“Volti di marmo”: le collezioni riccardiane in mostra dal 26 ottobre al 31 marzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 agosto 2001 16:28
“Volti di marmo”: le collezioni riccardiane in mostra dal 26 ottobre al 31 marzo

6 agosto 2001 - Nel quadro della valorizzazione di Palazzo Medici Riccardi, la Provincia di Firenze promuove la mostra "Volti di marmo", che porta all'attenzione del pubblico le sculture dell'antica raccolta Riccardi, tutte recentemente restaurate, che non hanno trovato posto nel cortile del palazzo o per motivi conservativi o perché originariamente collocate in altri locali.
Questo gruppo di ventidue sculture, solo una frazione dell'intera raccolta che conta oltre centosessanta opere, offre però un quadro compiuto dell'importanza e della qualità della storica collezione.

I marmi, disposti secondo un percorso essenzialmente cronologico, sono organizzati in due nuclei: un primo gruppo costituito da teste lavorate in età romana da modelli greci di età classica ed ellenistica, e un secondo che raccoglie ritratti privati e ufficiali di età romana.
Accanto ad ottime copie da prototipi attici del V secolo a.C., come il celebre Atleta Riccardi, sarà così possibile ammirare rarissimi esempi della ritrattistica di ricostruzione della seconda metà del IV secolo a.C., che cercava di dare un volto a celebri uomini del passato, come Anacreonte, oppure Euripide.

Di grande qualità sono anche i ritratti di età romana, come la Testa di vecchio, opera drammaticamente espressiva del I secolo a.C., oppure il busto di Sabina, moglie di Adriano, uno degli esempi migliori sinora noti nell'iconografia dell'imperatrice.
Famiglia di banchieri approdati in ritardo alla nobiltà, i Riccardi erano desiderosi di emulare i modelli culturali della più antica aristocrazia fiorentina, anche se la scelta di creare una collezione di scultura antica, presa da Riccardo Riccardi (1558-1612), non può essere spiegata solo nell'ottica di una volontà di promozione sociale.

Riccardo, infatti, fu uomo che univa alle conoscenze economiche del grande banchiere una cultura umanistica non comune, formata in anni di studio delle lingue classiche all'Università di Pisa. A lui si deve l'acquisto di decine di sculture, busti ed epigrafi, provenienti non soltanto da Roma, ma anche da Venezia, dove era possibile trovare opere giunte direttamente dal Levante. La raccolta, continuamente accresciuta dal nipote Gabriello Gabrielli (1606-1675), ambasciatore granducale a Roma e Madrid e importante esponente della corte, trovò degna collocazione nella cornice di Palazzo Medici, acquistato nel 1659.

Le sculture vennero esposte non solo nei più fastosi ambienti del palazzo, ma anche nel cortile, trasformato dall'opera di Giovan Battista Foggini in uno dei più affascinanti musei barocchi di arte antica. Ancor oggi, le elaborate cornici dei cartelloni racchiudono superfici incrostate di rilievi ed epigrafi latine e greche, nelle quali sono inserite le mensole che sorreggono oltre sessanta busti antichi, disposti secondo un sapiente equilibrio compositivo.
La sopravvivenza di questa collezione di marmi alla rovina economica della famiglia Riccardi fu puramente fortuita, poiché il lotto delle sculture antiche, messo all'asta nel 1811, non trovò acquirenti.

Con il passaggio del palazzo al demanio granducale nel 1814, la raccolta delle sculture conservata al suo interno poté dirsi definitivamente al sicuro. Solo l'alluvione del 1966 arrecò gravi danni alle sculture del cortile, rendendo necessaria la loro rimozione per restauri. La ricollocazione delle opere procedette però tra mille difficoltà e solo negli anni novanta si poté restituire al cortile il suo antico ruolo di museo di scultura antica.

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