Sono stati pubblicati i due bandi relativi all’intervento straordinario per il settore ovicaprino da latte, colpito dalla crisi causata dall’emergenza epidemiologica da COVID-19. L’intervento attua quanto disposto dalla Regione Toscana con la legge 28 del maggio di quest’anno e quanto previsto nell’ambito del Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19. Si tratta di un regime di aiuti, con un budget complessivo di 1,2 milioni di euro, a sostegno della filiera toscana del latte ovicaprino, che rientra nel regime quadro introdotto con il Decreto Rilancio.
Il primo bando prevede la concessione di una sovvenzione diretta per le aziende della Toscana che allevano ovicaprini da latte che hanno subìto danni legati sostanzialmente ad un incremento del costo delle materie prime per l’alimentazione animale (dovuto principalmente alle difficoltà nelle movimentazioni e nell’approvvigionamento delle merci). I beneficiari sono quindi le micro-piccole e medie imprese agricole titolari di una o più unità produttive zootecniche di capi ovi-caprini da latte, con una consistenza che, al 31 marzo 2020, fosse di almeno cinquanta capi.
Il secondo bando prevede invece la concessione di una sovvenzione diretta alle imprese di trasformazione, produttrici di formaggi ovini a denominazione d'origine protetta della Toscana, che hanno subìto un danno a causa della riduzione del consumo di formaggio fresco, che si è tradotto in un aumento dei costi di stagionatura dovuto al maggior quantitativo di prodotto da stagionare, oltreché in una perdita di entrate che avrebbe consentito una liquidità immediata, rispetto ai prodotti stagionati. I beneficiari sono quindi le imprese di trasformazione che producono formaggio “Pecorino Toscano DOP” e/o “Pecorino delle Balze Volterrane DOP”, che hanno sostenuto maggiori costi derivanti da un incremento della fase di stagionatura prima dell’emergenza epidemiologica legata alla pandemia da COVID-19 ferme restando le condizioni contrattuali definite con i propri conferitori di latte.
I bandi sono disponibili sul BURT n.34 parte III di mercoledì 19 agosto 2020 e le domande possono essere presentate, tramite il sistema informatico di ARTEA entro e non oltre il 25 settembre 2020.
Saranno questi i temi principali al centro dell’incontro di Rosanna Zari - candidata indipendente per la Lega alle elezioni per il Consiglio regionale del prossimo 20 e 21 settembre – e gli allevatori della Val d’Orcia, in programma domani, martedì 25 agosto (ore 10) a Radicofani, alla Società cooperativa Val d’Orcia, Via dell’Orcia 15 a Contignano. Si parlerà del futuro e post Covid per l’agricoltura e allevamenti in Val d’Orcia.
«Quello della bassa remunerazione del prezzo del latte ovino – sottolinea la candidata Rosanna Zari, dottore agronomo – è un problema irrisolto da ormai, troppi anni, e sul quale è necessario intervenire e trovare una soluzione che possa garantire un futuro al settore e alle tante aziende senesi e toscane. E’ un problema nazionale sia chiaro, ma a livello regionale è possibile intervenire e sostenere gli allevatori: intanto ripristinando un tavolo di concertazione con un ruolo forte della Regione che faccia da intermediario fra gli allevatori e i caseifici, che non possono imporre un prezzo basso solo in base agli andamenti dei prezzi del prodotto delle altre regioni e condizionare in modo negativo il mercato toscano.
E’ necessario stabilire un prezzo minimo che sia remunerativo per le aziende e che venga poi rispettato da parte della trasformazione. Tutelare gli allevatori significa tutelare una grande eccellenza agroalimentare della nostra regione, come il pecorino, e significa tutelare territori come la Val d’Orcia, sia dal punto di vista ambientale e paesaggistico ma anche idrogeologico, evitando l’abbandono di queste aree».
Non di minore è inoltre l’analogo problema dei prezzi per quanto riguarda i cereali: anche in questo caso, secondo Zari «è necessario e non più rimandabile garantire un prezzo remunerativo per il nostro grano di qualità, tutelare il made in Italy evitando l’invasione di grani provenienti da varie parti del mondo, dal basso prezzo ma anche dalla dubbia qualità».
Nell’incontro di domani si parlerà anche della annosa problematica della fauna selvatica, ungulati e predatori. «Non è possibile che le aziende agricole e gli allevamenti di questo territorio – spiega Rosanna Zari – siano continuamente sottoposte ad attacchi dei predatori. Da censimenti ufficiali, in Toscana ci sono un terzo dei lupi che ci sono in tutta Europa, ovvero 2.500 lupi, i cui in Toscana 110 branchi censiti nel 2019 con una popolazione intorno ai mille capi. Problema che va discusso e che va risolto; adesso che c’è la modifica della Direttiva Habitat europea è possibile prevedere il contenimento del lupo. Una specie ormai moltiplicata, e l’Unione Europea dovrebbe adeguare il livello di protezione e dove ci sono attacchi si dovrebbe intervenire con le catture. Occorre che questa situazione sia risolta a livello italiano con il piano lupo nazionale, che è di competenza dell’Ispra».