Prospettive di sviluppo economico fiorentino in un sondaggio commissionato dall’Assoindustria

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 febbraio 2004 20:17
Prospettive di sviluppo economico fiorentino in un sondaggio commissionato dall’Assoindustria

Il sondaggio è realizzato da Freni Ricerche di Marketing per Assindustria Firenze, in Provincia di Firenze, escluso il comune di Firenze, tra metà Marzo-fine Settembre 2003, intervistando i responsabili/titolari di aziende associate Assindustria delle aree territoriali, Empolese Valdelsa, Mugello, Area Fiorentina Nord, Valdarno Superiore, Chianti e Scandicci di 850 aziende.
L’indagine Monitor, commissionata dall’Associazione Industriali di Firenze e cofinanziata dalla Camera di Commercio di Firenze, intendeva rappresentare lo stato dei rapporti fra le imprese della provincia e l’amministrazione locale, attraverso la percezione che le imprese stesse hanno delle infrastrutture, dei servizi e degli altri fattori che incidono sulla capacità competitiva del territorio e, conseguentemente, sulle sue possibilità di sviluppo.

Identikit dell’impresa
Oltre il 40% delle aziende intervistate con sede nella provincia di Firenze, ad esclusione di quelle del comune capoluogo, si concentra nei settori della metalmeccanica (21%) e della moda (20.5%).


La grande maggioranza delle aziende del campione (60%) sono di piccole dimensioni, contando su un numero di addetti inferiore alle 20 unità. In ordine alla stabilità, 2 aziende su 3 sono nate nello stesso comune dove operano a tutt’oggi, a conferma della forte identità con il territorio che caratterizza il tessuto produttivo della provincia nel suo complesso. Questa tendenza risulta particolarmente marcata nell’area dell’Empolese, mentre l’eccezione è rappresentata da Scandicci, dove 3 aziende su 4 sono nate altrove.

La capacità di attrazione, qui, risulta in effetti più alta che nel resto del territorio e paragonabile solo a quella dell’Area Fiorentina Nord: se il tasso di natalità medio delle imprese della provincia è leggermente al di sotto del 3% annuo, infatti, in queste due aree raggiunge il 5%. Molto significativo, nell’Area Fiorentina Nord è anche il dato relativo alle imprese nate negli ultimi 5 anni, pari a ben il 31% del campione.

Le problematiche
Il limite allo sviluppo indicato con maggiore frequenza dalle imprese del campione è legato ai vari aspetti della viabilità e della logistica.

A prescindere dal comune in cui l’azienda è collocata, in altri termini, l’inadeguatezza delle strade, la carenza di infrastrutture materiali e immateriali, il congestionamento del traffico, la difficoltà a raggiungere l’autostrada rappresentano i problemi più sentiti. La situazione più critica appare quella dell’alta Valdelsa e di Firenze Nord, un’area, quest’ultima, dove pure la vicinanza con l’autostrada viene indicata fra i maggiori vantaggi all’insediamento di attività industriali.


Un secondo blocco di difficoltà, rilevato in particolare nell’area territoriale del Chianti, riguarda il reperimento di manodopera, la carenza di alloggi e di strutture sociali per il personale dipendente. A Scandicci, appare più consistente che altrove la percentuale di aziende che indicano fra gli ostacoli oggettivi allo sviluppo l’eccessivo carico fiscale. Coerentemente con tale giudizio, ben il 48% del campione ritiene che fra gli impegni prioritari della pubblica amministrazione debba rientrare proprio la riduzione dei tributi a carico delle imprese.


Un discorso a parte merita il capitolo dei servizi alle aziende. Sono molte le imprese del campione – trasversalmente alle varie aree prese in esame dall’indagine – a lamentare dei ritardi in questo senso. I dati specifici, tuttavia, assumono un valore diverso a seconda del grado di conoscenza dello stato effettivo delle cose. Nell’Empolese Valdelsa, per esempio, il 66% delle imprese appare totalmente disinformato sulle attività e addirittura sull’esistenza di strutture importanti di supporto all’economia quali gli Sportelli Unici per le Attività Produttive.

La media dell’intera provincia non si discosta peraltro di molto: lo Sportello Unico è noto ad appena il 33,7% del campione, con la positiva eccezione del Mugello dove il livello di conoscenza è decisamente più alto (46,5%).
In ordine ai servizi non specificamente dedicati all’impresa (fornitura di gas ed energia elettrica, smaltimento rifiuti), le criticità riguardano più che l’efficienza del servizio in se stesso, i suoi costi, giudicati gravosi soprattutto dalle aziende di piccole dimensioni.

Molto significativo, in particolare, appare quel 70% di aziende che giudicano sproporzionato il costo del ritiro dei rifiuti. Una percentuale pressoché analoga (71%) indica nel termovalorizzatore la soluzione dei vari problemi legati allo smaltimento dei rifiuti, per i vantaggi che esso apporterebbe in ordine ai costi, ai livelli d’inquinamento e alla logistica.
In senso più generale, la possibilità che i servizi pubblici passino dalla mano pubblica a una gestione privata viene vista dalle aziende con perplessità circa gli effettivi vantaggi che tale processo comporterebbe.

Si temono forme di privatizzazione solo apparenti, tali da limitare la trasparenza e il controllo pubblico, senza peraltro acquisire i vantaggi della concorrenza. La preoccupazione più diffusa è che dal monopolio pubblico si passi a una sorta di monopolio privato, a discapito dell’efficienza e della riduzione delle tariffe che solo una liberalizzazione compiuta può apportare.

Il giudizio sull’amministrazione
Espressione diretta delle problematiche individuate dalle imprese e percepite come limiti concreti allo sviluppo, è il voto espresso in una scala da 1 a 10 e attribuito ai diversi comuni della provincia, ovvero sulla loro capacità di affrontare e gestire tali problematiche.

Il voto medio risulta prossimo alla sufficienza (5.7), con gli estremi rappresentati dal 5.3 dell’Empolese Valdelsa e il 6.1 di Scandicci, l’unica area a registrare la sufficienza piena. Alla formazione di questo giudizio concorre in parte la favorevole posizione geografica dell’area, alla base anche della sua capacità di attrazione di nuove imprese. Per quanto riguarda l’Empolese Valdelsa, invece, si riscontra una diffusa convinzione fra gli imprenditori che altrove si lavori meglio, con quel che ne deriva in termini di fiducia sulle chance di sviluppo del territorio.



L’insediamento industriale
Due aziende su tre si trovano da oltre 10 anni nel territorio del comune dove attualmente è collocata la loro attività. Il tasso di natalità medio delle imprese nella provincia di Firenze è leggermente inferiore al 3% annuo. Questo ritmo si innalza al 5% nell’Area Fiorentina Nord e nell’area di Scandicci, che dimostrano di possedere una capacità di attrazione assolutamente superiore alle altre Territoriali. In particolare, ben il 30% delle aziende presenti nell’Area Fiorentina Nord si è insediato negli ultimi 5 anni, mentre a Scandicci, nello stesso arco di tempo, le imprese di nuovo insediamento corrispondono al 25% del totale dell’area.

Nella Territoriale del Mugello Valdisieve, le imprese sorte negli ultimi 5 anni, rappresentano il 7%. Particolarmente profondo risulta il radicamento nel territorio: 2 aziende su 3 della provincia sono sorte nello stesso Comune in cui sono attualmente collocate. La zona di “popolamento” più recente è Scandicci, che ha esercitato una forte attrazione sulle zone limitrofe – in genere si tratta di migrazione da comune a comune all’interno della stessa area territoriale – e che, ad oggi, conta tre aziende su quattro sorte in altro comune.

Ben diversa è la situazione delle Territoriali Empolese Valdelsa e Mugello Valdisieve, che vantano una quota decisamente limitata di aziende in entrata nel proprio territorio.
In circa la metà dei casi, i titolari dell’azienda sono anche proprietari dell’immobile e risiedono da sempre nella medesima località in cui è nata l’attività. Il legame con il territorio si motiva infatti anzitutto con l’origine locale dei proprietari, spesso associata alla proprietà dell’immobile. Gli altri motivi dell’insediamento, specie se legati al trasferimento della sede dell’unità produttiva, vanno ricondotti alla necessità di nuovi spazi per lo sviluppo dell’impresa, alla prossimità allo snodo autostradale e alla ricerca di una migliore logistica.

Altro vantaggio è rappresentato dalla vicinanza di aziende terziste (partner o fornitori) con cui collaborano.
Le ragioni alla base della scelta della localizzazione dell’impresa variano da comune a comune. Mentre le aziende dell’Empolese Valdelsa, non interessate dal fenomeno della migrazione, motivano la scelta dell’insediamento con la proprietà dell’immobile sede dell’azienda e la residenza nel territorio comunale, quelle di Scandicci, che è una zona industriale ad elevata attrattività, adducono ragioni di spazio e di vicinanza con l’autostrada.

Le difficoltà connesse alla zona d’insediamento, in tutte le aree analizzate fanno essenzialmente riferimento alla viabilità, non solo per quanto riguarda la congestione del traffico, ma soprattutto per le difficoltà di accesso dei veicoli industriali agli assi viari. Il problema interessa con intensità variabile tutti i comuni della provincia e crea oggettivi ostacoli a tutte quelle aziende che devono movimentare le merci in tempi e con costi prevedibili. L’inadeguatezza delle strade a sostenere il traffico pesante , la congestione e le difficoltà ad essere raggiunti dai clienti e dai fornitori sono gli altri svantaggi più frequentemente segnalati.

La situazione maggiormente critica riguarda l’Area Fiorentina Nord e la zona dell’alta Valdelsa, dove sono stati rilevati specifici motivi di insoddisfazione relativi alla viabilità, ai disagi per raggiungere l’autostrada e alla situazione logistica. Nella Territoriale dell’Area Fiorentina Sud-Chianti si rilevano le maggiori difficoltà nel reperimento di manodopera, nella carenza di servizi per le aziende, di alloggi e di strutture sociali per il personale dipendente.

Servizi e infrastrutture
Il voto (espresso su scala da 1 a 10) assegnato in media dagli imprenditori ai diversi comuni della provincia per i servizi e le infrastrutture a disposizione delle aziende risulta prossimo alla sufficienza, essendo pari, per esattezza, a 5,7.

Questo valore deriva però da oscillazioni significative della valutazione. Le differenze di valutazione riscontrate tra i vari settori evidenziano un elevato gradimento da parte dei fornitori di servizi, gradimento che si fa più contenuto nel caso delle aziende appartenenti al settore moda e alimentare. Fra gli imprenditori della Sezione Territoriale Empolese Valdelsa, si riscontra un accordo sensibilmente superiore con l’affermazione, volutamente provocatoria, secondo cui nei comuni circostanti le aziende disporrebbero di condizioni di lavoro più propizie.


Questa percezione negativa, apparentemente in conflitto con il radicamento dell’impresa nel territorio, sembrerebbe scaturire in particolare dall’inadeguatezza della viabilità per i veicoli industriali. Viene avvertita, soprattutto, la mancanza di un asse viario di connessione con l’autostrada nella tratta Poggibonsi- Empoli. In termini di infrastrutture e servizi, Scandicci si presenta invece come l’area che offre le condizioni migliori per l’impresa, con la maggiore capacità di attrazione ad oggi.

In linea più generale, nella percezione dell’efficienza di servizi e infrastrutture le diverse aree territoriali mostrano alcune problematiche comuni.
Il primo gruppo di barre si riferisce al grado di soddisfazione rispetto agli aspetti logistici/infrastrutturali, il secondo al livello di soddisfazione circa i servizi pubblici, il terzo al mercato del lavoro e ai servizi di emergenza. Tra gli aspetti logistici/infrastrutturali spiccano, ancora una volta, i problemi della viabilità, della manutenzione del manto stradale e delle aree di sosta dei mezzi pesanti associati all’inefficienza dei servizi di trasporto pubblici.

Ulteriori atteggiamenti critici piuttosto diffusi nei confronti della Pubblica Amministrazione e dei suoi servizi da parte degli imprenditori fanno riferimento alla rete fognaria, all’illuminazione pubblica e alla raccolta dei rifiuti urbani.
Nelle tabelle che seguono indichiamo le aree territoriali che, rispetto al problema analizzato, generano il livello maggiore di insoddisfazione. Le risposte sono ordinate dalle più soddisfacenti alle meno soddisfacenti e sono suddivise divise tra “servizi” e “aspetti logistici”.



Uso dell’autoveicolo privato
L’intera area della provincia si caratterizza per l’impiego diffuso dell’autoveicolo privato da parte dei lavoratori per lo spostamento “da” e “verso” il posto di lavoro, con un utilizzo medio del 90%. Nelle Territoriali dell’Empolese Valdelsa e del Valdarno Superiore, si raggiungono valori percentuali prossimi al 100%.
Un miglioramento dell’offerta dei trasporti pubblici potrebbe comunque contribuire a disincentivare una buon numero di lavoratori dall’utilizzo dell’autoveicolo privato.

Una situazione analoga si riscontra per ciò che concerne l’inquinamento acustico: valutazioni mediamente positive nell’Area Fiorentina Sud-Chianti, nel Valdarno Superiore e in buona parte del Mugello Valdisieve, valutazioni negative nell’Empolese e a Scandicci.

Il costo dei servizi
In questa sezione del questionario, abbiamo chiesto agli imprenditori di dare una valutazione sulla congruità o non congruità dei costi di alcuni importanti servizi di fornitura.
La gestione dei rifiuti urbani
Il costo della gestione dei rifiuti urbani viene valutato esagerato o ingiustificato dal 70% degli imprenditori.

Solo in rari casi emerge l’equità di rapporto tra costo e livello del servizio. Sulle varie voci, in generale, si riscontra un’elevata uniformità di giudizio, a prescindere dall’area in cui è situata l’azienda.
Incrociando la valutazione delle aziende sul livello del costo del servizio di rifiuti urbani con quella relativa alla classe di fatturato del 2002, si evidenzia che sono le aziende di piccole dimensioni a ritenere particolarmente gravoso il costo del servizio. In particolare, le criticità più forti sono avvertite nei settori della chimica e del sistema moda.

Il settore della sanità, per le ridotte dimensioni del campione, non è statisticamente analizzabile.

La fornitura di gas
Anche per quanto riguarda la fornitura di gas, una percentuale significativa delle aziende del campione (32%) si esprime in maniera negativa circa il costo sostenuto per il servizio.
La fornitura di energia elettrica
Allo stesso modo, il costo della fornitura di energia elettrica viene valutato “eccessivo, ingiustificato” dal 42% degli imprenditori del campione.


Il servizio di ritiro dei rifiuti speciali
La questione del ritiro dei rifiuti speciali è particolarmente sentita dalle aziende, quale sia l’area territoriale di appartenenza presa in considerazione dall’indagine. La maggioranza delle imprese dichiara infatti di essere costretta a sostenere costi aggiuntivi rispetto al pagamento della normale tassa dei rifiuti, e di doversi molto spesso rivolgere ad aziende specializzate per il servizio di ritiro dei rifiuti cosiddetti “speciali”.

L’uniformità e la trasversalità di giudizio su questa tematica risulta palese. Il rapporto contrattuale con un’azienda specializzata per il ritiro dei rifiuti speciali arriva a coinvolgere oltre la metà del campione, ovvero da tutte quelle imprese che necessitano di questo tipo di servizio.

Il termovalorizzatore
Il termovalorizzatore, nell’opinione dei nostri intervistati, ha la capacità di ridurre le problematiche associate all’eliminazione dei rifiuti in termini sia in termini di costi, che di inquinamento e logistica.

Per quanto riguarda le discariche a cielo aperto, in molti hanno sottolineato la scarsa pubblicità che esiste sugli alti livelli connessi di inquinamento. Frequenti i riferimenti al fatto che nelle città del Nord Europa i termovalorizzatori sono attivi anche nelle immediate vicinanze dei centri storici, senza suscitare quell’allarmismo così frequente, invece, nel dibattito politico italiano.

Dalla gestione pubblica alla gestione privata
La questione del passaggio della gestione dei servizi dal pubblico al privato è ben nota alle imprese dell’area, come denotano le risposte degli intervistati.

Come si evince dalla rappresentazione grafica sottostante, in linea di principio le imprese valutano positivamente tale passaggio, per i vantaggi che ne deriverebbero all’utente sia in termini di risparmio che di efficienza del servizio. Sussistono tuttavia delle perplessità sulla compiutezza o meno di tale passaggio, essendo opinione diffusa che dei vantaggi concreti si avrebbero solo all’instaurarsi di una gestione autenticamente privata dei servizi. Il determinarsi di una situazione ibrida, con la contemporanea presenza di attori pubblici e privati e il permanere dell’influenza della politica nella gestione, snaturerebbe la natura del passaggio: gli effetti, nell’opinione delle aziende, sarebbero l’inevitabile aumento dei costi e l’incertezza estrema sull’interlocutore con cui contrattare i livelli delle tariffe.

Solo il passaggio a un soggetto esclusivamente privato porterebbe ad una maggiore efficienza di gestione, garantendo inoltre la possibilità di rapportarsi con un unico interlocutore per una gamma ampia di servizi.
Trattamento delle acque
Dai dati rilevati, emerge che in un caso su tre i depuratori per le acque industriali non sono stati attivati.
La proposizione relativa alla rimessa in discussione della tariffa integrata, nel caso in cui l’azienda tratti in proprio le acque reflue, suscita un consenso particolarmente elevato.


Notevole anche il consenso suscitato dalla proposizione relativa alla disinstallazione dell’impianto di depurazione nel caso in cui le aziende trattino in proprio la depurazione della acque.
Particolarmente sentita risulta l’esigenza di un acquedotto industriale che permetta alle aziende di contenere lo spreco di acqua potabile.
Un terzo delle aziende dispone di un pozzo privato che, nella metà dei casi, consente l’utilizzo dell’acqua a scopi civili oltre che industriali.



Il sistema dei controlli sulle imprese
Gli imprenditori delle diverse aree territoriali concordano, di regola, con la proposizione secondo cui i controlli da parte dei funzionari della Pubblica Amministrazione sarebbero eccessivi. In particolare, tra le aziende del settore alimentare si osservano i segni di una certa insofferenza per la frequenza delle visite da parte dei funzionari della ASL competente, giudicate da alcune eccessive e non giustificate.
Gran parte degli imprenditori ha aderito all’opinione – presentata come riferita da altri – secondo cui vi è scarsa chiarezza sulle regole ASL da rispettare, sia in ordine ai tempi che alla interpretazione normativa.


Il libretto sanitario
L’abolizione del libretto sanitario suscita diffuse perplessità. Scarso il consenso, marcata l’indifferenza. Molti imprenditori ammettono di non essere in grado di rispondere.

Lo Sportello Unico per le attività produttive
Premesso che oltre la metà degli imprenditori non è stata in grado di rispondere circa la presenza e l’attivazione dello Sportello Unico nel proprio comune, anche tra quanti ne sono a conoscenza emerge verso tale strumento un limitato livello di apprezzamento ed un utilizzo per lo più sporadico.

Il ricorso più diffuso e frequente si rileva nell’area territoriale del Mugello Valdisieve.
In effetti, quando il contatto con la Pubblica Amministrazione diventa una necessità, gli imprenditori privilegiano tuttora il rapporto diretto con gli amministratori locali.
In via di principio, gli imprenditori mostrano una elevata disponibilità a ricorrere allo Sportello Unico, a condizione che ci ò si risolva in un’oggettiva accelerazione delle pratiche da eseguire.

Prospettive di sviluppo economico
Nell’opinione degli imprenditori dell’area territoriale Empolese Valdelsa, si registra un atteggiamento di scarsa fiducia circa le prospettive di crescita del territorio in cui le loro aziende sono insediate: quasi il 60% si dice sfiduciato, contro il 36% delle altre aree territoriali.

Scandicci, area già fortemente attrattiva, sembra non aver ancora esaurito questa sua capacità. Anche l’impegno dell’Amministrazione locale a favore delle imprese viene valutato in maniera non del tutto sufficiente. In particolare, tale percezione risulta inferiore alla media nella zona Area Fiorentina Sud-Chianti, seppure in misura leggera.
Raccoglie ovunque consensi la prospettiva che il comune si configuri come un Centro Servizi di impronta manageriale.
L’evoluzione del fatturato delle aziende dell’area
Anche se la tendenza, per quanto in misura leggera, risulta nel complesso positiva (oltre il 50% delle aziende ha visto un incremento del suo fatturato) esistono delle diversificazioni a seconda dei settori e delle aree.

Ad ottenere le migliori performance economiche sono i servizi.
A livello territoriale, la situazione peggiore si registra tra le aziende dell’Empolese Valdelsa, dove un terzo delle aziende del campione denuncia una flessione di fatturato. Le previsioni per i prossimi 2 anni denotano un atteggiamento di prudenza o di incertezza da parte delle aziende. Tuttavia, la percentuale di quanti prevedono un’espansione risulta superiore a quella di coloro che prospettano una situazione di stallo o di flessione.


Gli investimenti
Lo sforzo delle aziende si è concentrato soprattutto nella sostituzione degli impianti e dei macchinari obsoleti e nell’adozione di quelli a marchio CE (Conformité Européenne), oltre che nel perseguimento di un miglioramento degli standard qualitativi.
Valutazione dell’opportunità di trasferimento dell’azienda
Le prospettive di trasferimento delle imprese nei prossimi 3-5 anni riguardano circa il 10% delle aziende del campione; i costi elevati rappresentano la ragione addotta con maggiore frequenza per la rinuncia a trasferire l’attività produttiva.

L’Area Fiorentina Sud-Chianti ed il Valdarno Superiore si collocano ai primi posti di questa graduatoria.

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