Canone Rai in bolletta: rischio di danneggiare l'utente favorendo il gestore

La morosità verso lo Stato implica gravi conseguenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 marzo 2016 15:35
Canone Rai in bolletta: rischio di danneggiare l'utente favorendo il gestore

"Sarebbe quasi pronta la bozza di decreto attuativo del canone Rai in bolletta.Due i punti che ci destano particolare perplessità, e altrettante le riflessioni che proponiamo al Ministero dello sviluppo economico per correggere il tiro ed evitare di danneggiare i consumatori/contribuenti favorendo abnormemente le società elettriche" spiega Emmanuela Bertucci, legale Aduc.

Se il tributo diventa un escamotage contro la morosità. "Sarebbe previsto, in caso di pagamento parziale della bolletta da parte dell'utente/contribuente, che le somme debbano andare a soddisfare con priorità la quota per l'energia elettrica, e quindi che la morosità vada a incidere sul canone, con le immaginabili conseguenze per il contribuente (Equitalia e cartelle esattoriali). Un enorme – o meglio abnorme – regalo alle compagnie elettriche da parte del Governo (forse parte del “pagamento indiretto” dei servizi di riscossione?): una netta diminuzione delle morosità nel rapporto contrattuale utilizzando come leva un tributo".In questo periodo di grave crisi economica tante famiglie si trovano costrette a effettuare pagamenti parziali delle bollette, accollandosi poi le morosità verso le compagnie elettriche.

"Ma una cosa è una ordinaria morosità in un rapporto privato contrattuale, tutt'altra cosa è una morosità erariale che comporta iscrizione a ruolo, Equitalia, fermo amministrativo dei veicoli ecc" sottolinea Aduc.Attenzione però. "E' fatta salva la possibilità per l'utente di imputare il pagamento al canone Rai anziché alla bolletta. Esemplificando, se su una bolletta di 100 euro ne pago solo 80, e voglio che questo pagamento copra il canone, dovrò inviare alla società elettrica una comunicazione formale di imputazione del pagamento: "Caro gestore, di questi 80 euro 20 devono coprire il canone, il resto è per te". Se ogni pagamento parziale non è accompagnato da tale comunicazione, le somme andranno al gestore e l'utente risulterà moroso per il pagamento del canone Rai".In pratica "il governo ostacola il contribuente che vuole pagare l'imposta, imponendogli di comunicare l'imputazione di pagamento, dunque di attivarsi inviando al gestore una raccomandata AR per Euro 5,45" denuncia Aduc che aggiunge "Se per un intero anno ho difficoltà a pagare la bolletta, alla fine dell'anno avrò pagato 100 euro di canone più euro 27,25 per cinque raccomandate AR, una per ogni bolletta.

Un buon affare per Poste italiane".

Rischio di incostituzionalità. "In pratica il governo impedisce all'utente che vuole pagare l'imposta di farlo: questi potrà farlo solo dopo aver pagato per intero la bolletta della luce elettrica. Tutto ciò è illogico e costituzionalmente illegittimo. La Costituzione italiana all'art. 53 prevede che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.Il nostro sistema tributario si fonda sui principi generali della capacità contributiva, della proporzionalità della partecipazione del singolo alla spesa pubblica e - soprattutto - della indisponibilità dei crediti tributari.

Pagare le tasse (imposte in questo caso) è un dovere del cittadino e un provvedimento ministeriale non può impedire – come parrebbe fare la bozza di decreto – al contribuente che vuole pagare le tasse di farlo, subordinando il pagamento di queste tasse al pagamento di un credito privato".Inoltre, conclude Bertucci "I crediti/debiti tributari sono indisponibili sia per il cittadino che per lo Stato, il che vuol dire che nessuno dei due può fare accordi (contrattuali o regolamentari) per disporne (stralciandoli, diminuendoli, modificandoli) e i provvedimenti di conciliazione, accertamento con adesione e affini devono essere motivati, e tali motivazioni possono essere oggetto di vaglio e verifica da parte della Corte dei Conti.

Né lo Stato può, con credito fiscale decidendo di riscuoterlo solo subordinatamente alla soddisfazione, in prelazione, di un credito privato da parte di una società".

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