La provincia di Firenze contribuisce alla crescita delle “emissioni climalteranti” con una intensità doppia rispetto alla media nazionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 novembre 2004 14:38
La provincia di Firenze contribuisce alla crescita delle “emissioni climalteranti” con una intensità doppia rispetto alla media nazionale

(16 novembre 2004) – L’ “impronta ecologica”? Cos’è? “Misura la quantità di terreno necessaria al nostro sostentamento- risponde l’assessore provinciale all’Ambiente Luigi Nigi - Ebbene, se tutti gli abitanti della terra ne usassero, di impronte, quanto noi, ci vorrebbero ben due pianeti”. Concetti che vengno ripetuti in due pubblicazioni per spiegare l’ambiente ai ragazzi, anzi agli studenti delle scuole medie superiori. L’assessorato all’Ambiente della Provincia di Firenze ha infatti predisposto a riguardo un agevole vademecum e la pubblicazione ‘Impronta ecologica’ che, in questi giorni, vengono consegnati ai 23 mila studenti delle scuole superiori fiorentine.

Il vademecum, sintesi del rapporto sullo stato dell’ambiente nel territorio provinciale, e la pubblicazione sono stati presentati dall’assessore Nigi in Palazzo Medici Riccardi. “Attraverso questi due strumenti ci rivolgiamo direttamente ai 23 mila studenti delle scuole superiori fiorentine”, spiega Nigi. Un’intelligente inversione di tendenza è possibile, è già in atto, ma “anche gli studenti potranno portarla avanti con più consapevolezza”.

Cosa emerge dalle due pubblicazioni? Che se l’effetto serra rappresenta la minaccia più consistente per l’ambiente del pianeta, la provincia di Firenze contribuisce per alla sua crescita con “emissioni climalteranti” con una intensità doppia rispetto alla media nazionale.

Colpa, anche, di un nemico chiamato “Pm10”, uno dei sette inquinanti dell'aria più importanti. Tuttavia non bisogna scoraggiarsi. Siamo in una fase di inversione di tendenza. Ed ecco i dati positivi: miglioramento tecnologico (soprattutto del parco macchine) e della qualità dei combustibili, riduzione degli inquinanti atmosferici (dal 1999, per ossidi di azoto e monossido di carbonio non si registrano più superamenti dei limiti di legge). Migliorato anche lo stato delle acque per effetto di migliori politiche industriali e dei comportamenti domestici.

In particolare l’Arno limitatamente al tratto a valle di Firenze, manifesta segni consistenti di miglioramento grazie all’impianto di depurazione di San Colombano “che – spiegano i tecnici della Provincia - una volta a regime, dovrebbe colmare il gravissimo deficit di depurazione che per decenni ha drammaticamente alterato le condizioni del fiume”. Aumentano, invece, i rifiuti urbani: + 20 per cento solo nel periodo 1997-2000, nonostante i livelli procapite già tra i più alti d’Italia.

Al tempo stesso, però, è cresciuta la raccolta differenziata, che ha superato il 25 per cento (più di dieci punti percentuali sopra la media nazionale). Altri segni critici: il traffico (poco è il trasporto collettivo, su rotaie e con scarso impiego delle biciclette) mentre , sul fronte dell’energia, seppure in presenza di una parziale sostituzione tra olio combustibile e metano, non si vede ancora un apprezzabile sviluppo delle fonti rinnovabili (eolico, solare, biomasse) sia nella produzione elettrica che termica.

La Provincia non è disarmata di fronte alle emergenze. E’ stato infatti attivato un piano di azione contemplato nella cosiddetta ‘Agenda 21’, un percorso con parametri precisi di sostenibilità ambientale che saranno fatti osservare dalla Provincia con le istituzioni locali e le varie forze sociali”.

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