Giornata della memoria: stamani il sindaco Domenici in visita alla Sinagoga
La partecipazione dell’Ateneo
Viaggerà su vie telematiche il ricordo del campo di internamento di Roccatederighi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 gennaio 2003 13:02
Giornata della memoria: stamani il sindaco Domenici in visita alla Sinagoga<BR>La partecipazione dell’Ateneo<BR>Viaggerà su vie telematiche il ricordo del campo di internamento di Roccatederighi

Stamani il sindaco Leonardo Domenici, accompagnato dall'assessore alla cultura Simone Siliani, si è recato alla Sinagoga per incontrare il rabbino capo Joseph Levi e la presidente della comunità ebraica fiorentina Daniela Heimler, in occasione della Giornata della memoria in ricordo delle vittime dell'Olocausto, che viene celebrata oggi in tutta Italia. "E' una visita che vuole essere una testimonianza del rapporto e del legame tra la città di Firenze e la sua comunità ebraica - ha detto il sindaco - una comunità storicamente importante, in particolare dal punto di vista culturale.

Ma quello che voglio sottolineare qui oggi è il valore di questa giornata, che deve essere per tutti un momento di riflessione e di ricordo. In particolare per le giovani generazioni, perché sappiano e non dimentichino". Il sindaco, il rabbino Levi e Daniela Heimler hanno visitato la mostra fotografica "Elio Salmon - diario di un ebreo fiorentino. 1943-1944", che racconta attraverso immagini, oggetti e documenti la vicenda di una famiglia che si nascose vicino a Rignano sull'Arno per sfuggire alle persecuzioni razziali.

Una vicenda che si concluse positivamente e che testimonia come, in quei terribili anni, molti fiorentini di religione ebraica riuscirono a scampare alle deportazioni grazie anche all'aiuto dei loro concittadini. A Firenze prima della guerra gli ebrei erano circa 2mila: dopo guerra rimasero in meno di 1.200. "La Shoah interroga ciascuno, è come una voce interiore che travalica le generazioni andando alla base di ciò che costituisce la comune origine umana ma segna il futuro perché l'essere umano non può che crearsi una memoria per il futuro - ha commentato l'assessore alla cultura Simone Siliani - .

Ritengo che l'unica strada percorribile sia la ricerca dell'identità ebraica che riguarda tutti, anche i non ebrei ma che non può prescindere dalla pace fra i popoli nel Mediterraneo".
Numerose sono le iniziative del Comune per ricordare l'olocausto. In particolare sono state promosse dall'assessorato alla pubblica istruzione e politiche giovanili e dall'assessorato alla cultura. Gli alunni delle scuole medie inferiori D. Compagni, L. Mazzanti, Masaccio, Calvino, Don Milani hanno realizzato un Cd rom "Il futuro della memoria", frutto di una serie di incontri degli studenti sulla storia del nazifascismo in Italia ed in Europa.

Gli studenti hanno raccontato le esperienze del viaggio compiuto durante l'anno scolastico 2000-2001 ai campi di sterminio in Germania e in Austria. Oggi alla sala Vanni in piazza del Carmine, è stato rappresentato lo spettacolo teatrale "Dimmi, una storia mai scritta", al Portico in via Capo di Mondo è stato proiettato il video "Ragazzi come noi", in memoria dell'eccidio compiuto il 22 marzo del 1944 a Campo di Marte quando furono uccisi cinque ragazzi. Nell'altra sala del cinema Portico, il film "Il cielo cade".

Nell'ambito degli incontri "Leggere per non dimenticare", alla Biblioteca Comunale Centrale in via S. Egidio è stato presentato il libro di Chaim Potok "Vecchi a mezzanotte" che racconta le esperienze vissute durante le persecuzioni nazifasciste. Da oggi e fino al 2 febbraio, al Parterre in piazza della Libertà, con ingresso gratuito, la mostra fotografica "I costruttori di pace" a cura dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Domani, nel Salone De' Dugento di Palazzo Vecchio presentazione del libro "Got mit uns" di Adelmo Mercatali che rappresenta una testimonianza diretta dello scrittore deportato in un campo di sterminio insieme ad altri suoi compagni di Marradi.

Venerdì prossimo, alle 10,00 al Teatro di Rifredi, lo spettacolo "Voci da Terezin" che racconta le storie dei bambini deportati nel campo di Terezin, nell'ex Cecoslovacchia e alle 15,00 Consiglio Comunale straordinario per commemorare la Shoah. Interventi del sindaco Leonardo Domenici, del presidente del Consiglio Alberto Brasca e dello storico Enzo Collotti. "Tutti gli incontri hanno visto un'ampia partecipazione di pubblico, soprattutto di giovani delle scuole medie inferiori e superiori - ha sottolineato l'assessore alla pubblica istruzione ed alle politiche giovanili Daniela Lastri -.

Sono iniziative che ricordano, soprattutto ai giovani, l'importanza del momento, per evitare che queste tragedie si possano verificare nuovamente". "La Shoah interroga ciascuno, è come una voce interiore che travalica le generazioni andando alla base di ciò che costituisce la comune origine umana ma segna il futuro perché l'essere umano non può che crearsi una memoria per il futuro - ha commentato l'assessore alla cultura Simone Siliani - . Ritengo che l'unica strada percorribile sia la ricerca dell'identità ebraica che riguarda tutti, anche i non ebrei ma che non può prescindere dalla pace fra i popoli nel Mediterraneo".

Questa mattina, in occasione del Giorno della Memoria, il rettore Augusto Marinelli ha ricordato gli universitari fiorentini allontanati da aule e cattedre per le leggi razziali deponendo una corona d’alloro sulla lapide ad essi dedicata nell’atrio dell’edificio del Rettorato in piazza San Marco.


Nel 1938 furono allontanati dal servizio all’Università di Firenze 37 docenti, oltre a lettori, studenti e personale non docente: una percentuale significativa di quei circa 400 professori di vario grado che, in seguito ai provvedimenti "per la difesa della razza" furono cacciati dagli Atenei italiani.
L’epurazione coinvolse a Firenze alcuni illustri studiosi: fra di essi, per esempio, Ludovico Limentani, ordinario di Filosofia morale, Attilio Momigliano, che aveva la cattedra di Letteratura italiana, Enzo Bonaventura, docente di Psicologia sperimentale e Federico Cammeo, ordinario di Diritto amministrativo.
Il rettore Marinelli si è, inoltre, recato oggi in visita presso la Sinagoga e ha portato il saluto dell’Università al rabbino Joseph Levi e alla Presidente della comunità ebraica di Firenze prof.ssa Daniela Heimler.

Accogliendo la proposta della Regione Toscana, che, con il Giorno della Memoria, invita ogni anno a ricordare l’olocausto israelita e lo sterminio perpetrato dai nazifascisti con le leggi razziali, il Comune di Bagno a Ripoli organizza una Manifestazione, che si svolgerà mercoledì 29 gennaio 2003, alle 10, presso la Sala Consiliare di Bagno a Ripoli.
Di seguito il programma dell’iniziativa, che vedrà la partecipazione ed il coinvolgimento delle scuole del territorio:
Ø Saluto del Sindaco Giuliano Lastrucci e della Rappresentanza dell’Anpi di Bagno a Ripoli (Comitato di Sezione);
Ø intervento del prof.

Ivano Tognarini, curatore del volume edito nel 1998 sulle vicende storiche, sociali e politiche a Bagno a Ripoli tra le due guerre;
Ø proiezione del video Ragazzi come noi, realizzato dagli alunni del Liceo ‘Gramsci’ di Firenze, coordinati dalla prof. Alessandra Povia; saranno presenti alcuni degli ex-ragazzi del ’44.
Informazioni: Ufficio Cultura, tel. 055/6390.356/7; Ufficio Relazioni con il Pubblico, tel. 055/6390.222.

Il 28 Gennaio la Giornata della Memoria a Roccastrada
Un luogo di pace e di meditazione immerso tra i castagni delle colline della Maremma trasformato nel giro di pochi giorni in un inferno, in un luogo di odio e di terrore, in un crocevia di disperazione per tanti ebrei durante l’Olocausto nazifascista.

Potrebbe cominciare così la storia che racconteranno martedì 28 gennaio al Teatro dei Concordi di Roccastrada Luciana Rocchi, direttrice dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Grosseto, e gli altri relatori della conferenza organizzata dal Comune di Roccastrada per rinnovare il ricordo di un episodio avvenuto in un angolo del suo territorio comunale, tra i tanti della persecuzione nazifascista nei confronti degli ebrei. La manifestazione che avrà inizio alle ore 10,30, alla quale prenderanno parte anche gli studenti delle scuole medie e dell'Istituto Tecnico per il Turismo ed una delegazione dell'ARCIGAY di Grosseto, è stata voluta per onorare la Giornata della Memoria, istituita tre anni fa con legge dal Parlamento italiano per non dimenticare l’Olocausto.

Questa storia fatta di disperazione, violenza e morte basata su testimonianze dirette, come quella contenuta nel diario dell’ebreo pitiglianese Azeglio Servi, non si fermerà tra le poltrone ed i palchi del teatro di Roccastrada ma attraverso internet potrà essere letta in tutto il mondo. L’episodio si svolge a Roccatederighi, una frazione del Comune di Roccastrada, nel 1943 ed il luogo di pace e di meditazione che si trasforma nel giro di pochi giorni in un inferno è la sede estiva del Seminario Vescovile.

Il 24 novembre 1943, infatti, ebbero inizio i lavori di adattamento dell’edificio del Seminario. Doveva essere trasformato in campo provinciale di internamento per ebrei. Intanto in quei giorni in provincia di Grosseto iniziavano le persecuzioni antisemite. Nel giro di soli quattro giorni l’edificio venne trasformato in un campo con reticolati e militari armati di mitragliatrice e bombe a mano. Colui che dette il via ai lavori fu Alceo Ercolani, il capo della Provincia di Grosseto dall’ottobre 1943 al giugno 1944, il direttore fu Gaetano Rizziello.

All’inizio furono 80 gli internati. Tra questi c’erano numerosi vecchi, donne e bambini. E’ impossibile però stimare il numero complessivo di quelli che passarono da Roccatederighi nei sette mesi di vita del campo. Roccatederighi fu per molti di loro solo una tappa di un tragico viaggio che, transitando per il campo di concentramento di Fossoli di Carpi, giunse su fino a luoghi dai nomi drammaticamente celebri come Auschwitz, Mathausen e Bergen Belsen. Sono trentatre, in particolare, gli internati a Roccatederighi che figurano negli elenchi degli ebrei identificati deportati ad Auschwitz.

Soltanto quattro di essi furono liberati. Ventinove non fecero mai più ritorno alle loro case. Questi i loro nomi (tratti da: Liliana Picciotto Fargion, Il libro della Memoria. Gli ebrei deportati dall’Italia 1943-45, Milano, Mursia, 1991): Berger Adolf; Bermann Friederich; Brosan Berta; Cava Aldo, Enzo e Franca; Della Riccia Berta, Erasmo e Luciana; Finzi Natale e Gigliola; Gorniki Mosé; Kipitz Teresa; Landmann Mendel, Simon e Rita; Lautersten Hanna; Moscati Elda; Popper Gertrude; Salzer Edmondo; Satler Caterina; Steiner Ernst e Josephine; Triebfeder Nathan; Turtelaub Hans e Walter; Waldmann Alberto, Franziska e Saul Behar; Wodak Mary; Zeltowsky Abraham; Zundler Henriette Cecilia.

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