'Con il vostro irridente silenzio' alla Pergola

Fabrizio Gifuni interpreta le lettere e il Memoriale di Aldo Moro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 gennaio 2022 14:41
'Con il vostro irridente silenzio' alla Pergola

Un “meteorite”, un esperimento teatrale “fantasmatico” da maneggiare con cura. Debutta al Teatro della Pergola dal 18 al 23 gennaio, Con il vostro irridente silenzio. Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro scritto, diretto e interpretato da Fabrizio Gifuni.

Lo spettacolo si basa sul volume filologicamente aggiornato nel 2019 del carteggio dell’allora presidente della Democrazia Cristiana, barbaramente assassinato dalle Brigate Rosse dopo 55 giorni di prigionia tra il 17 marzo e il 9 maggio 1978.

Il sequestro Moro tenne con il fiato sospeso l’Italia, dolorosamente divisa tra “trattativisti” e intransigenti.

Fabrizio Gifuni evoca il corpo di Aldo Moro, uno spettro che ancora oggi occupa il palcoscenico della nostra storia di ombre.

Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole sulla carta, appunta a mano, su fogli di block-notes forniti dai suoi carcerieri: lettere scritte e recapitate e lettere censurate dai brigatisti, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie.

E insieme alle lettere, nella sua prigione del popolo, compone un lungo testo politico, storico, personale: il cosiddetto Memoriale, con le risposte e le considerazioni alle domande poste dai rapitori.

Le lettere e il memoriale sono le ultime parole di Moro e raccontano tutti i 55 giorni della sua prigionia. Si tratta di un fiume di parole inarrestabile, che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere. Ma a distanza di quaranta anni, attorno a queste carte regna ancora un silenzio assordante. Soltanto alcuni storici non smettono di studiarle; insieme a loro pochi giornalisti e alcuni appassionati del caso Moro hanno cercato lì dentro la filigrana della più grande crisi della Repubblica.

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