Trasporti: Alessandri e Sensi (An) e la De Zordo intervengono sulla questione Ataf

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 agosto 2004 17:23
Trasporti: Alessandri e Sensi (An) e la De Zordo intervengono sulla questione Ataf

"L'intervento sulla stampa dell'assessore regionale ai trasporti Riccardo Conti in merito agli investimenti sul trasporto pubblico locale, merita alcune risposte e pone alcuni aspetti di contraddittorietà rispetto alle scelte politiche operate dalle giunte di centro sinistra nell'area fiorentina". E' quanto dichiarano il consigliere comunale di Alleanza Nazionale Stefano Alessandri e il consigliere provinciale Guido Sensi. "E' curioso - affermano i due esponenti di An - rilevare che l'assessore Conti confermi l'erogazione di stanziamenti da parte della Regione Toscana a una azienda come Ataf, di cui non sono noti né il nuovo piano industriale né il piano di risanamento; ed è altrettanto curioso che l'assessore richieda al governo di fare altrettanto: una sorta di cambiale in bianco da firmare senza neppure sapere in che modo l'azienda intende risollevarsi dalla drammatica crisi finanziaria".

"Un secondo aspetto oltremodo grottesco - continuano Alessandri e Sensi - è l'eccessiva enfasi che viene fatta del 'biglietto unico' come panacea dei mali che affliggono il trasporto pubblico locale integrato. A oggi infatti, l'unico comune denominatore che lega i servizi pubblici usufruibili con il biglietto unico è purtroppo l'inefficienza. Treni regionali sporchi e in ritardo che trasportano le persone come se fossero merci, autobus che non rispettano gli orari e si perdono nel traffico cittadino causando notevoli difficoltà agli utenti".

A questo punto gli esponenti di An si domandano che relazione ci sia tra i finanziamenti del governo e la gestione fallimentare di Ataf. "Un governo 'amico' avrebbe dovuto aiutare incondizionatamente Ataf a ripianare le copiose perdite? Non ha forse governato il centrosinistra negli anni della gestione Frangioni? E quali risultati si sono ottenuti?". E ancora: "Che fine ha fatto il progetto di metro-treno che era stato ipotizzato dallo stesso Conti quando ricopriva la carica di assessore provinciale? E' servito probabilmente solo a migliorare la vita di qualche illustre professionista".

"Quello che appare chiaro - concludono gli esponenti di An - è che al di là di molteplici e fantastiche ipotesi, se 10 anni fa si fosse dato il via ad un progetto serio di metropolitana, oggi, non saremmo qui a discutere del problema ed avremmo reso un servizio migliore ai cittadini".

Una lettera aperta indirizzata al sindaco Leonardo Domenici e al presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini sulla vicenda Ataf. L'ha scritta Ornella De Zordo, capogruppo di "Unaltracittà/Unaltromondo".

Ecco il testo della lettera.
«La crisi finanziaria di Ataf lascia sconcertati non solo per il consistente deficit previsto, ma anche per la scarsa efficienza dell'azienda di trasporto pubblico e le conseguenti ricadute negative sulla mobilità cittadina e metropolitana. Non è certo sufficiente risanare l'azienda attraverso la ricapitalizzazione e il pareggio del bilancio. Sarebbe infatti un grave errore pensare che l'acquisizione della proprietà del deposito di viale dei Mille, l'appalto a Linea delle corse più deboli, la fusione con Firenze Parcheggi, possano rappresentare le soluzioni, senza prevedere invece un concreto rilancio della società per i prossimi anni.

Per non parlare del rischio che già si intravede di una riduzione del personale, un provvedimento che fa ricadere sui dipendenti la crisi in atto e che va nella direzione opposta rispetto all'incentivazione e al miglioramento del trasporto pubblico, e la conseguente riduzione di quello privato, che deve rimanere l'obbiettivo prioritario dell'amministrazione. Al contrario, il personale deve essere motivato e valorizzato, perché il rilancio di Ataf passa sia attraverso il miglioramento del servizio reso ai cittadini, ridando quindi credibilità ed efficienza all'azienda, che la riorganizzazione della mobilità cittadina e metropolitana, con una progettazione integrata di bus, parcheggi, ferrovia, futura tramvia e mobilità privata.

Si devono dunque raggiungere obbiettivi di qualità: la drastica riduzione delle corse perse, che danneggiano e irritano i cittadini-utenti; l'aumento della velocità commerciale dei bus, in modo da rendere competitivo il mezzo pubblico con quello privato; una diversa politica tariffaria, che preveda nuovi biglietti e nuovi abbonamenti, per favorire l'acquisizione di nuovi utenti, dagli studenti più o meno giovani ai disoccupati, dai co.co.co ai lavoratori dipendenti con il ticket-trasporto della propria azienda.

E' indispensabile dare attuazione e aggiornare il Piano Urbano del Traffico (PUT), approvato nel luglio 2003 ma rimasto largamente incompiuto, per ridisegnare le linee dei bus e aumentare il numero e l'estensione delle corsie preferenziali, non solo in vista dei cantieri della tramvia, ma anche per recuperare la competitività delle linee deboli, che sono l'80% delle linee attuali. E' necessario procedere con l'elaborazione del Piano Urbano della Mobilità (PUM), per progettare e programmare gli interventi sulla mobilità pubblica e privata nei prossimi 10 anni.

La crisi di Ataf è una crisi complessiva e strutturale gravissima, alla vigilia di appuntamenti fondamentali per la mobilità: l'affidamento della gestione del Trasporto Pubblico Locale ad Ataf, che vincerà la gara in quanto unica partecipante, e la cantierizzazione della tramvia, che avrà un forte impatto sulle linee dei bus e sul traffico privato. Per questo il Consiglio Comunale deve riprendere il proprio ruolo di indirizzo politico, discutendo del rilancio di Ataf con i cittadini-utenti, attraverso un percorso partecipato, e all'interno delle proprie commissioni, in particolare quella più competente, la commissione "Trasporti e Ambiente".

Il Consiglio e la Giunta devono affrontare decisamente la creazione dell'Agenzia per la Mobilità, espressione dei Comuni dell'area metropolitana, della Provincia, della Regione e delle aziende di trasporto, che dovrà pianificare e coordinare le strategie e le priorità degli interventi e degli investimenti a breve, medio e lungo termine, puntando a politiche di disincentivo all'uso dell'auto, in favore del mezzo pubblico, rendendolo più veloce e competitivo rispetto al mezzo privato. Alla luce di questa sitruazione indignano quindi le parole pronunciate dall'ex presidente di Ataf, Aldo Frangioni, che nel marzo scorso, all'ingresso di Elisabetta Tesi nel Consiglio di Amministrazione, sosteneva che sotto la sua presidenza l'Ataf "è riuscita a mantenere l'equilibrio nei conti" e che la società è "caratterizzata da una gestione economica più produttiva e capace di offrire servizi sempre migliori" (intervista del 13/3/2004).

E' possibile che Frangioni non si fosse accorto degli oltre 7 milioni di euro di deficit del 2003, che diventeranno 9 milioni nel 2004, e che le 45 mila corse soppresse nel 2003 non erano dovute ai cantieri stradali, ma dalla cattiva gestione della società e soprattutto dalle mancate coperture dei turni degli autisti assenti? Per non parlare poi della velocità media oraria dei mezzi Ataf, che si aggira intorno ai 15 chilometri orari, e della media del numero annuo dei viaggi Ataf per abitante che già nel 2002 è crollato rispetto al 2001, con 137 viaggi rispetto ai 229 dell'anno precedente ("Dossier trasporto pubblico 2004" di Legambiente).

Se non si attiva una riorganizzazione di largo respiro, se non si dà forza ai progetti per una diversa mobilità della città, quale fiducia possono avere i cittadini nella futura gestione del trasporto pubblico?».

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