Si inaugura domani, 16 dicembre, in piazza Ognissanti, una delle più vaste mostre d’arte contemporanea mai ospitate a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 dicembre 2000 21:01
Si inaugura domani, 16 dicembre, in piazza Ognissanti, una delle più vaste mostre d’arte contemporanea mai ospitate a Firenze

Espongono 27 artisti di fama internazionale, alcuni dei quali (Marc Brandenburg, Chris Ofili, Jasmila Zbanic, Amit Goren, Jan de Vries, De Rijke/De Rooij e Pawel Althamer) alla loro prima assoluta in Italia. Le varie sedi degli allestimenti danno tutte su Piazza Ognissanti: l’Istituto Francese, il chiostro della chiesa di Ognissanti, il negozio Giotti Bottega veneta, un appartamento privato, la piazza stessa.
Organizzata dall’associazione culturale Biagiotti Progetto Arte in collaborazione con l’Istituto Francese e curata da Pier Luigi Tazzi, la mostra è uno degli appuntamenti più prestigiosi del programma di Natale a Firenze, la manifestazione ideata da Contemporanea Progetti S.r.l.

con il sostegno di Camera di Commercio, Firenze Expo, Aeroporto di Firenze, e con il patrocinio del Comune di Firenze.
“Questa mostra”, spiega Tazzi, “rappresenta la fase finale di una storia dell’arte che ha avuto i propri inizi nella Firenze umanistica e pre-rinascimentale e che si è andata consumando nel corso del secolo appena trascorso. Articolata in stanze, non solo nel senso strettamente architettonico del termine, ma anche in quello di composizione poetica, comprende opere di artisti di cultura, generazione e formazione diverse, ma che corrispondono tutte alla molteplicità di proposizioni e di esperienze che sono compresenti nel mondo contemporaneo”.
Anche i media utilizzati dagli artisti riflettono l’attuale complessità: pittura e scultura, ma anche e soprattutto fotografia, film e video, e una varietà di proposizioni che vengono spesso categorizzate sotto il nome di installazione e di performance, ma che in realtà non sono altro che modi diversi di comporre l’opera che resta opera d’arte e come tale si pone.

“Lo scopo finale della mostra”, ricorda Tazzi, “è dunque quello di riportare a Firenze l’ultima partita di un gioco proprio qui iniziato qualche secolo fa e di saggiarne le potenzialità più che di provarne efficacia e effetti”.

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