Firenze ha ricordato l’alluvione del 1966 e le sue 35 vittime

Le cerimonie del 51° anniversario del 4 novembre. Il sindaco Nardella: “Il modo migliore per non dimenticare è lavorare perché una tragedia del genere non si ripeta”. Alle Murate apposta targa in onore dell'ispettore Ferlito, alla presenza della presidente Biti e il sottosegretario alla Giustizia Ferri

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 novembre 2017 07:29
Firenze ha ricordato l’alluvione del 1966 e le sue 35 vittime

Si sono svolte ieri le cerimonie ufficiali del 4 novembre per ricordare l'anniversario dell’Alluvione del 1966.

Firenze ha ricordato l’alluvione del 1966 che costò la vita a 17 persone in città e 18 nella provincia, tra le quali due bambini di tre anni, Marina Ripari e Leonardo Sottile. Alle cerimonie per il 51° anniversario dell’alluvione hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Dario Nardella, la presidente del consiglio comunale Caterina Biti e il presidente del Quartiere 5 Cristiano Balli. “Firenze non dimentica il 4 novembre - ha detto il sindaco Nardella - E il modo migliore per conservare il ricordo è lavorare perché quello che è successo nel 1966 non possa più avvenire.

Passi in avanti sono stati fatti - ha proseguito il sindaco - con la realizzazione della prima delle quattro case di espansione del Valdarno e l’aggiudicazione dei lavori per la seconda. Per quanto riguarda Firenze, i lavori sono già stati in gran parte realizzati sul tracciato del Mugnone, mentre nell' area del Mensola si lavora alla riqualificazione di tutto il parco. Sul Mugnone manca il tratto delle Cure, per il quali ci sono già le risorse e la progettazione sta terminando.

Il 4 novembre dunque non è solo ricordo, ma anche l'occasione per fare il punto sui lavori”.Il calendario delle celebrazioni ha previsto ‪alle‬ ‪11.15‬ la Santa Messa nella Cappellina dell’Oratorio della Madonna delle Grazie in Lungarno Diaz. A celebrarla il vicario episcopale per la carità dell’Arcidiocesi e priore della Basilica di San Lorenzo Domenico Marco Viola. Al termine, intorno ‪alle‬ ‪11.45,‬ il corteo con le autorità aperto dal Gonfalone del Comune si è mosso dall’Oratorio per raggiungere il centro del ponte alle Grazie: da qui il sindaco Dario Nardella e il presidente dell’associazione Firenze Promuove Franco Mariani hanno lanciato in Arno la corona d’alloro del Comune di Firenze in ricordo delle vittime.

‪Alle 14‬, nel piazzale interno dell’ex carcere delle Murate, è stata scoperta la lapide in memoria del direttore delle carceri fiorentine Michele Ferlito e in ricordo della rivolta del 6 novembre 1966.

Prima, ieri mattina, la Santa Messa in memoria delle vittime dell’Alluvione nella Cappellina dell’Oratorio della Madonna delle Grazie in Lungarno Diaz, celebrata dal Vicario Episcopale per la Carità dell’Arcidiocesi e Priore Mitrato della Basilica di San Lorenzo Mons. Domenico Marco Viola.A seguire, il corteo con le autorità aperto dal Gonfalone del Comune dall’Oratorio al centro del Ponte alle Grazie. Quindi il tradizionale lancio della corona d’alloro del Comune di Firenze in memoria delle vittime dell’Alluvione da parte del sindaco di Firenze Dario Nardella, la presidente Presidente del Consiglio Comunale Caterina Biti e Franco Mariani, presidente di Firenze Promuove.

La Presidente Biti, facendo riferimento a quanto deliberato dalla Giunta Comunale il 29 agosto 1967, ha promosso l’apposizione di una targa commemorativa all’ex Carcere delle Murate in onore dell'ispettore Michele Ferlito. Allo scoprimento della targa hanno preso parte, insieme alla presidente del Consiglio comunale, il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri ed i figli dell'ispettore Ferlito. Per l’alto significato del ricordo la Presidente di Montecitorio, On.

Laura Boldrini, ha comunicato la concessione del Patrocinio della Camera dei Deputati. Alla cerimonia alle Murate sono stati inoltre letti i messaggi inviati dal presidente del Senato Pietro Grasso e dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando. Dopo i ringraziamenti di rito alle autorità e alla famiglia Ferlito, la presidente Biti ha dichiarato: "Grazie al personale dell'Archivio Storico della Polizia Municipale di Firenze, è stato ritrovato il fascicolo originale delle indagini condotte nel 1967 dalla Polizia Municipale su esplicita richiesta dell’allora Sindaco Piero Bargellini, che poi con apposita delibera di giunta aveva stabilito di dare un riconoscimento all'ispettore Ferlito per l'abnegazione dimostrata in quelle ore drammatiche per Firenze.

Una delibera finita però, purtroppo, nel nulla. Ed ecco che oggi 51 anni dopo quei fatti quel riconoscimento arriva, con questa targa che ricorderà per sempre alla città di Firenze ed ai suoi visitatori la figura dell'ispettore Ferlito. Un ricordo, oggi, lo rivolgiamo anche ai tanti gesti da parte di tante persone, forze dell'ordine e semplici cittadini, che permisero alla città di rialzarsi dopo la catastrofe". La targa, il cui testo è stato curato da Franco Mariani, fa memoria delle azioni, di cui una anche eroica – con il salvataggio di varie persone, non solo detenuti ma anche civili, tra cui un bambino – intraprese durante l’alluvione dall’allora direttore dei tre istituti carcerari fiorentini, l’Ispettore Michele Ferlito, fino all’episodio della rivolta del giorno 6 novembre, che non sfociò in un bagno di sangue proprio grazie al direttore Ferlito.

All’epoca i tre istituti carcerari fiorentini, tutti situati nel centro storico, dietro Santa Croce, avevano complessivamente oltre 240 detenuti e detenute. Nel momento in cui l’acqua iniziò ad invadere le tre strutture il direttore, Isp. Michele Ferlito, dette ordine di aprire le porte di tutte le celle per permettere a tutti di salvarsi. Una novantina di detenuti però ne approfittarono per scappare definitivamente, venendo poi riacciuffati nelle settimane successive, o decidendo di rientrare spontaneamente in carcere.

Alcuni di quest’ultimi, nove, furono poi quasi subito graziati dal Presidente della Repubblica, mentre quelli segnalati dall’Isp. Ferlito, cinque, furono graziati un anno dopo. Solo che le condizioni igieniche, dopo il rientro nelle celle alluvionate, e non ripulite, non erano ottime, e per questo il giorno 6 scoppiò una rivolta che fu sedata grazie all’intervento diretto e alla mediazione dell’Isp. Michele Ferlito. Rientrata la rivolta, gli Allievi della Scuola Sottufficiali Carabinieri di Piazza Stazione – ritornati in 100 a Firenze per la prima volta lo scorso novembre dopo 50 anni – furono incaricati del trasferimento dei detenuti in altre carceri toscane non alluvionate. 

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