A FirenzEstate undici concerti curati dall’associazione musicale L’Homme Armé per indagare sull’esplosiva miscela creativa nel triangolo artista - interprete - ascoltatore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 maggio 2005 15:03
A FirenzEstate undici concerti curati dall’associazione musicale L’Homme Armé per indagare sull’esplosiva miscela creativa nel triangolo artista - interprete - ascoltatore

Firenze - C’è il “suono” dell’artista, la passione che lo sorprende al momento della ricerca e della scelta del repertorio musicale e poetico. C’è il “suono” dell’interprete, la dimensione della sua invenzione artistica, l’emozione del suo rapporto con il pubblico. E c’è il “suono” dell’ascoltatore che manifesta la sua presenza emotiva e contemplativa.
Esplorare questa tripla dimensione, ovvero l’elemento spirituale della creazione artistica, dell’esecuzione e della fruizione, è l’obiettivo degli undici concerti della rassegna Il suono dell’anima, che l’associazione musicale L’Homme Armé cura per l’Estate Fiorentina 2005, il ciclo di eventi organizzato dal Comune/Assessorato alla Cultura.


Musica e poesia, strumenti solisti e parole recitate, musica contemporanea e musica etnica: elementi scelti per creare un punto di incontro tra esperienze creative e interpretative diverse, in gran parte solistiche, che spaziano dal Rinascimento alla Contemporaneità.
Inaugura la rassegna Giovanni Sollima, uno dei violoncellisti e compositori più apprezzati, che proporrà un lavoro ispirato alle liriche del poeta Joseph Beuys e alla particolare luce dei dipinti caravaggeschi (Caravaggio-Beuys Song per violoncello solo e electronics).

All’esplorazione dell’ universo barocco saranno invece dedicati i concerti di Paolo Biordi (15 giugno), di Fabio Bonizzoni (20 giugno) e di Christophe Coin (22 giugno) che proporranno alcune tra le pagine più liriche ed intense del repertorio sei-settecentesco per viola da gamba, cembalo e violoncello.
Accanto alla musica, spazio alla parola cantata e recitata. Muovendosi liberamente tra generi e repertori diversi (dalle tragedie di Sofocle, all’universo biblico, alla mitologia), voce e canto si confermano lo strumento più immediato per dar vita alle “intermittenze” più profonde dell’anima con i tre spettacoli del 16 giugno (Lo sguardo di Antigone con Milena Vukotic, Monica Benvenuti, Giuseppe Bruno), del 21 giugno (Apocalisse di Dio con Franco Di Francescantonio) e del 27 giugno (Il dito di Orfeo con Lucia Sciannimanico e Gabriele Micheli).
Il pianoforte è invece il protagonista del concerto del 23 giugno: le sue sonorità diventano mezzo di espressione privilegiato della spiritualità laica e religiosa attraverso le pagine di tre pilastri del Novecento, Olivier Messiaen, Luciano Berio e Dimitrij Šostakovič, interpretati dal pianista Folco Vichi.
Alla musica etnica di tradizione mediterranea sono riservati due appuntamenti: il violinista palestinese Simon Shaeen (28 giugno) e Alfio Antico Trio (29 giugno) propongono un viaggio fatto di memorie, misticismo e immaginazione.

Chiude la rassegna l’Insieme vocale e strumentale L’Homme Armé (dirige Fabio Lombardo) con musiche di Josquin, Kurtag, Nono, Pezzati.

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