Carcasse di capre sbranate dai lupi vicino a Certaldo

Le foto "forti" di Coldiretti Firenze mettono in evidenza l'allarme degli allevatori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 ottobre 2019 12:12
Carcasse di capre sbranate dai lupi vicino a Certaldo

Ritrovate altre carcasse di ovini sbranati in Toscana. È la volta di due capre attaccate da lupi nelle campagne attorno a Certaldo. All’appello dell’azienda mancano anche tante pecore e altre capre. “Il danno per le aziende zootecniche si fa sempre più pesante –commenta Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Firenze-. L’eccesso di lupi mette sempre più a rischio gli allevamenti di qualità, che vedono i costi lievitare per recinzioni ed altri dissuasori, e, per quelli che producono latte e formaggi, non mancano altre preoccupazioni: ‘guerra’ dei dazi con gli Usa, che creano ulteriore incertezza alle nostre imprese agricole, e bassi margini derivanti dai prezzi non remunerativi pagati agli allevatori”.

La Toscana ospita un patrimonio di lupi significativo e molte aree della regione si ravvisa una situazione di emergenza legata anche alla presenza di individui ibridi e di cani domestici inselvatichiti.

“Non sono più rimandabili misure d’intervento chiare ed immediate –commenta Ciampoli-, la politica deve scegliere se condannare all’abbandono interi territori anche in zone ‘pregiate’ come Chianti, Empolese-Valdelsa, Firenze, Valdarno e Pratese. Occorre che un percorso virtuoso di gestione, dove gli agricoltori e allevatori, possano continuare a presidiare le nostre zone più fragili e garantire la bellezza del paesaggio”.

Per il triennio 2014 - 2016 in Toscana sono state presentate domande di indennizzo, riferite a 1.348 attacchi di predatori agli animali allevati, per un danno che supera i 3 milioni di euro; per l’anno 2017 sono state presentate 590 domande di indennizzo, per un danno di 460.000, riferito unicamente al valore degli animali uccisi, e che può essere stimato in oltre 1,5 milioni di euro, in termini di perdita di reddito per le imprese agricole. In molti casi gli allevatori ormai rinunciano a presentare le domande di indennizzo; quindi la dimensione del fenomeno è molto più grave di quella che risulta dai dati ufficiali.

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