Bogogno: catturato con un bliz delle teste di cuoio Angelo Sacco

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 giugno 2005 06:43
Bogogno: catturato con un bliz delle teste di cuoio Angelo Sacco<BR>

"Mi volevano portare via la casa". Queste le prime parole quando i Gis, il reparto speciale dei Carabinieri partiti da Livorno, hanno catturato con un bliz poco dopo la mezzanotte Angelo Sacco, il folle omicida di Bogogno. L'hanno trovato seduto sul divano e' uscito in mutande. E' finito cosi' dopo nove ore e mezza l'incubo nel piccolo paese del novarese che ieri ha visto trasformare una ingiunzione di pignoramento in una strage.
Angelo Sacco, 54 anni ha ucciso tre persone e ne ha ferite nove.

Una reazione violenta dopo che il geometra Claudio Morsullo di 39 anni si era presentato alla sua porta alle 14,30 con l'incarico del tribunale di stimare la sua casa per un successivo pignoramento. Angelo Sacco gli ha sparato e lo ha ucciso sulle scale, poi si e' barricato in casa.
Poi Sacco ha fatto fuoco su un terzetto di carabinieri e ne ha ucciso uno, Giampiero Cossu, trentenne, di Bogogno e in servizio nella vicina stazione di Gattico, infine ha centrato un motociclista che passava nella strada antistante la sua abitazione, Giovanni Paracchini, 45 anni, di Borgomanero (Novara).

Nella sua furia omicida ha anche esploso colpi di fucile contro quattro auto, ferendo nove persone, fra cui una donna, Matilde Panicali, 35 anni, e sei carabinieri. Il piu' grave dei feriti, raggiunto al petto e all' addome dai proiettili, si trova ricoverato nel reparto rianimazione dell' ospedale di Novara.
L' inferno di fuoco dura piu' di due ore. Sacco, che e' un abile tiratore e possiede fucili e carabine regolarmente denunciate, spara a chiunque passi in strada. Tragico il destino del carabiniere Cossu, sposato con Leila Bruno e padre di una figlia, Lucrezia, di 4 anni.

La moglie e' impiegata alla De Agostini di Oleggio (Novara). La coppia viveva da 9 anni in una casetta a due piani in via del Portico nel centro di Bogogno. "Stamani e' uscito presto - raccontano i vicini, Matteo e Chiara, suoi amici - verso le nove e' rientrato e ha riempito di acqua una piscina di plastica per la figlia. Alle 14.30 ci ha detto: 'Buon divertimento' e si e' recato la lavoro". E' salito sulla sua Kia Carnival per andare a Gattico. Lungo la strada ha visto due colleghi della stazione che si erano recati in paese a fare indagini per un furto e che avevano visto Angelo Sacco che sparava e si erano fermati.

Si e' fermato anche lui per dare una mano, ma una scarica di fucile l'ha colpito e ucciso. Il suo cadavere e' rimasto sul selciato, accanto a quello del motociclista ammazzato subito dopo da Sacco, fino al blitz delle teste di cuoio. Le forze dell' ordine hanno cercato piu' volte di recuperarli, ma Sacco ha fatto fuoco contro di loro. Sul posto si sono recati il procuratore di Novara Corrado Canfora, il comandante provinciale dei carabinieri Fabrizio Bernardini e il Questore Andrea Ninetti.

Le strade intorno alla casa, in via dei Martiri 54, sono state bloccate. Gli abitanti della zona si sono barricati nelle loro abitazioni. Sacco abita al secondo piano di un vecchio stabile con i balconi a ringhiera. Al piano di sotto i suoi familiari - la mamma Irma, la sorella Ilvia e la zia (il cognato Gianni Marzari e la nipote Oriana, assessore comunale del paese, erano fuori) - si sono rinchiusi nel loro appartamento e sono rimasti in contatto con le forze dell' ordine via telefono.

Verso le 19 e' arrivata in elicottero la squadra di teste di cuoio del Gis dei carabinieri. Inutilmente il procuratore Canfora ha cercato di instaurare un colloquio. Alla fine la decisione per il blitz: "Alle 00.03 abbiamo gettato cariche irritanti - ha affermato - alle 00.05 gli ho dato l'ultimo avviso e poi eravamo d'accordo con i Gis che dopo 5 minuti saremmo intervenuti". E cosi' e' stato: "L' operazione e' durata 7 secondi - ha detto il comandante della squadra - era seduto sul divano nella stanza d'ingresso - ha aggiunto - con noi non ha parlato, non ne ha avuto il tempo.

Era stordito, gli abbiamo soltanto detto: siamo carabinieri. Non aveva armi vicino a lui, ma nella stanza a fianco ce n'erano parecchie". "Lui ha ucciso e noi lo abbiamo preso vivo senza spirito di vendetta", ha sottolineato il generale Saverio Cotticelli, comandante dei carabineri del Piemonte e della Valle d'Aosta. Ma chi e' Angelo Sacco? Un tipo chiuso e irascibile, dicono i suoi compaesani. Un amico, Franco Carbonati, racconta: "Angelo e' stato una persona gioviale e allegra fino al '73-'74, quando e' andato a fare il militare.

Al ritorno sembrava un altro, taciturno e introverso. Fino a 10 anni fa e' stato presidente della Federcaccia di Bogogno. Un ottimo tiratore, si esercitava anche al piattello. Dopo avere studiato per un biennio alla Facolta' di ingegneria, aveva lavorato all' Aermacchi ed ora si occupa di informatica, a Varese". "Era talmente rinchiuso in se stesso - aggiunge Carbonati - che quando abbiamo fatto la festa dei cinquantenni, non ha voluto parteciparvi". Anche il sindaco, Andrea Guglielmetti, conferma il carattere estremamente riservato di Angelo Sacco: "Non lo conosco perche' non faceva vita di comunita"'

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