Inverno mite e primi caldi: parte in anticipo la campagna contro la zanzara tigre

Scaletti: Firenze può essere capofila nell'adozione del Protocollo SIAAIC contro le Allergie

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 aprile 2015 14:01
Inverno mite e primi caldi: parte in anticipo la campagna contro la zanzara tigre

Partirà il 27 aprile la campagna contro la zanzara tigre e la disinfestazione delle aree pubbliche. Anche quest’anno, dopo un inverno mite e molto piovoso con temperature ben superiori alla media stagionale, le zanzare hanno trovato un habitat favorevole al loro sviluppo. Ecco perché il Comune di Firenze, giocando di anticipo, apre la ‘Campagna-ZZzzanzara Tigre una lotta da vincere insieme’. È anzitutto in distribuzione un piccolo manuale per i cittadini che, in questi giorni, viene distribuito nelle scuole, biblioteche, sedi dei quartieri, presidi delle aziende sanitarie locali.

Verrà proposto anche un questionario, anch’esso distribuito nelle scuole comunali e durante le iniziative pubbliche; l’obiettivo è quello monitorare la conoscenza di questi insetti, per capire come migliorare ulteriormente le già importanti misure di prevenzione adottate dal Comune nelle aree pubbliche, con interventi antilarvali e controlli nei giardini, nelle caditoie stradali, nei fossi e nei canali. Nelle città più del 70% dei focolai si trova in area privata ed è quindi importante che tutti i cittadini facciano la loro parte mettendo in atto le misure di prevenzione e trattamento in giardini privati, corti interne, inoltre nelle aree vicino a parchi in zone vicino o in campagna vengono installate le batbox, i rifugi per pipistrelli, che favoriscono la presenza di un nemico naturale.

Sono in programma anche incontri formativi, tenuti da esperti, con gli amministratori condominiali considerati elementi fondamentali tra gli addetti ai lavori per portare in concreto le ‘buone pratiche’ nel contesto privato. Ma ecco i consigli da seguire per evitare la nascita e lo sviluppo delle larve:

- eliminare i sottovasi (o comunque non lasciare ristagnare l’acqua) e moderare le annaffiature;

- impedire i ristagni di acqua piovana sui teli e sugli oggetti esposti all’aperto;- verificare periodicamente che le grondaie ed i pozzetti delle acque piovane e le canalette di scorrimento delle acque in eccesso, siano ostruite;- non lasciare all’aperto contenitori che possano raccogliere acqua (barattoli, ciotoli per animali, piscine gonfiabili, giochi per bambini, pneumatici) e tenere rovesciato l’annaffiatoio;- coprire bidoni,secchi; cisterne e vasche con coperchi ermetici, teli ben tesi o reti zanzariere.

Approfondimenti

Queste misure di prevenzione sono utili anche per combattere le zanzare comuni, che hanno un ciclo di vita simile alla tigre. La zanzara tigre fino a pochi anni fa non era diffusa: originaria delle foreste tropicali dell’Asia, ha viaggiato tra vari continenti grazie al commercio navale di copertoni d’auto, in corrispondenza di piccole raccolte di acqua ferma. La zanzara tigre femmina è ematofaga (si nutre di sangue) per riprodurre le sue uova, è abbastanza aggressiva, può infliggere più punture in poco tempo (anche attraverso abiti leggeri, in particolare quelli scuri) e punge di giorno (primo mattino e tardo pomeriggio) In caso di reazioni alla puntura (arrossamento, gonfiore, prurito) si deve lavare e disinfettare la zona interessata, non grattarsi, praticare lievi impacchi con ghiaccio (non a contatto con la pelle) applicare crema lenitiva e se necessario una a base di cortisone.

Per proteggersi dalle punture, si suggerisce di indossare abiti chiari, mettere zanzariere alle finestre, chiudere i finestrini delle auto in sosta, usare prodotti repellenti, evitare i profumi. Il breve ciclo di vita della zanzara tigre è caratterizzato da quattro fasi. Le uova vengono deposte sulle pareti del contenitore a pelo d’acqua e la schiusa delle uova avviene dopo qualche giorno quando scivolano dentro l’acqua. Le uova deposte a fine autunno riescono a sopravvivere alla basse temperature dell’inverno per poi schiudersi a primavera, grazie alla luce ed al calore.

Dalle uova sommerse in acqua fuoriescono le larve, che vivono in acqua, si nutrono di particelle e di altri microrganismi e respirano grazie al sifone. Si allungano progressivamente 8 da 1 a circa 10mm) fino a trasformarsi in pupa; in questa fase l’insetto compie una completa metamorfosi per poi emergere come adulto. La femmina (con apparato boccale pungitore) vive in media tra i 20 ed i 35 giorni e può deporre varie serie di uova; ogni deposizione comporta un quantitativo tra 50e100 uova. In piena estate questo ciclo completo può compiersi in soli 7-10 giorni; quindi anche una minima raccolta d’acqua che si mantenga per più di 6 giorni può trasformarsi in un focolaio di infestazione.

"La primavera si affaccia in tutta la sua bellezza ma purtroppo anche con le allergie che occupano il terzo posto nelle malattie croniche e hanno un'alta incidenza nei bambini", Lo scrive, in una nota, la Consigliera comunale de La Firenze Viva, Cristina Scaletti, che ha presentato una mozione in Consiglio comunale che illustra raccomandazioni della Società italiana di asma allergologia e immunologia clinica (SIAAIC) sul verde pubblico con l'intento di di prevenire e contenere le allergie. La mozione é stata presentata anche durante il Congresso nazionale della SIAAIC, tenutosi la scorsa settimana a Bologna con l'intenzione di promuoverla e farla adottare, di concerto con Anci, in tutti i Comuni italiani."Il verde pubblico e Firenze negli ultimi anni hanno avuto un rapporto a dir poco problematico, tra cadute, scarsi finanziamenti, con situazioni estreme che hanno portato alla chiusura anche prolungata di alcuni parchi, come l'Albereta o Villa Ventaglio per non citare il drammatico decesso di due persone", argomenta Scaletti.

"Fare della nostra città una capofila nell'adozione del Protocollo SIAAIC non cancella quanto è avvenuto, ma certo sarebbe testimonianza e sintomo di una nuova e diversa sensibilità". "Nella mozione - spiega Scaletti - si invita a Preferire piante entomofile e limitare piante come betulla, ulivo e cipresso, oppure utilizzare varianti sterili,a mettere a dimora alberi ed arbusti che fioriscono in estate o in inverno e non in primavera per avere un impatto minore (ad esempio gelsomino nudiflorum, camelia, erica, liburno, forsizia, nespolo etc), a effettuare la potatura delle siepi e il taglio dei prati prima della fioritura e prima della emissione del polline, a seguire il calendario pollinico per praticare gli sfasci delle graminacee,a diserbare le aree endemiche per la ambrosia, a predisporre la falciatura e gestione del verde nelle ore notturne o in alternativa nelle giornate poco ventilate, a bonificare i luoghi di aggregazione arboree, arbustive e prative allergizzanti, a bonificare nei i luoghi pubblici di piante responsabili di dermatiti allergiche (asteracee tipo margherite o crisantemi, urticacee tipo ortica e paritaria, euforbiacee tipo stelle di Natale) e infine a consultare le mappe delle aree climatiche per il monitoraggio delle concentrazioni dei pollini prima di predisporre eventi pubblici". "Il polline è responsabile del 50% delle malattie respiratorie e queste, naturalmente, aumentano soprattutto nei centri urbani", spiega ancora la Consigliera comunale.

"La maggior parte delle piante responsabili delle allergie sono anemofile, cioè affidano al vento il trasferimento dei granuli pollinici e il verde pubblico può rappresentare un fattore che influenza fortemente la qualità della vita e la salute dei cittadini dal momento che la presenza di alcuni alberi e arbusti ornamentali nonché la diffusione di specie erbacee infestanti può costituire un'ulteriore e dannosa sorgente di polline allergenico. In città inoltre la presenza di un elevato inquinamento atmosferico è direttamente correlata con l'aumento di tali patologie sia per l'azione irritante sulla mucosa bronchiali, sia per la stimolazione diretta sulla produzione degli anticorpi implicati nelle allergie, sia ancora per uno stimolo alla produzione di polline. "D'altra parte, il verde è irrinunciabile per le sue benefiche e molteplici funzioni, anche e soprattutto in un tessuto fortemente urbanizzato e antropizzato come quello fiorentino", conclude Scaletti.

"Il mio auspicio è che la maggioranza voglia far propria questa iniziativa".

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