Le Tramvi(t)e degli altri: ritorno a Siviglia

Nella capitale dell’Andalusia, dove il tram, senza pali, fili e cordoli, passa sotto la facciata un edificio religioso tra i più grandi del mondo

Nicola
Nicola Novelli
01 ottobre 2018 08:53
Le Tramvi(t)e degli altri: ritorno a Siviglia

SIVIGLIA- Avevamo visitato la capitale dell'Andalusia (sud della Spagna) nel 2010. E avevamo già apprezzato MetroCentro, la linea tranviaria che serve il centro storico. Il primo tronco entrò in servizio nell’ottobre 2007. La linea è lunga 2,2 km e conta cinque fermate, attraversando una città di 700.000 abitanti (quasi un milione e mezzo con l’area metropolitana). Il servizio è gestito da TUSSAM, l'operatore di autobus e metro di Siviglia.

Che cosa è cambiato in questi anni? La linea inizialmente utilizzava lo stesso tipo di veicoli in servizio sulla metropolitana leggera, ma nell’aprile 2011 sono stati sostituiti dai nuovi veicoli Urbos 3 fabbricati dalla CAF. Contemporaneamente la linea del tram è stata estesa a San Bernardo. Il progetto prevede di continuare sino alla stazione ferroviaria di Santa Justa, diventando una linea circolare. Sempre dall'aprile 2011, nel tratto tra Archivo de Indias e Plaza Nueva il convoglio si muove senza fili e senza pali, in modalità batteria, lungo un parallelo di verghe da meno di un metro e mezzo.

A Siviglia non impressiona tanto vedere la linea correre lungo la facciata della Cattedrale. Quanto il fatto che il riassetto complessivo dei selciati del centro urbano, l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’assenza dei cordoli tipici del progetto fiorentino, consentono accessibilità e fluidità di movimento a una miriade di mezzi ecologici. Non ci riferiamo soltanto alle biciclette. Due piste ciclabili delimitate da pietre di inciampo corrono lungo la linea tramviaria. Quel che salta agli occhi nel 2018 è la significativa presenza di mezzi elettrici di utilizzo personale come monopattini, monocicli e bici elettriche per completare il “primo/ultimo miglio”di tragitto, ad integrazione del trasporto pubblico.

Questa è la vera differenza con Firenze. A Siviglia il progetto ha richiesto anni di realizzazione e non è stato ancora completato, ma gli andalusi hanno saputo modificare in corsa l’infrastruttura, adattandola ai cambiamenti che si sono manifestati nel tempo. Anche la Giunta Domenici nel 2008 aveva ottenuto un finanziamento dal CIPE per un chilometro di alimentazione a batteria, da piazza Unità d'Italia a via Cavour, Ma poi a Firenze il transito della tramvia in centro fu cancellato e il finanziamento fu revocato.

La sensazione è invece che nella capitale del sud della Spagna si sia saputo realizzare una soluzione della mobilità davvero integrata, in cui coabitano il servizio pubblico e i nuovi mezzi privati, come ebyke, segway ed electric skates. Firenze non ha soltanto il problema estetico dei pali nel centro storico. Alla luce dei prossimi anni emergerà quanto la scelta di convogli ferroviari che hanno imposto la protezione con cordoli abbia finito per confliggere e addirittura ostacolare il movimento fluido dei mezzi innovativi di locomozione personale, che in tante altre città producono già un positivo apporto nella soluzione del traffico congestionato. 

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