Expo 2015, Milano chiede a Firenze la "patacca"

Stupore nel mondo dell'arte: la "crosta" di Vittorio Sgarbi verso l'Expo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 febbraio 2015 18:04
Expo 2015, Milano chiede a Firenze la

Tra le opere richieste per l'esposizione c'è anche lei, la Tavola Doria. Eccezionalmente - avvisa la Soprintendenza fiorentina - "Per l’occasione, temporaneamente tornerà dal Giappone il dipinto raffigurante la “Battaglia di Anghiari” che era in mostra in Galleria fino al giugno scorso". Richiamata d'urgenza, dal Giappone, per l'occasione.

Alla voce: Leonardo 1452-1519, per l'evento previsto a Milano – Palazzo Reale – 15 aprile – 19 luglio 2015 la Galleria degli Uffizi impacchetta e spedisce l'opera di un imprecisato Pittore del XVI secolo, Tavola Doria, Inv. 1890 n. 10624, olio su tavola, cm 86x115.L'opera è stata lungamente criticata nel mondo dell'arte e la sua ricerca ha visto un acceso dibattito attorno alla necessità o meno di utilizzare uomini e mezzi per recuperarla all'altro capo del mondo dopo che se ne erano perse le tracce. Vittorio Sgarbi, oggi ambasciatore per le Belle arti di Expo 2015, così ne parlava in modo convinto ed appassionato su Il Giornale nel 2012 con un articolo titolato "Tutti glorificano la crosta" ecco cosa scriveva nelle conclusioni: "La Tavola Doria non è di Leonardo, non è un capolavoro, non è opera di un maestro toscano del '500.

È una modesta e sgradevole patacca di un pittore del '600, rimaneggiata nei recenti restauri, come si può vedere al confronto con la fotografia degli anni '50 di Girolamo Bombelli, utilmente allegata da Isman. Un'opera scolastica, goffa, meccanica, ripetitiva, d'infima qualità".

Era il caso di farla rientrare eccezionalmente dal Giappone per mostrarla come simbolo della nostra eccellenza?

Il prossimo 1° maggio a Milano si aprirà l’Expo 2015. Già dal 12 marzo sarà possibile ammirare alcune opere d’arte provenienti dai musei del Polo Fiorentino nelle varie sedi espositive (a Milano, Monza e Verona) che "Contribuiranno a rendere eccezionale l’evento - spiega il Polo Museale Fiorentino che aggiunge - a più riprese, a otto musei del Polo Fiorentino sono state richieste in prestito 78 opere in totale tra pitture, sculture, disegni, miniature in pergamena, oggetti d’arte orafa, maioliche e arazzi. Fino a questo momento si sono completate le pratiche per il prestito di 56 opere su 78. A fare la parte del leone sarà la Galleria degli Uffizi a cui sono state richieste ben 28 opere tra cui due dipinti di Botticelli (La Fortezza e Pallade e il Centauro), due di Antonello da Messina (Madonna col Bambino e San Giovanni Evangelista), il Polittico di Badia di Giotto, l’Adorazione dei Magi di Ghirlandaio, il Compianto sul Cristo morto di Giovanni Bellini, l’Eva di Cranach il Vecchio e il Bacco sul barile di Pieter Paul Rubens.

Da segnalare che, per l’occasione, temporaneamente tornerà dal Giappone anche la Tavola Doria, il dipinto raffigurante la “Battaglia di Anghiari” che era in mostra in Galleria fino al giugno scorso"

Molto nutrita anche la lista delle opere che che dovrebbero lasciare temporaneamente il Gabinetto Disegni e stampa degli Uffizi. Su 16 disegni , ben quattro saranno di Leonardo da Vinci (tra cui uno Studio prospettico per l’Adorazione dei Magi e il famoso Paesaggio 8P), uno di Paolo Uccello, uno di Verrocchio, due, più recenti, di Giorgio Morandi e uno di Plinio Nomellini. Dello stesso autore livornese è stata chiesta una pittura della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, mentre dal Museo Nazionale del Bargello si dovrebbe spostare a Palazzo reale di Milano, tra le altre opere, anche il Busto di gentildonna (Dama col mazzolino) di Verrocchio.

E se dalla Galleria Palatina potrebbero approdare all’Expo un Tiziano (Ritratto di Ippolito de’ Medici) e un Guido Reni (Bacco fanciullo), per la mostra “Giotto e l’Italia” oltre al suddetto Polittico degli Uffizi, sono state chiesti la Testa di pastore proveniente dalla Galleria dell’Accademia e tre opere di Giotto e bottega dalla Limonaia di Villa Corsini.

E finalmente dieci (dei 20) arazzi con le Storie di Giuseppe Ebreo (di Pontormo, Bronzino e Salviati) ora esposti alla mostra del Quirinale, dal 29 aprile saranno visibili a Palazzo Reale di Milano, sempre per l’Expo.

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