Il II trimestre 2005 della Congiuntura manifatturiera toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 settembre 2005 14:25
Il II trimestre 2005 della Congiuntura manifatturiera toscana

Firenze, 9 settembre 2005 – L’industria manifatturiera toscana archivia il primo semestre 2005 con un pesante segno meno: l’andamento della produzione, nel periodo aprile-giugno 2005, ha infatti confermato con un –2,9%, il dato del primo trimestre.
Anche se la produzione risulta cresciuta (+6,4%) rispetto al trimestre precedente, con ricadute positive sull’utilizzo della capacità produttiva e sul livello occupazionale (+0,3%), i dati non consentono di contenere la flessione su base tendenziale, ovvero rispetto al secondo trimestre 2004.

La performance della Toscana appare peggiore di quella media nazionale, che pure risulta tutt’altro che brillante: in Italia, la produzione industriale è arretrata in misura meno consistente (–1,9%) e l’andamento della domanda estera nei mesi di aprile e maggio appare incoraggiante.
Scende, rispetto allo stesso periodo 2004, il grado di utilizzo degli impianti che passa dal 78,8% al 77,3%. Sostanzialmente stabile, secondo la rilevazione Infocamere-Movimprese, il numero di imprese manifatturiere non artigiane registrate (+0,3% tra giugno 2004 e giugno 2005).
Queste difficoltà si protraggono da almeno tre anni, sia pure in diversa misura e con intensità diversa fra settori ed imprese; non mancano significativi casi di dinamicità, né aziende d’eccellenza che presentano ottimi risultati.

Ma, in generale, l’ipotesi di svolta ciclica - che pareva aprirsi con la stagnazione del 2004 - appare affossata dalle dinamiche di questo primo semestre 2005 e sono questi segnali inequivocabili di strutturalità nelle problematiche della nostra industria regionale.

Ordinativi e fatturato
La dinamica della produzione industriale è accompagnata da una preoccupante evoluzione di altri due indicatori congiunturali: la domanda estera – “variabile critica” per l’economia toscana – ed i prezzi alla produzione.
Dopo la progressiva accelerazione fra la fine del 2003 e la fine del 2004, subiscono una battuta d’arresto gli ordinativi esteri.

Più contenuta la riduzione degli ordinativi del mercato nazionale su base tendenziale (-0,2% dopo un -2,7% nel primo trimestre), portando il bilancio complessivo dei primi sei mesi dell’anno al -1,5%.
Considerata la riduzione del 2,3% del fatturato in termini nominali, il rallentamento dei prezzi alla produzione - che passa dal 2,3% al 1,3% - determina, infine, una flessione del fatturato reale pari a circa il 3,5% su base annua.

La dimensione d’impresa
Rispetto al secondo trimestre 2004, tiene l’impresa media (da 50 a 249 addetti), che registra una crescita del fatturato (+0,2%), dell’andamento generale degli ordini di mercato (dall’estero +5,7%; dall’Italia +3,5%), dell’occupazione (+0,6%) e del livello di utilizzo degli impianti (80,3%), anche se si contrae la produzione (-2,3%).
La grande impresa (oltre 250 addetti) mostra, invece, una caduta tendenziale del fatturato (-1,7%, il primo segno meno dal 2003) e produzione (-2,4%); ma aumentano gli ordini provenienti dall’estero (+5,6% ) e quelli dall’Italia (+4,0%, dopo due trimestri di flessioni).
Resta negativa la situazione della piccola industria (da 10 a 49 addetti) dove, nel confronto con il secondo trimestre 2004, la diminuzione della produzione è stimata al 3,2% e quella del fatturato al 3,3%; l’utilizzo degli impianti scende al 76,2%; gli ordini dall’estero flettono del 4,7%, e quelli nazionali restano negativi (-2,6%).



Le differenziazioni settoriali
Sono in ripresa il settore della trasformazione alimentare, interessato da una nuova fase di crescita (+2,4% la produzione) caratterizzata da una positiva dinamica degli ordinativi provenienti dall’estero (+8,4%) e da un grado di utilizzo degli impianti ai massimi dal 2003; e quello della lavorazione dei metalli (+0,5% la produzione). Tale settore sembra aver in parte recuperato la flessione dei primi tre mesi dell’anno (-2,7%) ma accusa ancora un certo affanno, complice la battuta d’arresto degli ordinativi provenienti dall’estero (-6,0%).

Sostanzialmente stabile la produzione di elettronica e mezzi di trasporto, mentre aumentano ordinativi interni (+10,3%) ed esteri (+11,6%). Trimestre di contrazione, il II 2005, per il macro-comparto della chimica, farmaceutica, gomma e plastica, che flette la produzione dell’1,7% riducendo pure le vendite reali, fenomeno questo segnalato da una crescita dei prezzi (+3,1%) superiore alla crescita del fatturato (+1,2%). Cattivo momento anche per legno e mobili, che perdono su produzione (-1,5%) e ordini interni (-2,5%).
Per la meccanica si acuisce il periodo di difficoltà, con -3,1% sulla produzione tendenziale e perdite sul fronte degli ordini e dell’utilizzo degli impianti.
Si aggravano i settori tessile-abbigliamento (-7,0% la produzione) e pelli-cuoio-calzature (-5,6%, produzione).

Mentre nel primo caso gli ordini di mercato risultano pesantemente negativi (-6,9% interni; -8,0% esteri), nel secondo tornano a crescere gli ordini dall’Italia (+2,2%) mentre peggiorano leggermente quelli provenienti dall’estero (-0,7%).
Ancora di segno negativo la produzione tendenziale di minerali non metalliferi (-1,5%) che però, nel confronto con il primo trimestre 2005, recupera nei termini di ordinativi nazionali (+4,2%) e di sfruttamento degli impianti al 79,2%.
Infine, continua la flessione produttiva tendenziale delle categorie dell’orafo, della carta e della raffinazione e dei settori residui (-2,9%): una flessione imputabile quasi esclusivamente all’oreficeria.

Le aspettative
Orientate al pessimismo le aspettative degli imprenditori toscani per il III trimestre.

Pesano le difficoltà del quadro internazionale (il saldo tra coloro che prevedono aumenti e coloro che invece prevedono diminuzioni della domanda estera è pari a meno 4 punti percentuali) così come l’evoluzione della domanda interna (passata dai più 7 punti percentuali del III trimestre 2004 ai meno 9 del III trimestre 2005).
Ancora non positive appaiono le prospettive occupazionali, che restano sostanzialmente sui valori espressi un anno fa: 5 punti percentuali a favore di coloro che prevedono una diminuzione dell’occupazione.
In termini destagionalizzati, le aspettative a breve termine sono così tornate a peggiorare (passando da +11% del II trimestre a +8% del III trimestre il saldo aumenti-diminuzioni destagionalizzato), dopo una fase di graduale miglioramento del clima di fiducia degli imprenditori che era salito dai 3 percentuali del I trimestre 2004 ai più 11 punti percentuali del I trimestre 2005.



“La rilevazione - commenta il Presidente di Unioncamere Toscana Pierfrancesco Pacini - conferma per la prima parte del 2005 le difficoltà del sistema manifatturiero regionale, che già nel 2004 aveva registrato risultati deludenti”. “È opportuno tuttavia sottolineare che tale sfavorevole tendenza non apre un “caso Toscana”, essendo ancora una volta da ricollegarsi ad una più generale dinamica congiunturale negativa che interessa l’intera economia nazionale, mentre in Europa l’andamento dell’attività industriale sembra invece orientata al segno positivo sebbene, al momento, su livelli non particolarmente sostenuti”.
“Tornando alla Toscana -continua Pacini - conforta ad ogni modo la tenuta nel numero delle imprese industriali che, fra l’altro, si orientano verso forme giuridiche più strutturate e complesse che maggiormente possono fronteggiare la competizione internazionale; inoltre, è da valutare positivamente la maggiore richiesta, da parte delle stesse imprese, di figure professionali di profilo più elevato”.

“È, questo, uno sforzo che va seguito con attenzione e che le istituzioni devono sostenere con convinzione -conclude Pacini - dal momento che i problemi attraversati in questi ultimi anni richiedono agli imprenditori toscani di mettere in campo strategie innovative di lungo periodo anche in campo organizzativo”.

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