Degrado a Firenze: nuovi divieti dopo il richiamo Unesco

Scaletti, Torselli, Xekalos, Noferi : “Ora Nardella corre ai ripari con un nuovo regolamento comunale, ma fino a ieri sminuiva i richiami dell’Unesco”

Antonio
Antonio Lenoci
03 novembre 2015 14:25
Degrado a Firenze: nuovi divieti dopo il richiamo Unesco

 Palazzo Vecchio prepara nuovi divieti per salvaguardare il decoro pubblico. Dopo gli interventi previsti e presentati contro l'aumento delle attività Minimarket, solo quelle dedicate alla vendita esclusiva di bevande alcoliche e superalcoliche con sconti e promozioni, led ed Internet point, arrivano una serie di indicazioni utili per non rovinare l'immagine della città.Che ci sia il richiamo Unesco dietro questa sveglia vigorosa? Le opposizioni di Palazzo Vecchio sono incontenibili, se alle note pacate del post richiamo, infatti, seguono altri interventi correttivi, allora il problema esiste.

Non solo, forse è grave. Pensare che eravamo la città più bella del mondo, cosa ha combinato Firenze in poco più di un anno?“L’Amministrazione Comunale – dichiarano in un comunicato congiunto Scaletti, (la Scaletti , la Firenze Viva, Torselli ( FdI) e Xekalos e Noferi (M5S) – adesso cerca di correre ai ripari, rispetto ai richiami dell’Icomos (organismo di valutazione e controllo dell’Unesco) sul degrado e sulla perdita d’identità del nostro Centro Storico.

E lo fa buttando giù, in fretta e furia, un regolamento comunale che è poco più che un elenco di buone intenzioni, in quanto lo stesso non avrà alcuna possibilità di incidere e modificare la normativa nazionale in tema di liberalizzazioni delle licenze commerciali e del piccolo dettaglio”.

“Del resto – continuano i consiglieri – era stato lo stesso Sindaco Nardella, qualche giorno fa, a voler individuare proprio nella proliferazione di esercizi commerciali non identitari la “colpa” del degrado del centro di Firenze. E per questo aveva puntato il dito contro le leggi “Salva Italia” e “Cresci Italia” del Governo Monti, omettendo però di sottolineare che il suo Pd quelle leggi le aveva allora votate in maniera compatto et cum gaudio magnum e che lui stesso, in prima persona le aveva difese ed esaltate come la miglior risposta alla crisi del Paese".

“Ora per correre davvero ai ripari e rispondere in maniera efficace ai rilievi dell’Unesco, occorre prima di tutto una severa autocritica, se non una vera e propria retromarcia. Occorre riconoscere che quelle leggi hanno rappresentato un vulnus nel governo delle città d’arte (si pensi anche a Roma e a Venezia) e chiederne una revisione visto che a Palazzo Chigi c’è una persona che dovrebbe ben sapere cosa invece servirebbe per non rovinare definitivamente l’immagine di Firenze nel mondo".“Quindi – aggiungono i firmatari – più che di un inefficace regolamento locale, c’è bisogno di una risoluzione forte che inviti Governo e Parlamento a inserire, nelle norme relative alle liberalizzazioni, una deroga per i siti Patrimonio Unesco, in cui si dica chiaramente che qui i Comuni possono stabilire aperture, orari e tipologie commerciali, laddove la finalità sia la conservazione e la salvaguardia identitaria del Sito Unesco, oppure ad emanare specifiche norme con analoghi criteri e contenuti”.

“Per questo – concludono le opposizioni - speriamo che la nostra risoluzione possa venir votata all’unanimità dal prossimo Consiglio Comunale. Il che testimonierebbe un’assunzione di responsabilità vera e una reale intenzione di salvaguardare il nostro Centro Storico. Altrimenti, anche questo Regolamento sarà di nuovo un “tutto chiacchiere e distintivo” “.

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