiane crescere del +1,0%. Si tratta di un tasso di sviluppo che ritorna su livelli relativamente sostenuti (una crescita almeno pari al punto percentuale non si verificava dal IV trimestre 2001) e che conferma la crescita numerica del settore nonostante la non favorevole congiuntura. Prendendo a riferimento le regioni abitualmente considerate come benchmark per la Toscana, la crescita del comparto manifatturiero toscano non artigiano è inferiore alla sola regione Marche (+2,1%).



La domanda: fatturato, ordini esteri ed ordini interni
Dopo la flessione della prima metà dell’anno, i fatturati aziendali sono tornati a salire in termini nominali (+1,0%). La variazione tendenziale dei listini aziendali (+1,3% i prezzi ex fabbrica) determina però una lieve riduzione del volume d’affari reale, dato dalla differenza tra fatturato nominale e variazione dei prezzi (-0,3% su base annua). Il combinarsi di una riduzione del fatturato reale con una maggiore riduzione della produzione segnala una possibile riduzione delle scorte che, se confermata in futuro, potrebbe agevolare l’inizio di una fase di ripresa per la nostra regione.

Tra gli indicatori di domanda recuperano gli ordini esteri (+1,7%), dopo la brusca decelerazione avvenuta tra il trimestre finale del 2004 ed il primo trimestre di quest’anno.

La fase di accelerazione in atto nell’economia a livello internazionale, combinata ad un recupero del dollaro sull’euro (+15% circa dai massimi di inizio 2005), sembra avere influito positivamente sulla nostra economia, anche se appare difficile prevedere un recupero rilevante delle quote di mercato perse negli ultimi anni.

“Il recupero degli ordini esteri, determinato in parte dal deprezzamento dell’euro e dal dispiegarsi di una fase di accelerazione dell'economia a livello internazionale, è senz'altro un dato che ci conforta, ma non ci permette di tirare un respiro di sollievo - ha sottolineato Piefrancesco Pacini Presidente di Unioncamere Toscana - D’altra parte, il recupero delle quote perse negli ultimi anni appare ancora difficile e la domanda interna resta in affanno”.

Per il sesto trimestre consecutivo l’evoluzione degli ordini interni risulta negativa (-1,1% rispetto al III trimestre 2004), in conformità alla perdurante stagnazione della domanda interna.

Flettono gli ordinativi interni del tessile-abbigliamento e pelli-cuoio-calzature, della lavorazione dei minerali non metalliferi, dei metalli e della meccanica.

La dimensione d’impresa
Torna a salire il livello della produzione delle medie imprese (da 50 a 249 addetti) nel periodo luglio-settembre 2005 (+1,7%) rispetto allo stesso periodo del 2004 dopo due trimestri consecutivi di flessioni. Allo stesso tempo cresce in maniera decisa il fatturato (+2,7%) anche se l’aumento dei prezzi alla produzione (+1,8%, sempre il più elevato tra le diverse categorie dimensionali d’impresa) porta ad una crescita dello 0,9% del fatturato in termini reali.

La grande impresa (oltre 250 addetti) vede una flessione della produzione tendenziale (-5,2%) che conferma il periodo di difficoltà in atto ormai da alcuni trimestri, anche se questo risultato è sicuramente influenzato sia dalla forte crescita registrata nel III trimestre 2004 (+5,5%), sia da risultati non positivi specifici al settore della lavorazione dei metalli. Inoltre, passando al fatturato si rileva una certa differenza rispetto all’andamento della produzione: +1,4%, associato ad una fase di contenimento dei listini (-0,5% nel II trimestre, +0,7% nel III trimestre).
Seppur in affanno migliora la situazione della piccola impresa (da 10 a 49 addetti).

La diminuzione tendenziale della produzione è stimata, nel III trimestre 2005, al -0,6% mentre quella del fatturato ristagna in territorio positivo (+0,2%).

Le differenziazioni settoriali
Prosegue la fase espansiva dei settori dell’alimentare, dell’elettronica e dei mezzi di trasporto, mentre si segnala come novità del trimestre il dato positivo della meccanica. Per la trasformazione alimentare, si tratta di una conferma (+0,8% la produzione tendenziale e +1,3% il fatturato del periodo luglio-settembre 2005).

Rallenta, ma resta positiva, la dinamica degli ordinativi provenienti dall’estero (+1,6%), mentre quelli provenienti dall’interno rimangono stagnanti (+0,3%). Torna a crescere in maniera decisa la produzione (+2,2%) e soprattutto il fatturato (+5,5%) di elettronica e mezzi di trasporto. La ripresa del fatturato, notevolmente superiore alla dinamica dei prezzi (+0,6% la variazione rispetto al III trimestre 2004), segnala inoltre una probabile riduzione dell’invenduto e lascia ben sperare per l’inizio di un duraturo periodo di ripresa.

Continuano a crescere gli ordinativi del comparto - tanto interni (+5,6%) che esteri (+10,8%) – e così pure l’occupazione tendenziale. Torna a crescere la meccanica (+3,1% la produzione e +1,4% il fatturato tendenziali), valori ben al di sopra alle rispettive medie dei “terzi trimestri”. Ciononostante, il balzo in avanti dei prezzi (+2,5%) porta in terreno negativo la variazione del fatturato reale evidenziando un probabile incremento delle scorte. Rimbalzano invece gli ordinativi provenienti dall’estero (+2,8% dopo due trimestri di pesanti ridimensionamenti), mentre quelli provenienti dal mercato interno rimangono negativi (-1,6%).

Dopo due trimestri consecutivi con il segno negativo, la crescita della produzione di legno e mobili (+1,9%) lascia sperare in un abbandono della situazione recessiva per il comparto. Anche il fatturato torna a crescere (+0,8%) ed i buoni andamenti degli ordinativi (+10,2% quelli esteri, invariati quelli interni, -0,1%), corroborano la speranza di una fase di recupero del comparto ancora in difficoltà (l’utilizzo degli impianti risulta molto basso, pari al 70,2% della capacità produttiva).
Per i comparti raggruppati sotto la voce varie (che comprende le importanti categorie dell’orafo, della cartotecnica e della raffinazione) si assiste ad una leggero recupero che rompe una serie ininterrotta di segni “meno” dal I trimestre 2002 (+1,1% nel III trimestre 2005).

All’interno di tale macrocategoria si confermano le difficoltà del solo comparto dell’oreficeria mentre buone risultano le dinamiche della cartotecnica.
Rallenta l’attività della lavorazione dei metalli (-5,4% la produzione e -3,4% il fatturato tendenziali), con valori assolutamente in controtendenza rispetto a quelli registrati nei rispettivi trimestri degli anni precedenti. E’ da notare comunque come il confronto si svolga con il III trimestre 2004, quando era in atto una decisa fase espansiva.

Pesano inoltre le flessioni degli ordinativi provenienti dall’estero (-2,6%) e soprattutto dall’interno (-6,8%), mentre rimane elevata la dinamica dei prezzi (+2,5%), complice una domanda mondiale di metalli in espansione e costi di produzione in crescita. Restano le difficoltà per il macro-comparto della chimica, farmaceutica, gomma e plastica, per il quale arretra dello 0,6% la produzione tendenziale e si registra una flessione dell’occupazione (-0,4% rispetto al trimestre precedente).

L’aumento deciso del fatturato del settore (+3,5%) ed un aumento dei prezzi dell’1,7% si risolvono però in un aumento delle vendite reali che, confrontate con la produzione in calo, evidenziano una fase di decumulo delle scorte.
Non migliora la situazione dei settori tessile-abbigliamento (produzione -2,8%) e pelli-cuoio-calzature (produzione -0,6%). In questo trimestre, rispetto a quanto registrato nel precedente, appare relativamente peggiore la situazione del primo comparto. Nel tessile abbigliamento gli ordinativi risultano negativi (si evidenzia soprattutto il -3,7% di quelli interni); flette l’occupazione (-1,1% congiunturale); l’utilizzo degli impianti scende al minimo storico (72,1%).

Nel caso del pelli-cuoio-calzature, si intravedono segnali migliori, come la ripresa del fatturato (+2,1%). Flettono tuttavia gli ordini provenienti dall’estero e dall’interno (rispettivamente -1,8% e -1,7% tendenziali).
Ancora in fase recessiva il settore dei minerali non metalliferi (-1,4% la produzione tendenziale). Positive, comunque, la tenuta del fatturato (+0,1% dopo tre trimestri di flessioni), la ripresa degli ordinativi esteri (+5,6%) e l’utilizzo degli impianti rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente (73,7%).

Le aspettative
Le aspettative degli imprenditori relative all’andamento della produzione industriale nel IV trimestre 2005 evidenziano una situazione che appare ancora di carattere interlocutorio.

Il 31% delle risposte prevede un aumento della produzione (rispetto al periodo luglio-settembre) con un saldo di +15 punti percentuali che, per quanto positivo, è del tutto fisiologico nella misura in cui il confronto viene fatto con il periodo estivo. Questo risultato è infatti in linea con le previsioni formulate un anno fa, che vedevano un saldo positivo del 16% fra “ottimisti” e “pessimisti” ed in termini destagionalizzati evidenzia per lo meno una stabilizzazione delle aspettative imprenditoriali dopo che i primi due trimestri del 2005 avevano fatto segnare un arretramento del sentiment.
Permangono, invece, su valori negativi (sono oramai due trimestri che accade) le previsioni relative alla domanda estera.

Facendo un confronto rispetto ai medesimi trimestri le aspettative passano dal saldo del +11 del IV trimestre 2004 al -5 del periodo ottobre-dicembre 2005. Restano invece stabili le attese sul fronte della domanda interna, i cui saldi si confermano intorno al +9 registrato anche nel IV trimestre 2004. Ugualmente stabile appare la dinamica per i livelli occupazionali, il cui saldo (-3) resta sui valori espressi un anno fa.

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