Covid: tre province e altri dieci comuni in zona rossa

In altri cinque scuole chiuse. Pistoia rimane area ad alto rischio, Prato ed Arezzo lo diventano assieme al comprensorio del cuoio quasi per intero. Studenti a casa a Siena, Castelnuovo Berardenga, Marradi, Reggello e Tavarnelle Barberino Val d’Elsa. Il presidente della Toscana Giani ha firmato le ordinanze, spiegando i motivi delle scelte assunte. Dicomano: sindaco chiude parco Albereta. Le priorità e le richieste indicate da Biffoni e Funaro (Anci Toscana) a nome di tutti gli assessori. Scuole aperte lunedì 15 marzo nel Comune di Lastra a Signa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 marzo 2021 16:29
Covid: tre province e altri dieci comuni in zona rossa

Nella Toscana che rimane arancione, circondata da regioni con situazioni di ancora maggior rischio quanto ai contagi da Covid-19, sono 73 i comuni colorati comunque di rosso. Alcuni già lo erano, altri (in parte già annunciati) lo diventeranno da lunedì 15 marzo: per almeno una settimana, fino al 21 marzo. Sono concentrati in tre province – Pistoia, Arezzo e Prato – ma non solo in quelle. Inoltre in altri cinque territori comunali, pur rimanendo arancioni, saranno chiuse le scuole.

Il presidente della Toscana Eugenio Giani spiega nel corso di una conferenza stampa, subito dopo aver firmato le ordinanze, i dettagli dei provvedimenti assunti: tra automatismi previsti dal Dpcm e ultimo decreto legge Draghi e scelta discrezionali assunte in accordo con i sindaci.

Erano 81 i comuni sotto osservazione nelle riunioni che ieri, come tutti i venerdì, sono andate avanti per l’intero giorno e parte della sera, in presenza e da remoto. Alla fine la scelta è stata quella di confermare per un’altra settimana zona rossa la provincia di Pistoia (venti comuni). Rosse diventano anche le province di Prato (sette comuni) e Arezzo (36 comuni). Non poteva che essere così. Le disposizioni nazionali prevedono che accada in automatico quando, in un ambito provinciale, l’oramai famoso indice di contagio settimanale superi i 250 nuovi casi per centomila abitanti. Impossibile qualsiasi deroga, neppure per tenere aperte le scuole per l’infanzia.

Ai 63 comuni delle tre province, confermati o finiti in zona rossa, se ne aggiungono però altri dieci, tra conferme e nuovi ingressi: Viareggio in provincia di Lucca e Castellina Marittima in provincia di Pisa, Santa Luce ancora sulle colline pisane, Scarlino in provincia di Grosseto e Firenzuola nell’alto Mugello fiorentino. E poi ancora quasi l’intero comprensorio del cuoio: Fucecchio nel fiorentino e San Miniato, Montopoli, Santa Croce sull’Arno e Castelfranco di sotto nel pisano (unico a rimane fuori da qualsiasi provvedimento Santa Maria a Monte, che gravita in gran parte su Pontedera).

Si tratta di interventi mirati, presi in accordo con i sindaci: “chirurgici”, come spiega il presidente Giani, “che le nuove norme nazionali offrono come possibilità ai presidenti di Regione ma che in Toscana stiamo in verità assumendo da tre settimane”. Prima, ricorda, è stata ad esempio la volta di Chiusi e di San Sepolcro, argine alla varianti in arrivo dall’Umbria: poi la settimana dopo, tra i maggiori provvedimenti, Siena e Pistoia, Cecina anche. “Ed è stata una strategia – commenta ancora Giani - che ha funzionato ed ha pagato, come ha dato atto lo stesso ministro Speranza con cui mi sono sentito ieri”. Tant’è che in alcuni di questi territori i contagi sono già tornati sotto soglia e non sono più rossi.

Ci sono poi i comuni che rimangono arancioni ma dove si è deciso per la chiusura delle scuole, perché i focolai individuati riguardavano proprio gli studenti o la diffusione delle nuove varianti: Siena e il contiguo Castelnuovo Berardenga, Marradi al confine con la Romagna, Reggello nel Valdarno e Tavarnelle Barberino Val d’Elsa. Naturalmente chi, pur residente, va a scuola in altri comuni potrà continuare a farlo.

I comuni ieri sotto osservazione, dove l’indice di contagio ha superato i 250 casi per centomila abitanti, erano qualcuno in più. “Assieme ai sindaci e analizzando i dati – racconta ancora Giani - abbiamo deciso però di non assumere provvedimenti ulteriormente restrittivi, perché magari, su popolazioni di poche migliaia di abitanti (dove bastano pochi contagi per finire sopra soglia ndr.),i casi erano concentrati su un numero limitato di nuclei familiari già tutti isolati o sotto sorveglianza oppure perché l’indice risultava falsato da altri fattori”. E’ il caso di Volterra, ad esempio, per la presenza del carcere dove più di cinquanta sono stati i positivo, oppure di Figline Incisa, di Radda e di Gaiole in Chianti. “In ogni caso – precisa ancora Giani - i sindaci faranno ordinanze mirate per ridurre il rischio di assembramenti”. E quei comuni rimarranno comunque sotto osservazione.

Il presidente della Toscana annuncia che gli uffici regionali sono di nuovo al lavoro per riproporre l’ordinanza, sospesa dal Tar, che vietava lo spostamento nelle seconde case da fuori regione.

Alla luce degli ultimi provvedimenti del governo per contrastare l’emergenza sanitaria, e della lettura della situazione attuale di evoluzione della pandemia, il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni, insieme agli assessori alla Scuola dei comuni toscani coordinati da Sara Funaro, esprime preoccupazione per la sospensione delle attività in presenza nelle scuole e, soprattutto, nelle scuole dell’infanzia e nei servizi educativi alla prima infanzia.

"Nel corso di quest’ultimo anno sono stati fatti grandi sforzi e investimenti, da parte delle pubbliche amministrazioni e degli altri soggetti gestori, peraltro in stretto contatto con l’Ufficio Scolastico Regionale e le ASL, per realizzare elevate condizioni di sicurezza e non ridurre le risposte ai bisogni degli studenti e delle famiglie preservando il più possibile il sistema scolastico - affermano Biffoni e Funaro - In virtù delle azioni che sono state messe in campo, dalla riorganizzazione degli spazi al potenziamento delle igienizzazioni, dalla formazione di gruppi omogenei al rafforzamento del personale fino, in ultimo, al programma di vaccinazioni già in fase avanzata, i dati rilevati dalla Regione ci dicono che si è riusciti a contrastare il contagio, che i focolai spesso avvengono al di fuori degli edifici dei servizi educativi e delle scuole, che il sistema di tracciamento sta funzionando e che, quindi, complessivamente, al momento, il sistema di contenimento sta andando nel modo migliore.

"Constatata in modo obiettivo la situazione e convinti del valore insostituibile della scuola che solo in presenza può realizzarsi come comunità educante e come luogo di crescita, chiediamo che, sia nella zona rossa, sia in eventuali zone arancioni con maggiori restrizioni, che dovessero essere disposte dalle regioni per uno o più ambiti territoriali, non siano sospese le attività educative e didattiche in presenza e che, in tal senso, si disponga nei provvedimenti futuri, fatte salve, naturalmente, situazioni di particolare gravità per le quali potrà rimanere la discrezionalità per la regione di adottare provvedimenti maggiormente restrittivi.

"Facciamo appello in questo senso, chiedendo che le attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole siano le ultime ad essere sospese, mentre appare opportuna una maggiore attenzione sugli assembramenti che avvengono al di fuori degli edifici scolastici ed in particolari nei tradizionali luoghi di ritrovo che, pur non frequentati all’interno dei locali o nelle immediate vicinanze, rappresentano comunque il punto di attrazione e aggregazione dei bambini e dei ragazzi. Fenomeno, quest’ultimo, che viene contrastato anche dal mantenimento dei servizi educativi e scolastici in presenza.

"I Comuni s’impegnano a svolgere in modo attento e rigoroso le attività loro assegnate ma chiedono questa scelta, convinti che sia un modo per contrastare il contagio oltre che per mettere al centro i bambini, i ragazzi e gli studenti, tenendo presente anche le necessità delle loro famiglie. E ringraziano il presidente della Regione Eugenio Giani per l'impegno e l’attenzione che ha dimostrato in questi mesi".

I Comuni toscani dunque rivolgono un appello per mantenere i servizi educativi e la scuola aperti, sollecitando alcune priorità: :

1) Completare il prima possibile tutta la vaccinazione del personale docente con l’ausilio della nuova task force creata dal generale Figliuolo (anche perché viene da chiedersi: Perché vacciniamo tutti gli insegnanti se poi chiudiamo le scuole?);

2) Screening di massa con tamponi in tutte le scuole per monitorare continuamente il contagio e intervenire tempestivamente, isolando le singole classi. Nel caso in cui venga riscontrato un caso positivo lo step successivo dovrebbe essere lo screening su tutta la scuola;

3) Reintrodurre, come già avviene in Toscana e a Firenze, il medico scolastico, in accordo con la Ausl di riferimento e garantire al contempo un canale preferenziale tra la scuola e il presidio sanitario per qualunque evenienza e necessità della popolazione studentesca, del personale amministrativo e degli insegnanti.

4) Protezione civile, volontari e steward per presidiare mezzi di trasporto e ingressi nelle scuole;

5) Sfalsamento degli orari di ingresso e uscita delle scuole;

6) Evitare di chiudere sevizi all’infanzia in assenza di provvedimenti seri su congedi parentali, senza i quali per le famiglie è impossibile organizzarsi;

7) Implementare controlli nei luoghi di assembramento giovanile pomeridiani: parchi, strutture sportive etc.".

“A seguito del colloquio con il presidente Giani abbiamo deciso, di comune accordo, di lasciare le scuole aperte nel nostro comune in quanto non esistono ad oggi problemi di focolai o numeri di contagi alti all’interno dei plessi scolastici del territorio”. E’ quanto ha dichiarato il sindaco Angela Bagni dopo il confronto con il presidente della Regione Eugenio Giani nella mattinata di oggi.

Il presidente della Regione Toscana aveva allertato il sindaco già da ieri dell’ipotesi, oggi scongiurata, di chiusura a seguito dell’analisi dei dati riguardanti il nostro territorio. Lastra a Signa infatti nell’ultima settimana ha sforato, anche se di poco, il limite dei 250 casi settimanali ogni 100.000 abitanti (con il calcolo della proporzione si arriva infatti a 260) e soprattutto nella giornata di ieri erano stati registrati 18 cittadini contagiati in un solo giorno. Oggi sabato 13 marzo i casi di positività a Lastra a Signa sono 9.

“Continueremo a monitorare la situazione delle scuole nei prossimi giorni – ha dichiarato il sindaco Bagni- e se i numeri saliranno ci sarà un nuovo confronto e delle nuove decisioni. Per adesso le scuole restano aperte e raccomando la massima prudenza a tutti”.

“Per quanto riguarda la chiusura di parchi e giardini – ha proseguito il sindaco- è stata una decisione sofferta ma presa proprio per dare un segnale forte, un segnale che servisse anche a scongiurare la chiusura delle scuole. Il presidente Giani ha chiesto a tutti noi dei sacrifici per prevenire l’aumento dei contagi e abbassare il tasso di positività e quello di chiudere gli spazi verdi all’aperto è stata quindi una mossa per avvertire tutti che se non facciamo qualche sforzo in più non potremo evitare la zona rossa. Se nella prossima settimana i casi saranno in diminuzione, l’ordinanza di chiusura sarà ritirata e riapriremo i parchi, anche prima dei 15 giorni stabiliti”.

Con un'ordinanza il sindaco di Dicomano Stefano Passiatore ha disposto la chiusura del parco dell'Albereta per evitare assembramenti, soprattutto dopo ritrovi di gruppi giovanili indisciplinati. L'area verde resterà chiusa dalle 13 alle 22 nei giorni feriali e sarà off limits nel fine settimana.

Afferma il sindaco Stefano Passiatore: "Questa mattina ho sentito il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che mi ha comunicato che il Comune di Dicomano risulta poco sopra il limite indicato dei 250 casi ogni 100.000 abitanti. In ragione del valore di pochissimo superiore e dei pochi contagi fra i ragazzi in età scolare - sottolinea -, abbiamo convenuto di non intervenire sulle scuole ma di cercare altre azioni per limitare la diffusione del contagio. Lo dobbiamo proprio ai ragazzi per evitare che al prossimo controllo si debbano chiudere le scuole. Per questo motivo - spiega - oggi pomeriggio ho firmato un'ordinanza che chiude in determinate fasce orario il Parco dell'Albereta, dopo numerose segnalazioni".

Nei prossimi giorni, precisa il sindaco, si farà il punto della situazione per valutare eventuali ulteriori provvedimenti e divieti.

La prossima settimana a Reggello le scuole saranno chiuse. Questa mattina la regione Toscana ha effettuato gli approfondimenti relativamente all’evoluzione del contagio da covid-19 in alcuni comuni. In questo senso Reggello è proprio fra i territori che superano l’incidenza di 250 casi ogni centomila abitanti. Il dato comunale risulta infatti di 485 casi su centomila abitanti. Per questo motivo è stata stabilita la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado e dei servizi educativi.

Inoltre il sindaco reggente Piero Giunti ha prorogato l’ordinanza di chiusura dei parchi e dei giardini. Sta per essere predisposta anche un’ordinanza per il divieto di stazionamento e assembramento nelle piazze e nei luoghi di maggiore criticità all’interno del territorio comunale. La prossima settimana saranno raddoppiati i turni della polizia Municipale per presidiare quei luoghi dove le persone, nonostante le raccomandazioni, continuano a ritrovarsi.

“Faccio ancora più forte l’appello a mantenere alto il livello di attenzione – afferma il Sindaco reggente Piero Giunti - perché le azioni che stiamo mettendo in campo rischiano di essere vane e non sufficienti, se non sono accompagnate da una forte e responsabile presa di consapevolezza che il nostro comportamento nel rispettare le regole è fondamentale per bloccare la diffusione di questo Virus”.

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