Verso il voto del 4 marzo: tutte le informazioni utili e le richieste delle categorie

Come rifare in tempo utile la tessera elettorale. Codacons denuncia De Falco (M5S) alla Procura di Livorno. Coldiretti presenta il manifesto ai candidati alle elezioni politiche. Appello del presidente Acli Martelli: “Toscani andate a votare”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 febbraio 2018 14:23
Verso il voto del 4 marzo: tutte le informazioni utili e le richieste delle categorie

Dalle 7.00 alle 23,00 di domenica 4 marzo, si voterà per l'elezione della Camera dei Deputati e per il Senato della Repubblica. Chi si reca ai seggi deve presentare UN DOCUMENTO D'IDENTITA' e la TESSERA ELETTORALE: valgono tutti i documenti d'identità con foto rilasciati da una pubblica amministrazione, compresa la copia di richiesta per la nuova Carta di Identità Elettronica. Buona norma controllare la Tessera Elettorale per verificare di non aver esaurito il numero di spazi disponibili. Chi non avesse ricevuto la tessera elettorale o l'avesse smarrita o senza più gli spazi liberi per il timbro, può passare a ritirarla presso l'URP, o ufficio comunale.

Su Gregorio De Falco, candidato in Toscana per il M5S, piove un esposto che il Codacons ha inviato oggi alla Procura della Repubblica di Livorno, in cui si chiede di aprire una indagine sul comportamento tenuto dall’ex capitano della Capitaneria di Porto durante la tragica notte del naufragio della Costa Concordia. Un atto dovuto per il Codacons, dopo che sono stati resi noti i verbali relativi all’interrogatorio di De Falco nel processo sul caso Concordia, e dal quale sono emersi aspetti che richiedono un approfondimento da parte della magistratura. “Nella presente sede si vuol portare all’attenzione di codesta Autorità Giudiziaria un fatto emerso nel corso del dibattimento, ed esattamente in occasione dell’esame del Capitano Gregorio De Falco condotto dal difensore del Comandante Schettino Avv.

Patrizio Le Piane – scrive il Codacons nell’esposto -Il riferimento è, in particolare, all’aver il Capitano De Falco fatto intendere al Procuratore della Repubblica Dott. Stefano Pizza, con cui era in contatto la notte stessa del naufragio, che il Comandante Schettino avrebbe posto in essere una condotta volta a sottrarre il VDR, cioè la c.d. “scatola nera”, il fondamentale supporto informatico contenente tutti i dati registrati dalla nave. E ciò al fine di sentirsi autorizzare al fermo del Comandante una volta rintracciato Schettino (al momento della telefonata in questione con il Dott.

Pizza il De Falco asseriva infatti di non sapere dove si trovasse in quel momento il Comandante Schettino). La circostanza assume particolare rilevanza alla luce del comportamento pregresso tenuto dal De Falco nei confronti del Comandante, aggressivo ed inspiegabile, privo di ogni forma di effettiva collaborazione e – come si è potuto successivamente comprendere – caratterizzato da inaccettabile superficialità (o non si sa cos’altro), che lo ha indotto ad impartire ordini inattuabili, per giunta con toni del tutto inappropriati e fuori luogo, frutto della mancata conoscenza della nave e della situazione in atto (fra tutti l’ordine al Comandante di risalire a bordo tramite la biscaggina di dritta, che era invece inagibile poiché sommersa insieme alla relativa parte di prua della nave).

Accusa difatti poi ritrattata dal De Falco, il quale, in un’annotazione di servizio il cui contenuto è stato confermato anche nel corso dell’esame, ha precisato che “erroneamente avrebbe fatto intendere che lo Schettino fosse stato sorpreso nell’intento di sottrarre il predetto strumento”. Il Codacons ha dunque chiesto alla Procura di Livorno - territorialmente competente in quanto durante gli eventi riportati De Falco operava presso la sede livornese della Capitaneria di Porto - di accertare la correttezza del comportamento del capitano alla luce del ruolo di pubblico ufficiale rivestito dal De Falco al momento del naufragio, e se sussistano i presupporti per procedere nei suoi confronti per il reato di calunnia, valutando anche per il candidato del M5S la possibile interdizione dai pubblici uffici come conseguenza di eventuali reati.

Durante l’ultima assemblea dei soci, Anci Toscana ha presentato un documento da condividere con tutti i sindaci e gli amministratori, da sottoporre ai candidati alle prossime elezioni, con le questioni aperte che interessano i Comuni della regione. Come sottolineato dal presidente Matteo Biffoni “se in momento difficile come quello che stiamo vivendo esiste un ente bipartisan, questo è Anci Toscana. I temi che interessano i sindaci, e quindi i cittadini che vivono le nostre città, sono simili, qualsiasi sia la parte politica che rappresentiamo.

Per questo, vogliamo proporre a chiunque uscirà vincitore da questa tornata elettorale una serie di punti che in maniera trasversale riguardano la vita di tutti noi, e che vanno dalla mobilità alla sicurezza, dai temi del sociale all'urbanistica. Molto è stato fatto, ma dobbiamo andare avanti: e ci auguriamo che le nostre istanze vengano condivise da tutti i candidati e gli eletti”.

“Chiediamo un artigianato di sana e robusta Costituzione, così come auspicato dall’articolo 45 della nostra Carta che, dopo 70 anni, rimane ancora inespresso nelle sue intenzioni di tutela e sviluppo del settore” È così che Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana, sintetizza le richieste che artigiani e piccoli imprenditori. Una tutela e uno sviluppo che per l’associazione fiorentina non possono che passare attraverso una legge nazionale che riconosca, anzitutto, come valore fondamentale, la varietà di forme con cui l’artigianato si esprime.

Solo dopo l’adozione di una legge quadro sarà possibile consegnare la materia alle regioni per la loro attuazione. “Oltre questa - prosegue Cioni - abbiamo bisogno di un intervento risolutivo su 5 problematiche cruciali: fisco, burocrazia, innovazione, credito e mercati pubblici”. Un fisco che riduca la pressione fiscale (pari, al livello medio italiano, al 61,2% del reddito prodotto, che a Firenze, però, raggiunge il 68,4%) e garantisca maggiore equità nel prelievo tra i diversi redditi da lavoro.

Una burocrazia semplice, attenta alla qualità della legislazione, in grado sia di analizzare ex ante l’impatto dei vari provvedimenti, che di ridurre lo stock normativo. Un’innovazione sostenuta da risorse dedicate adeguate, un credito accessibile (dal 2011 il credito bancario alle imprese è diminuito del 20%) e mercati pubblici accessibili anche per le micro e piccole imprese. Problematiche cruciali anche al livello locale, “perché solo una Firenze semplice ed efficiente consentirà la crescita della città e una competizione ‘ad armi pari’ con le grandi capitali europee” continua il presidente degli artigiani. “Insomma – riassume Cioni – provvedimenti normativi che mettano finalmente al centro artigianato e pmi perché, dal dopoguerra in poi, quando si è pensato al ruolo economico e sociale delle imprese si è sempre guardato all'industria.

Una situazione, però, che già aveva poco senso negli anni cinquanta, figurarsi oggi: questo è sempre stato ed è ancora un paese di piccole e medie imprese che costituiscono infatti oltre il 90% del totale dell’imprenditoria italiana. Eppure la politica fa orecchie da mercante: si pensi al piano Industria/Impresa 4.0. Un progetto, sulla carta, allettante che si sta scontrando, nella dimensione operativa quotidiana, con i limitati strumenti a disposizione di piccole e piccolissime imprese e con l’incapacità di accedere alle economie di scala”. CNA chiede inoltre un’attenzione particolare per un settore caratteristico di Firenze e di tanta parte del paese: l’artigianato d’arte e di tradizione, quella parte del manifatturiero legata in maniera indissolubile alla storia e alla cultura italiane. “Non è solo una questione fiorentina o dei centri storici delle città, ma un problema nazionale, anche questo da affrontare con strumenti legislativi nazionali seri ed efficienti, così come accade in altri paesi europei come Francia e Germania.

Basta con la miriade di provvedimenti che sottolineano l’importanza e la strategicità del settore per poi non risolvere niente. Occorrono invece poche e chiare regole che prevedano percorsi e meccanismi di reale sostegno alle imprese nei processi di cambiamento del mercato e nella trasmissione dei saperi di impresa, che consentano al settore di rinnovarsi, acquisire nuove abilità tecnologiche e nuove tecniche di vendita, divenire insomma più smart” insiste Cioni.

In tutta la Toscana si moltiplicano gli incontri di Coldiretti con le principali forze politiche per presentare il manifesto politico dell’Organizzazione in vista delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo. Ieri è stata la volta di Coldiretti Firenze che ha presentato ai candidati dei collegi dell’area le “5 proposte a costo 0 per i primi 100 giorni di governo”. Agli aspiranti senatori e parlamentari è stata sottolineata l’importanza del settore agricolo e delle connessioni con il sistema economico ad esso collegato.

All’assise fiorentina sono intervenuti Stefano Mugnai, candidato per Forza Italia, Lorenzo Becattini, candidato del Partito Democratico e Sandra Gesualdi per Liberi e Uguali. “Abbiamo presentato le 5 proposte – spiega il Presidente di Coldiretti Firenze-Prato Roberto Nocentini – misure a costo zero che hanno una rilevanza decisiva, come ricomposizione delle storture della filiera, di dispiegamento del mercato in termini di apertura ed equità, infine di vigorosa accelerazione delle dinamiche virtuose commerciali e produttive.

A tutti abbiamo chiesto una firma che vale un impegno sostanziale nella direzione del rafforzamento della sovranità alimentare dell’Italia in Europa e nel mondo”. Il manifesto, che è stato proposto singolarmente a ciascun schieramento politico e che è stato sostenuto poi da tutti i candidati presenti, indica le misure che il prossimo Governo può mettere in atto per riequilibrare la filiera agroalimentare: al primo posto l’etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti agroalimentari, attualmente inficiata dall’Unione Europea, la richiesta di istituire il ministero del cibo che accorpi risorse e funzioni del Mipaaf e quelle del Ministero per lo sviluppo economico relative all’agroalimentare.

Il terzo punto è poi relativo al segreto di Stato sulle importazioni, che Coldiretti vorrebbe superato al fine di conoscere esiti di ispezioni e controlli, flussi commerciali internazionali e le loro destinazioni al mercato interno, quindi, la richiesta di semplificazione normativa e burocratica e, infine, quella di una legge sui reati agroalimentari che sanzioni in maniera efficace frodi, contraffazioni e contrasti le infiltrazioni malavitose.

Una chiamata forte e chiara per mettere al centro delle scelte politiche il reddito pensionistico, i temi sociali e le esigenze degli anziani. E per proporre un Manifesto che i candidati al Parlamento potranno firmare sotto forma di appello. E’ quanto è stato al centro dell’incontro del Coordinamento regionale dei pensionati del lavoro autonomo: Cna Pensionati, Anap Confartigianato, Associazione pensionati Cia, 50&più Confcommercio, Federpensionati Coldiretti, Fipac Confesercenti, Fnpa Casartigiani, Anpa pensionati Confagricoltura.

All’incontro sono intervenuti anche due candidati alle elezioni politiche: Raffaella Ridolfi (Forza Italia) e Sabrina Montaguti (M5S). “Sono necessarie misure incisive per una ripresa stabile dell'attività economica e produttiva - ha sostenuto il coordinatore del Cupla Toscano e segretario regionale Cna Pensionati, Giulio Cesare Brandini - nel corso dell’incontro, ma è anche indispensabile dare sollievo alle famiglie degli anziani, i cui trattamenti pensionistici hanno perso progressivamente valore rispetto al reale costo della vita e i cui redditi hanno scontato il peso di un fisco ancor più opprimente a livello locale e di costi socio-sanitari sempre più alti”. Il Cupla chiede, dunque, provvedimenti ponderati e credibili, come l’allargamento del bonus Irpef di 80 euro alle pensioni basse e una riformulazione degli assegni familiari; la revisione del paniere di spesa su cui si basa l’indicizzazione delle pensioni più aderente alle necessità dei meno abbienti, con un peso maggiore dei beni alimentari, energetici e farmaco-sanitari; l’accesso universale ed uniforme dei servizi sanitari e di assistenza in tutto il territorio nazionale; la realizzazione dell’innovativa riforma dei L.E.A.

(livelli essenziali d’assistenza) in tutte le regioni, affinché si trasformino in diritti esigibili da parte di tutti, anziani e cittadini. «Ciò che non è più prorogabile – sottolinea il Cupla – è anche una Legge quadro nazionale sull’invecchiamento attivo che consentirebbe un vero Patto intergenerazionale per la sicurezza e la tranquillità degli anziani insieme alla creazione di nuove professionalità ed occasioni di lavoro per i più giovani».

Sento troppe parole violente, vedo troppi episodi d’intolleranza che addirittura sfociano in vere e proprie aggressioni. E’ ora che come società civile ci facciamo sentire perché questo clima sta provocando pericolose fratture fra le nostre comunità col rischio di allontanare sempre più le persone dalla politica e quindi dalla democrazia”. E’ evidentemente preoccupato Giacomo Martelli, presidente delle Acli della Toscana, tanto da sentire il bisogno, dopo un confronto con i dirigente delle varie associazioni che compongono la rete Acli, di lanciare un vero e proprio appello. “A chi mi rivolgo? A tutti i protagonisti di questa campagna elettorale – spiega Martelli – perché i primi responsabili sono loro e quindi da loro ci si aspetta un atteggiamento positivo.

E’ ovvio che non si possa troppo generalizzare, ma è anche vero che a meno di una settimana dal voto oramai la situazione a nostro avviso ha toccato il suo limite. Guai a oltrepassarlo. Si metterebbe a rischio la nostra stessa convivenza democratica”. “Da qui la nostra decisione – continua il presidente della Acli della Toscana - di invitare tutte le forze politiche che si stanno confrontando tra loro chiedendo ai cittadini fiducia per governare questo Paese di dimostrare anzitutto che questa fiducia è ben riposta.

Pena un distacco sempre più profondo tra cittadini e politici e quindi tra le comunità e la democrazia. Un pericolo che non possiamo e non dobbiamo correre”. “Quindi cari politici, cari futuri rappresentanti dei cittadini misurate le parole e condannate senza se e senza ma ogni gesto, azione e anche intenzione violenta nei confronti di chiunque. Confrontatevi, anche duramente su idee, programmi e progetti ma evitate di dare fuoco a un clima che purtroppo già alcuni hanno contribuito a surriscaldare con campagne di odio e intolleranza.

Le elezioni sono il momento più alto e solenne di ogni democrazia, sono l’epifania di ogni sistema democratico, celebratele degnamente onorando chi ha dato la propria vita per costruire nella lotta ai fascisti e ai nazisti questa nostra Repubblica democratica. Concludo quindi questo mio appello rivolgendomi direttamente a tutti i toscani, il 4 marzo andate a votare” conclude Martelli.

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