Folla record a Sant'Anna di Stazzema per la festa della Liberazione

Quest’anno un 25 aprile diverso in tutta la Toscana: cortei, cerimonie e memoria condivisa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 Aprile 2025 18:49
Folla record a Sant'Anna di Stazzema per la festa della Liberazione

Grande folla a Sant’Anna di Stazzema, Parco nazionale della Pace, per l’80° anniversario della Festa della Liberazione. Attesissimo l’onorevole ed ex ministro dello sviluppo economico Pier Luigi Bersani, apprezzato da tanti presenti alla cerimonia. Un luogo discorso il suo, dal Sacrario a Col di Cava, in cui ha affrontato i principi della Costituzione italiana «antifascista in tutti i suoi articoli», il negazionismo che pervade perfino nella «scienza», la guerra a Gaza dove anche ieri sono morte due gemelline, dei popoli aggrediti in Ucraina e «della impazzita corsa agli armamenti» o «delle guerre commerciali». Prima di lui hanno preso parola il sindaco di Stazzema e presidente del Parco nazionale della pace Maurizio Verona, il presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna di Stazzema Umberto Mancini, e il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

Bersani è arrivato sulla piazza della chiesa e insieme alle autorità è salito per la via Crucis al Sacrario. «La costituzione italiana è antifascista in tutti i suoi articoli, e non poteva essere diversamente - ha spiegato Pier Luigi Bersani -, dopo il disastro a cui ci ha portato il fascismo. La costituzione si scaglia contro in tutti gli articoli al modello autoritario, discriminatorio e corporativo del fascismo in nome di un modello solidale sociale e liberare. Sancisce il diritto alla salute per tutti, il salario dignitoso, e così la giustizia uguale per tutti.

E rigorosa e rispettosa divisione dei poteri. Ma soprattutto una laicità dello Stato: non può un governo arruolare Dio come se fosse un sottosegretario», ha tuonato l’ex ministro e ex segretario nazionale del Partito Democratico. «C’è un solo Paese, uscito sconfitto dalla seconda guerra mondiale, che ha potuto scriversi la Costituzione: l’Italia. Questo perché c’è stata una Resistenza, e una forza politica avversa al regime fascista che era al governo. Purtroppo però sono passati 80 anni, ma il fascismo non è ancora morto».

Bersani ha spiegato che il 25 aprile quest’anno non può essere solo di commemorazione ma deve essere di riflessione e di militanza, perché siamo di fronte ad una cultura regressiva, dove pervadono «i nazionalismi su basi etiche», e ci sono degli «attacchi agli ideali liberali, come la divisione dei poteri dello Stato. «L’unica alternativa è una rete fra le forze liberali e sociali, soprattutto europee perché l’Europa è stata per l’Occidente del mondo un modello di dialogo, pace, diritti, libertà, un modello sociale inclusivo e solidale - ha proseguito - .

E può tornare ad essere un faro per un futuro diverso, ma se vogliamo che la democrazia non impallidisca, il popolo del 25 aprile deve stare vicino e difenda la costituzione e la democrazia», ha concluso Bersani.

Il sindaco Maurizio Verona ha espresso questa riflessione da sacrario: «La libertà era un sentimento che andava oltre l’appartenenza partitica: per la prima volta quei ragazzi indottrinati, cresciuti nel mito del Duce, poterono scegliere e scelsero la strada più difficile, quella con maggiori rischi per loro e per i loro cari, per una adesione ad un nuovo concetto di umanità, un modo nuovo di pensare il rapporto con gli altri, una nuova responsabilità verso la cosa pubblica in cui il cittadino avesse diritti e doveri.

Quei ragazzi fecero scelte importanti, vissero di privazioni, pur sapendo che , forse, non avrebbero visto il mondo che avevano sognato, ma sapendo di far parte di un grande cammino, ahimè ancora in corso, verso un nuovo umanesimo. La mia è una generazione fortunata, non ha vissuto la guerra, non ha conosciuto gli stenti della ricostruzione delle macerie a cui ci avevano portato 5 anni di guerra e venti di dittatura fascista. La mia è la generazione dell’illusione, quella che non ci sarebbero state altre guerre, che la democrazia era un dato acquisito per sempre, che il fascismo non sarebbe più tornato.

Da qualche anno è calato un velo che ci aveva impedito di vedere quello che stava succedendo, non si sarebbe più parlato di nazionalismi . Abbiamo visto che non è così, ed è quindi di nuovo il momento dell’unità, del superamento delle differenze di fronte a nuove sfide che ci pongono i nostri tempi, oggi abbiamo gli strumenti democratici, bisogna tornare a votare, perché ogni astensione è un regalo a chi vuole tornare ai nazionalismi, a chi vuole distruggere il sogno Europeo che con tanti difetti ci ha comunque garantito Pace e Democrazia.

Oggi dobbiamo andare alle urne: astenersi significa essere indifferenti, delegare agli altri le decisioni. Non possiamo permettere che venga toccata la nostra Costituzione, non dobbiamo dividerci, dobbiamo tornare a partecipare, altrimenti vincono quelli che ignorano il 25 aprile».

Approfondimenti

Dal centro storico alle frazioni di Santa Maria e Fontanella: una città unita ha celebrato con tutti gli onori l’ottantesimo anniversario della Festa della Liberazione nazionale, della pace, della libertà, della giustizia e della democrazia. Questa Festa è un omaggio alle vite, all'impegno e alla generosità di chi scelse di scendere in campo e fare la storia del nostro Paese, pagando con la propria vita.

La giornata è cominciata con la santa messa nella Collegiata di Sant’Andrea, in piazza Farinata degli Uberti, officiata da don Guido Engels che ha donato ai presenti parole di speranza e impegno quotidiano: “Oggi è il giorno della libertà che non è una conquista scontata perché tutti noi abbiamo il compito di costruire, ogni giorno per restare liberi”.

Al termine, sotto la guida del Gonfalone civico sorretto dal gonfaloniere, si è formato il corteo cittadino: amministrazione comunale, rappresentanti del Consiglio comunale, la sua presidente, Istituzioni, autorità militari, civili, religiose, associazioni del territorio, politiche e sindacali ma anche tante cittadine e cittadini per raggiungere la ‘vicina’ piazza XXIV Luglio. Il corteo lungo le vie del centro è stato animato dalla banda del Centro Attività Musicali di Empoli che ha emozionato in ogni ‘spartito’ suonato e in piazza ancor di più con l’Inno di Mameli, l’Inno alla Gioia e il Silenzio (trombettista).

La piazza XXIV Luglio, piena e partecipe. Lì il sindaco di Empoli ha deposto la ‘prima’ corona ed ha parlato di questa festa che porta ancora tante persone in piazza che vogliono ancora esserci dopo ottant’anni. Ci sono cuori che battono in questa piazza, sentimenti, idee e ogni piazza è diversa e partecipata da tanti. Nel suo intervento il primo cittadino si è soffermato sul significato profondo del 25 aprile che deve unire tutte e tutti, democratici e antifascisti.

È una festa aperta che non esclude, questa è la piazza di tutte e le Istituzioni democratiche del nostro paese sono antifasciste. Proseguendo nell’intervento, il sindaco ha parlato di quanto il fascismo per gli empolesi non sia solo il giorno della liberazione, ma sia stato in tutte le sue forme responsabilità violente. Ha parlato di rispetto della pluralità, di quanto questa storia sia troppo lontana dai giovani e di quanto nuovi strumenti siano necessari. Come il libro che tra pochi giorni uscirà sui 530 ragazzi volontari che partirono da questa città da piazza del Popolo e quanto bisogna essere bravi a conservare queste storie e essere ugualmente bravi a raccontarle.

Il sindaco si è soffermato su quanto sia importante la funzione della scuola oggi nella sua libertà mentre prima era indottrinamento. Già questo è un grande valore dell’Italia democratica, una grande conquista. Si deve continuare insieme, uniti – arrivando alla conclusione dell’intervento – riconoscendo ogni giorno la democrazia come un bene di tutti così come la festa di oggi deve essere vissuta una festa nazionale, un simbolo indiscutibile, come la bandiera, come l’Inno. Un elemento intorno al quale tutta la comunità internazionale con rispetto si riunisce.

In tantissimi a Prato hanno gremito piazza Santa Maria delle Carceri e soprattutto piazza del Comune per la celebrazione dell'8o° anniversario della Liberazione italiana dall'occupazione nazifascista.

La giornata si è aperta con i rintocchi della campana di Palazzo Pretorio "La Risorta" in ricordo della Liberazione della città, a seguire da piazza del Comune è partita la delegazione comunale guidata dal presidente del Consiglio comunale Lorenzo Tinagli e dall'assessora alla Memoria Chiara Bartalini per la deposizione delle 28 corone di alloro ai monumenti e cippi commemorativi presenti sul territorio. Dopo la Messa in suffragio dei Caduti, un lungo corteo guidato dal Gonfalone del Comune e dalla sindaca Ilaria Bugetti ha raggiunto piazza Santa Maria delle Carceri, dove si sono tenute l'Alzabandiera solenne, la cerimonia militare e la deposizione della corona d'alloro al Monumento ai Caduti da parte del prefetto Michela La Iacona, della sindaca Ilaria Bugetti e della presidente di Anpi Prato Angela Riviello

Nella giornata del 25 aprile la Val di Bisenzio – composta dai Comuni di Cantagallo, Vaiano e Vernio – ha commemorato l’80° anniversario della Liberazione con una serie di iniziative che hanno coinvolto le comunità locali. Le celebrazioni hanno incluso deposizioni di corone di fiori, messe solenni, cortei e momenti di riflessione collettiva.

A Cantagallo la mattinata ha visto una delegazione comunale rendere omaggio a Creda, luogo che accolse gli sfollati durante l’occupazione nazista. Nel pomeriggio, sono state deposte corone nei luoghi simbolo della Resistenza, tra cui Cave, Carmignanello, Luicciana, Migliana e Usella. La giornata si concluderà con lo spettacolo teatrale "Come ginestre. Scelte di Resistenza" al Teatro-Capannone di Usella, un viaggio tra parole, musica e memoria ispirato a figure simbolo della lotta per la libertà.

A Vaiano la giornata è iniziata con il tradizionale corteo partito da piazza del Comune, che ha raggiunto la chiesa parrocchiale alla Badia per la celebrazione della Santa Messa in ricordo dei caduti. Successivamente, il corteo ha proseguito fino al Monumento ai Caduti, dove si sono tenuti gli interventi delle autorità e le letture degli studenti dell'Istituto Comprensivo "L. Bartolini". Le celebrazioni si sono concluse al cimitero comunale con omaggi musicali a cura degli alunni dell'istituto.

A Vernio le celebrazioni hanno preso il via alle 8.30 con la deposizione di corone ai Monumenti ai Caduti. Alle 9.30, il ritrovo al Monumento dei Caduti presso i giardini de Le Rocce ha preceduto la cerimonia istituzionale e la Santa Messa delle ore 10.30.

Una piazza piena di persone per festeggiare l’80° anniversario del 25 aprile, con un pranzo collettivo che ha richiamato in piazza San Francesco oltre 450 persone. A organizzare il tutto il Comitato popolare San Francesco e l’associazione Fermento in collaborazione e con il supporto degli Osti di San Francesco (Ristorante Mecenate, Osteria Lo Stellario, Osteria La Dritta, Marameo Pizzerie e Bonny Pizza), che si sono occupati della preparazione del pranzo. Un’occasione per stare insieme e per celebrare la Festa della Liberazione con un vero e proprio evento di piazza che è poi proseguito nel pomeriggio con uno spettacolo di giocoleria di Karacongiolo Andrea Vanni e la musica dei Peggy Sù & The Sexual Chocolate.

È Don Bruno Biondi il protagonista delle celebrazioni per l’80° della Liberazione ad Altopascio, organizzate in piazza della Magione dall’amministrazione comunale con la presenza dell’Anpi Piana di Lucca, del Consiglio comunale dei ragazzi, del Corpo musicale Zei e dei rappresentanti dell’amministrazione comunale. A lui, infatti, l’amministrazione comunale ha dedicato una targa nella piazza principale del paese per il suo impegno della Resistenza e nella ricostruzione del paese.

Don Bruno Biondi, il “Proposto”, nato a Monsummano Terme il 18 gennaio 1902, diviene Parroco di Altopascio nel 1936: periodo in cui il paese è ormai da anni completamente “fascistizzato”. E’ proprio intorno a Don Bruno Biondi che si organizza la forma più strutturata di resistenza civile pacifica: un Comitato clandestino di primo soccorso che, più tardi, darà vita al Comitato di Liberazione Nazionale di Altopascio. Non a caso nella “Relazione sulla situazione del Comune di Altopascio” presentata a metà dell’aprile 1944 dall’allora Commissario prefettizio del paese al Capo della Provincia si leggono queste parole: “i Parroci, specie quello del capoluogo, benché non si possa loro rimproverare alcun fatto specifico, destano sospetto” e, oltretutto, “sono piuttosto proclivi o convinti verso una soluzione della guerra in favore degli angloamericani”.

“Ho deciso di essere a Grosseto con l'ANPI ed i rappresentanti delle Istituzioni per manifestare tutto l'impegno e la vicinanza anche del Parlamento europeo alla comunità di Grosseto per questa giornata che è tutt'altro che rituale, ma tesa a rinnovare un impegno per la tutela e l'attuazione della Costituzione e dei suoi basilari valori antifascisti. Sono rimasto profondamente colpito dal grave gesto di alcuni amministratori locali che sono arrivati fino anche a vietare manifestazione dell'Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani con quello che è anche e soprattutto il loro giorno.

Un'offesa alla memoria dell'Italia, un'offesa ai valori della Costituzione. Ma più forti delle polemiche sono le parole delle centinaia e centinaia di persone che si sono riversate nelle strade e nelle piazze di Grosseto” così l’europarlamentare Pd Dario Nardella dopo aver partecipato alle cerimonie in programma a Grosseto in occasione delle celebrazioni per la Liberazione.

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