Come il vento: la storia vera di Armida Miserere

Durante la proiezione al cinema Stensen sarà presente in sala il regista Marco Simon Puccioni. La 1^ nazionale de L'Affarista di Giuseppe Ferlito al Fulgor

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 maggio 2014 14:24
Come il vento: la storia vera di Armida Miserere

Domani martedì 27 maggio al cinema Stensen (Viale Don Minzoni 25) penultimo appuntamento con Ciak sul lavoro, la rassegna su cinema e lavoro promossa da CIGL Firenze e Toscana. Alle ore 21.00 sarà proiettato Come il vento, il film con Filippo Timi e Valeria Golino che racconta la storia vera di una delle prime donne a dirigere un carcere in Italia.

Alla presenza del regista Marco Simon Puccioni (ingresso 5€, ridotto 4€). La pellicola, presentata all’edizione 2013 del Festival Internazionale del Cinema di Roma, racconta la storia di Armida Miserere (Valeria Golino), excriminologa, amica dei magistrati Caselli e Sabella e direttrice di penitenziario subito dopo l’entrata in vigore della legge Gozzini (1986). Il film di Puccioni ripercorre la vita di Armida prendendo in prestito come il titolo le parole scritte da lei stessa prima di togliersi la vita (“Come il vento sono stata”) e grazie anche all’intensa interpretazione della Golino mette in luce la sua determinazione che si fa durezza, il rigore morale senza sconti, una caratteristica che spinge l’amministrazione penitenziaria a destinarla proprio nel carcere più difficile da gestire, Pianosa, riaperto a metà anni 90 per la detenzione dei criminali più pericolosi. Armida è stata paladina dei diritti e dei doveri dei carcerati, difensore strenuo del regolamento contro ogni inquinamento, compromesso o corruzione.

Un lavoro difficile, fino ad allora ritenuto esclusivo appannaggio del “sesso forte”, svolto fra mille difficoltà e incomprensioni e portato avanti con coraggio, durante vent’ anni di servizio nelle più pericolose strutture di detenzione, da Parma a Lodi, da Pianosa all’Ucciardone. Una donna che ha saputo imporsi ottenendo la stima dei colleghi uomini, ma anche una persona fragile, disillusa, sostanzialmente infelice, che nascondeva dietro la corazza del dovere e del ruolo un dolore inconsolabile: il figlio morto in grembo dopo tre mesi di gravidanza e il compagno (educatore e sperimentatore di teatro in carcere, interpretato da Filippo Timi) ucciso in circostanza mai chiarite, in un agguato di stampo mafioso.Si chiama “L’affarista”.

E’ il nuovo film di Giuseppe Ferlito, videomaker premiato in numerosi festival nazionali e internazionali. Il film – il primo film internazionale del regista, girato a Parigi, Trieste, Portofino e Genova - verrà presentato in anteprima martedì 27, al cinema Fulgor di Firenze, alla presenza del regista e del cast al completo (ore 20.30). Poi, il film sarà in programmazione da giovedì 5 giugno nella multisala fiorentina. Giuseppe Ferlito ha toccato vari generi cinematografici, nella sua lunga carriera di autore.

Stavolta, si misura con il thriller erotico. E sceglie, a interpretarlo, una giovane e bella attrice toscana, Martina Cecchelli. Al suo fianco, un attore solido come Fabio Baronti, animatore della Compagnia delle seggiole, un giovane e prestante attore pugliese, Walter Nestola, e un attore di culto come Giorgio Ariani. Saranno tutti presenti, martedì alle 20.30, al cinema Fulgor di Firenze. Di che cosa parla la storia? Di una ragazza che, come molte, ha un conflitto familiare. Di un sito erotico che lei apre.

Di un gruppo di pedofili che intercettano le sue immagini. “Il male mi ha sempre affascinato, perché non lo riconosci”, dice il regista Ferlito, agrigentino, 58 anni. “Il male, la perversione, la malattia morale si annidano in modo trasversale nella nostra società”. Si parla di sesso e di pedofilia, nel film. “Ma ho scelto di trattare il tema con grande delicatezza. La forza del film sta nei colpi di scena, e non nel voyeurismo dello spettatore. Tutto si trasforma di senso, tutto cambia nel corso del film”. E’ anche, questo, il primo film internazionale di Ferlito.

“Nonostante un budget ridotto, siamo riusciti a girare anche a Portofino, Trieste, a Genova e persino a Parigi. Abbiamo girato sulla Senna, in un bateau mouche che è stato messo a nostra disposizione. E per fare tutto questo abbiamo investito solo i soldi del viaggio!”. Il film è stato interpretato anche da un giovane attore di ottant’anni, Giorgio de’ Giorgi, vera “scoperta” del regista Ferlito, di cui è diventato l’attore-feticcio. La pellicola dura un’ora e cinquanta minuti. 

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