Il futuro lavorativo di uomini e robot

In corso a Pisa il Festival della Robotica. A Prato Open Day del Master in Digital Marketing e corsi gratuiti PRO.GE.DO e MARK-NET. Torna anche in Toscana la “Notte dei ricercatori”. È nato Organic LTEs, un network internazionale di ricercatori italiani e francesi per l’agricoltura biologica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 settembre 2017 15:52
Il futuro lavorativo di uomini e robot

FIRENZE- "La Toscana è un luogo di eccellenza dell'innovazione tecnologica italiana e Pisa, grazie a realtà come la Scuola Superiore Sant'Anna, ha acquisito nell'ambito della ricerca e dell'applicazione in questo settore un tale ruolo di leadership da poter essere considerata la città della robotica e delle tecnologie avanzate". Così Cristina Grieco, assessore regionale a istruzione e formazione, nel corso della sua visita al Festival della Robotica di Pisa (7-13 settembre). "Oggi, insieme all'assessore Marilù Chiofalo del Comune di Pisa, ho partecipato alla Stazione Leopolda ad un laboratorio di robotica educativa rivolto agli studenti delle scuole elementari e ho colto l'entusiasmo e l'interesse nella realizzazione di piccoli prototipi di robot.

Ho apprezzato anche la presenza dei genitori che hanno potuto seguire i loro figli nell'esperienza del laboratorio e comprendere l'importanza di questa didattica innovativa", ha aggiunto l'assessore. "La Regione - ha concluso - riserva particolare attenzione alla robotica educativa: in collaborazione con la Scuola Sant'Anna, e in accordo con l'Ufficio scolastico regionale, abbiamo creato una rete per promuovere e diffondere le attività di robotica educativa nelle nostre scuole. Nel primo anno hanno aderito alla rete 144 scuole, quest'anno le scuole sono state 192, il 39% di tutti gli istituti regionali, mentre al corso di formazione hanno partecipato circa 600 insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, dall'infanzia alla secondaria di II grado".

Il 53% dei teenager italiani teme che l’avvento dei robot e dell’industria 4.0 porterà alla perdita di molti posti di lavoro, anche se il 64% non farebbe comunque a meno dell’intelligenza artificiale. Il dato emerge da un sondaggio tra adolescenti condotto da Radioimmaginaria, la radio creata e gestita da ragazzi fra 11 e 17 anni che conta ormai 40 redazioni in Italia e in Europa. Secondo il 38,5% degli adolescenti interpellati da Radioimmaginaria l’intelligenza artificiale escluderà le persone più anziane dal mondo del lavoro, per contro il 41,3% ritiene che favorirà l’ingresso di più giovani nella realtà occupazionale.

Per sviluppare l’intelligenza artificiale la maggioranza (38,5% degli intervistati) ritiene che servano più informatici, il 22,8% più laureati in materie scientifiche e il 21,5% più informatici. Ma quanto si sentono preparati i teenager in materia di intelligenza artificiale? Quasi il 60% è convinto di conoscere l’impatto che i ‘cervelli artificiali’ avranno sul mondo del lavoro.

Al via la presentazione il giorno Lunedì 11 settembre alle ore 15.00, presso l’aula blu del Polo Universitario “Città di Prato” del corso di formazione PRO.GE.DO – PROgettazione e GEstione Database Open – Source, e Martedì 12 settembre alle ore 15.00, presso l’Istituto Datini in Via Reggiana, 26a Prato, del corso di formazione MARK-NET – Tecnico della progettazione e dei Processi di Realizzazione di messaggi/prodotti comunicativi. I corsi, finanziati con le risorse del POR FSE TOSCANA 2014-2020, sono interamente gratuiti e a frequenza obbligatoria. Il progetto PRO.GE.DO, promosso da PIN Scrl, ha la finalità di formare persone che siano in grado di progettare, implementare gestire e manutenere sistemi Open-Source per la gestione di basi di dati relazionali; lunedì 11 il Dott.

Gabriele Bartolini, responsabile del team italiano di 2ndQuadrant presenterà la figura professionale e i suoi sbocchi. L’obiettivo del progetto MARK-NET, promosso dall’Istituto Professionale di stato Francesco Datini e da PIN Scrl per la seconda volta, dopo il successo in termini lavorativi della prima edizione, è invece quello di formare una figura che, grazie ad una buona conoscenza di marketing, sia in grado di impiegare le nuove tecnologie di comunicazione multimediale e del mondo digitale per dare visibilità ai prodotti e all’azienda.

Sarà presentata martedì 12 settembre, ore 17.30, al PIN di Prato la 4° edizione del Master in Digital Marketing. In questa occasione tutti gli interessati al master potranno chiedere informazioni dettagliate sul percorso, sugli sbocchi e sulle modalità didattiche. Il corso è alla 4° edizione. Si conferma il tasso di occupazione degli studenti non occupati: l’80% ha trovato un impiego entro 3 mesi dalla fine del master.

Il progetto formativo è organizzato da WeM_ParK (Laboratorio Universitario per il Marketing e le Tecnologie IC) del PIN – Polo Universitario “Città di Prato”, in collaborazione con il DISEI (Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa) dell’Università degli Studi di Firenze. Il master affronterà le tematiche fondamentali del Web Marketing, al fine di comprendere le dinamiche dell’economia digitale e di acquisire metodi e strumenti tipici del marketing digitale. Durante il percorso verranno trattati approfonditamente tutti gli strumenti fondamentali per programmare e gestire campagne online e le ultime tendenze del marketing digitale.

Il programma prevede undici moduli: Marketing Digitale e Online Consumer Behaviour; Digital Strategy e Le Leve del Marketing Digitale; Content Marketing - Storytelling e Digital PR; Search Engine Marketing (SEM); Search Engine Optimization (SEO); Web Analytics; E-commerce; Social Media Strategy; UX Design & Usability; Performance Marketing; Marketing Automation; Online Marketing Research; Email Marketing; Esercitazioni Google Adwords, Facebook Ads, Google Analytics, SEO. E’ previsto anche un corso propedeutico di Marketing di 8 ore, gratuito se l’iscrizione al master è perfezionata entro lunedì 11 settembre. Dopo quella di martedì, le prossime scadenze sono: 16 ottobre, scadenza delle iscrizioni; 3 novembre, inizio delle lezioni. Il corso si svolgerà in formula week-end (venerdì full time h.

10:00 - 17:00; sabato half time 09.00-13.00) per un totale di 110 ore di aula e 100 ore di stage presso le imprese Sponsor (in alternativa, per coloro che fossero occupati o impossibilitati, ci sarà un Project Work collettivo). Tutti i docenti sono professionisti affermati in ambito web e garantiscono un mix perfetto di lezioni strategiche e pratiche. Sono previste borse di studio, agevolazioni e finanziamenti.

Dopo la prima fase di competizione, che ha visto il nostro Paese passare il primo turno con 6 start up e ottenere il secondo posto in Europa e il quarto posto nel mondo per numero di progetti selezionati - dopo Stati Uniti, Canada e Australia* - dal 6 settembre al 20 dicembre 2017 riaprono le candidature per tutti i team interessati a partecipare all’IBM Watson AI XPRIZE, una delle più importanti sfide internazionali che mette in palio 5 milioni di dollari per promuovere i progetti più innovativi nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale.

Ancora una volta, un’importante occasione per l’Italia di dimostrare il proprio impegno e le proprie capacità nella realizzazione e sviluppo di soluzioni intelligenti a beneficio dell’umanità. La Fondazione XPRIZE, in collaborazione con IBM – azienda che sta investendo fortemente nel sistema di cognitive computing Watson – lo scorso anno ha nominato Emilia Garito “IBM Watson Artificial Intelligence XPRIZE Ambassadorcon l’incarico di ricercare e selezionare le migliori realtà imprenditoriali e accademiche nel settore dell’Intelligenza Artificiale.

Emilia Garito, CEO di Quantum Leap – azienda leader italiana nel Trasferimento Tecnologico e Open Innovation – anche in questa occasione avrà il compito di individuare e supportare le aziende italiane impegnate nello sviluppo di progetti rivoluzionari appartenenti al settore dell’Intelligenza Artificiale e atti a migliorare la qualità della vita di tutti i giorni. IBM Watson AI XPRIZE: è una competizione globale in cui team provenienti da tutto il mondo si sfidano per dimostrare come gli esseri umani possano collaborare con potenti tecnologie in ambito AI per risolvere le grandi sfide sociali.

La gara è aperta e le squadre sono invitate a definire i propri obiettivi e realizzare applicazioni AI che abbiano un impatto positivo sull’uomo, operando in modo significativo in settori quali la sanità, l'istruzione, l'energia, l'ambiente e lo sviluppo globale. Le squadre utilizzeranno quindi le loro migliori risorse disponibili per attuare un piano di concorrenza completo. Ogni Team dovrà dimostrare i progressi verso il raggiungimento di tale piano nel corso di due anni: 2018 e 2019. Nel round finale, i primi tre finalisti si affronteranno durante il TED 2020 dove giudici esperti e un pubblico on-site/online coronerà il vincitore della grande competizione.

Il montepremi totale è di 5 milioni di dollari, da dividere tra i primi 3 finalisti: 3 milioni di dollari al primo e 1 milione ciascuno al secondo e terzo classificato. 

L'appuntamento toscano con "Bright 2017, la notte dei ricercatori", è per venerdì 29 settembre. Promosso dalla Regione Toscana e coordinato dall'Università di Siena, il progetto vede la partecipazione delle Università di Firenze, Pisa, Siena e Siena-Stranieri, delle Scuole superiori Sant'Anna e Normale di Pisa, e IMT (Istituzioni, mercati, tecnologie) Alti Studi Lucca, ai quali si aggiungono il CNR (area della ricerca di Pisa), l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (sezione di Pisa).

È nata a Pisa la rete Organic LTEs, un network internazionale di ricercatori italiani e francesi impegnati nello studio dell’agricoltura biologica. La rete - coordinata da Institut Technique d’Agriculture Biologique e formata dal Centro “E. Avanzi” dell’Università di Pisa, Scuola Superiroe Sant’Anna, Università di Firenze e Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria - ha come obiettivo principale la gestione in agricoltura biologica dei Long Term Experiments, cioè di quelle ricerche condotte in campo che applicano gli stessi trattamenti sperimentali per un tempo superiore ai 10 anni.

Il network sarà presentato a ottobre a Lione, al prossimo Forum di Agroecology Europe, al fine di aprirlo anche ad altre realtà attive in altri Paesi europei. «I cosiddetti LTEs rappresentano uno strumento fondamentale per la ricerca agronomica di pieno campo – dichiara il ricercatore Daniele Antichi - in particolare di quella finalizzata alla conoscenza degli effetti prodotti dalle tecniche colturali sulla fertilità del terreno e sulla capacità di sequestro del carbonio nei suoli, che si caratterizzano per dinamiche molto graduali ed estese nel tempo, dell’ordine di decine di anni.

Questi ultimi aspetti assumono un’importanza cruciale in agricoltura biologica, dove la fertilità del terreno e la conservazione della sostanza organica del suolo sono senza dubbio fondamentali per l’efficienza e la sostenibilità agro-ambientale dei sistemi colturali». Gestire LTEs in agricoltura biologica comporta notevoli difficoltà per i ricercatori, difficoltà non solo legate alla limitatezza delle risorse finanziarie a supporto di tali dispositivi, ma anche ad aspetti di metodologia scientifica e di approccio socio-culturale.

«Trattandosi di sistemi agroecologici molto complessi - solo parzialmente conosciuti - e di interesse per molteplici portatori di interesse (dall’agricoltore al consumatore, ai ricercatori di svariate discipline, ad attori del panorama sociale, politico ed economico), le scelte che il ricercatore si trova ad affrontare senza il supporto di una consolidata letteratura tecnico-scientifica spesso sono determinate da situazioni contingenti, magari non ottimali, che beneficerebbero di un confronto più rigoroso con altre esperienze simili e del punto di vista di persone con diversi bagagli socio-culturali e diverse funzioni sociali – aggiunge Daniele Antichi -.

Inoltre, poter riunire i singoli risultati ottenuti in esperienze simili ma condotte in diversi contesti pedoclimatici e socio-economici permetterebbe di accrescere enormemente l’impatto di tali risultati sulla comunità scientifica e sulla società, più in generale».

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