Regionali: ha vinto la saggezza, o ha prevalso la demagogia?

Analisi del voto diametralmente opposte tra Rossi e La Pietra (FdI)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 settembre 2020 14:51
Regionali: ha vinto la saggezza, o ha prevalso la demagogia?

«I toscani hanno sciolto le nubi che si stavano addensando sulle nostre teste e hanno respinto Salvini e la destra estrema -interviene Enrico Rossi, presidente uscente della Regione Toscana, su strisciarossa.it:- La vittoria del centrosinistra si è così imposta come espressione in primo luogo della volontà del popolo democratico che ha sentito tutta la responsabilità sulle sue spalle e ha partecipato con grande generosità.Nelle urne quel popolo si è trovato unito e ha sostenuto il candidato del centrosinistra, l’unico che poteva fermare l’estrema destra.Ha vinto la saggezza degli elettori toscani, consapevoli delle proprie conquiste e disposti a difenderle, calcolando l’esito delle proprie scelte.Quanto accaduto non è un caso.

Abbiamo alle spalle una cultura diffusa, un sentimento che affonda le radici nella lotta di Liberazione e nella Resistenza, nella memoria di quella scia di sangue che i nazifascisti hanno lasciato dal sud al nord della regione, nella forza di una mobilitazione popolare che ci ha consentito di darci una Costituzione progressiva.Da quelle radici è nata una frattura fondamentale, una cultura nostra, diffusa, che ancora oggi non è cambiata ed è tuttora molto presente e radicata nella cittadinanza.

Grazie a questo sostrato la Toscana è ancora oggi una delle più importanti regioni d’Europa. Sento personalmente il dovere di ringraziare tutti gli amici e i compagni, anche quelli che in tempi recenti avevano smesso di votare a sinistra, ma che hanno deciso di non astenersi, di non disperdere il voto; soprattutto gli elettori più anziani che hanno ancora una volta difeso quell’identità profonda che ha arricchito e reso solidale questa regione.Questo voto rappresenta anche una lezione memorabile.

Per la destra che si era illusa di tentare il colpo di mano sfruttando le incertezze e le fragilità che con la pandemia si sono fatte sentire ancora di più. Ma anche per la sinistra e per i suoi dirigenti. Una lezione che non può andare dispersa. La destra in questa regione già venti anni fa aveva raggiunto il 40%. Ma con il lavoro delle ultime legislature e nel corso degli anni abbiamo saputo contenere questa minaccia. Le sconfitte sono poi arrivate con la rottura dell’unità e il tarlo della rottamazione.È stato allora che abbiamo iniziato a non voler difendere quanto di buono avevamo fatto, illudendoci che il rinnovamento consistesse in una sbrigativa archiviazione del passato e del presente.

Quando abbiamo smesso di frequentare con assiduità i lavoratori e i luoghi della crisi del lavoro, incalzati da un progressismo acritico e allontanandoci dai sentimenti quotidiani delle persone. A questo è corrisposto, sul piano tattico, una presunzione di autosufficienza, quella vocazione maggioritaria che è gradualmente divenuta vocazione solitaria, e abbandono di una adeguata e accorta pratica di alleanze, che, ricordiamocelo, sono un mezzo e non un fine. Otto Bauer diceva: coalizione in sé non significa niente, ma può rappresentare a seconda delle circostanze uno strumento della lotta.

E la nostra lotta resta ancora quella del miglioramento delle condizioni di vita di tutti senza che nessuno ne sia escluso. A questo servono la politica e partiti organizzati.Come dimostra il voto toscano, agli errori del recente passato abbiamo gradualmente cominciato a porre rimedio e va dato atto di questo risultato anche al Partito Democratico e al suo gruppo dirigente nazionale che stanno accompagnando questa ricostruzione in una fase difficilissima per il paese e per il mondo intero».

Di opinione diametralmente opposta La Pietra (FdI):, che sottolinea come in Toscana abbia prevalso demagogia: "Rimane l’amaro in bocca per non aver assaporato il gusto della vittoria, ma resta la consapevolezza di aver fatto un ottimo lavoro e soprattutto la certezza che anche questa volta non hanno vinto le idee, i progetti e i programmi ma la demagogia. Giani era appoggiato da una coalizione che sulle questioni fondamentali ha idee profondamente diverse e spesso divergenti, ma con un unico obiettivo: mantenere il potere ed impedire al Centrodestra di vincere.

Su questa onda è passato anche il messaggio del voto utile e sia il M5S che la sinistra toscana sono crollate a favore di Giani. Nel Centrodestra, rivendichiamo l’ottimo risultato di Fratelli d’Italia, unico partito in crescita della coalizione, che raccoglie oltre il 13 per cento dei consensi, triplicando il voto di 5 anni fa e raddoppiando rispetto alle Europee dell’anno scorso. Un risultato che premia la serietà e la coerenza del partito e della sua classe dirigente, che dimostra il suo valore quando fa opposizione ma soprattutto quando è chiamata a ricoprire ruoli di governo.

Adesso ripartiamo per le prossime sfide consapevoli delle nostre possibilità e del consenso degli elettori" dichiara il senatore di Fratelli d'Italia, Patrizio La Pietra, che incassa i i voti triplicati da FdI.

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