Busi: “Se continuiamo così fra pochi mesi il 40% della Toscana sarà in vendita”

L'allarme del presidente del Vino Chianti: “Agricoltori abituati ai sacrifici, ma così impossibile andare avanti”. La Toscana era prescelta dal 45% dei turisti del vino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 giugno 2020 23:50
Busi: “Se continuiamo così fra pochi mesi il 40% della Toscana sarà in vendita”

Siamo rimasti soli. Nonostante gli annunci del Governo le nostre aziende stanno cercando di superare questa crisi senza precedenti facendo affidamento esclusivamente sulle proprie forze. Noi imprenditori agricoli siamo abituati alla sofferenze e ai sacrifici: ogni anno la nostra produzione dipende dalle condizioni climatiche che nel giro di qualche giorno, senza preavviso, possono compromettere le nostre colture e la stabilità dell'azienda. In un momento come questo però non ci aspettavamo che la distanza fra i problemi delle imprese e le Istituzioni fosse così abissale.” E' l'allarme lanciato da Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, in occasione dell'assemblea del Consorzio riunita nei giorni scorsi per la prima volta a Firenze dopo la fase di lockdown “Il tempo è finito – ha spiegato Busi - e non c'è più possibilità di andare avanti.

Se si continua così, senza alcun sostegno, nei prossimi mesi il 40% della Toscana sarà in vendita. Le aziende chiuderanno e diventerà il più grande boomerang mai visto prima dal punto di vista patrimoniale. E questo coinvolgerà tutti. Chiuderanno aziende grandi e piccole, blasonate o meno. Ci rimetterà tutta la regione senza alcuna possibilità di tornare indietro.” In questo quadro dominato dall'incertezza non è ancora chiaro quali saranno le fiere che riprenderanno “Non sappiamo ancora quando potremo ripartire con la nostra attività promozionale – ha spiegato Busi – un capitolo fondamentale per l'export che fino ad oggi rappresentava il 70% del nostro mercato.

E' evidente che se non dovessero ripartire in Europa e nel mondo i grandi eventi legati al mondo del vino, rischiamo di veder compromesse le nostre vendite, già duramente colpite dalla chiusura del canale Ho.re.ca in questi mesi.” “E' arrivato il momento – ha concluso il presidente del Consorzio Vino Chianti – di mobilitare tutto il mondo del vino toscano per farci ascoltare. In questa fase non possiamo permetterci il lusso di restare ancorati ai soliti campanili. Per la Toscana il mondo del vino rappresenta una componente imprescindibile per il rilancio dell'economia regionale.”

Una particolare attenzione al sistema dei dazi americani, al rilancio dei consumi con la revisione dell'IVA, alla necessità dello sgravio del costo del lavoro per il mondo della ristorazione ed investimenti a sostegno dell’enoturismo e dell'e-commerce, tutto senza indugi. Queste le richieste che il mondo del vino toscano ha rilanciato all’Esecutivo in vista degli Stati Generali dell’Economia convocati dal Premier Conte, rappresentato nei giorni scorsi in un dibattito organizzato da AIS Toscana e Gruppo Editoriale in diretta sulla propria pagina Facebook da Albiera Antinori, Presidente della Marchese Antinori, da Lamberto Frescobaldi Presidente della Marchesi de' Frescobaldi, e Donatella Cinelli Colombini produttrice a Montalcino e fondatrice del Movimento Turismo del Vino.

Una nuova era per l’enologia dunque, che i produttori si preparano ad affrontare portando proposte concrete all’attenzione del Governo in tema di rilancio e salvaguardia; un nuovo approccio e nuovi strumenti da vagliare, ma sempre nell’ottica di garantire una continuità ad un settore che nonostante le difficoltà, spesso anche logistiche durante questi mesi, guarda al futuro con ottimismo e fiducia. Soprattutto alla vigilia di un importante appuntamento istituzionale come gli Stati Generali dell’Economia, con il Ministro Roberto Gualtieri che ha stanziato per il rilancio del Made in Italy all'estero 1,4 miliardi di euro e di cui una quota andrà auspicabilmente a coprire anche il comparto agroalimentare.

Ciò premesso, su cosa chiedere al Governo per la salvaguardia ed il rilancio del settore vitivinicolo, Lamberto Frescobaldi, Presidente della Marchesi de’ Frescobaldi non ha dubbi: “il vino italiano all’estero è andato molto bene in questi anni e non vedo impedimenti alla ripresa di tale vivacità. Premesso che a causa di questa emergenza sanitaria, nel nostro Paese mancheranno quest’anno circa 60 milioni di turisti provenienti dall’estero, adesso necessitiamo un maggiore sostegno istituzionale, in particolare al Ministro chiediamo di seguire con grande attenzione la questione dei dazi con l’America pronta a imporre nuove limitazioni a prodotti europei ed anche italiani, il che significherebbe una mazzata terribile per la nostra economia.

Ed un’altra questione essenziale per la competitività: il peso delle imposte. Il mondo della ristorazione, dove i grandi vini hanno il loro principale canale distributivo, è fortemente penalizzato, non solo dalle imposte ma anche dagli alti costi di manodopera. Un alleggerimento di tale carico, unitamente ad una revisione al ribasso dell’IVA, ora al 22%, contribuirebbe verosimilmente, se resa evidente, a rilanciare i consumi”.

Occhi puntati sugli Stati Uniti per il vino toscano dunque, che grazie anche alla diffusione internazionale in digitale in doppia lingua italiano e inglese del Sommelier Toscana, con gli anni è riuscito ad avvicinarsi sempre più alla nostra enologia: proprio dal Nuovo Continente infatti, la rivista pubblicata dal Gruppo Editoriale riceve apprezzamenti e registra circa il 20% dei contatti e delle impressions.

Sull’importanza del mercato americano per l’enologia toscana si è concentrata, con spirito propositivo, anche Albiera Antinori, Presidente dalla Marchesi Antinori, la cui azienda vitivinicola di famiglia è fortemente orientata all’internazionalizzazione, in particolare verso California e Cile dove ha altresì sedi di proprietà. “Concordo con quanto sostiene Lamberto Frescobaldi in merito alle preoccupazioni per possibili dazi americani - ha rilanciato - tuttavia sono positiva e fiduciosa che quel mercato sappia riprendersi velocemente quello sprint che da sempre lo contraddistingue.

Quello che serve adesso è una strategia a lungo termine: le idee ci sono, ma non basta annunciarle, bisogna iniziare a metterle in pratica: basta indugi. Chiediamo sostegno – ha aggiunto - ma al contempo anche noi cerchiamo di fare la nostra parte per ripartire, anche con iniziative semplici come la fruibilità delle cantine Ritengo che anche l’e-commerce come modalità di acquisto che in questi tre mesi in Italia si è molto sviluppata, rimarrà un canale di vendita in più, un aiuto, ma non è paragonabile all’emozione di scoprire cosa c’è dietro la produzione di un vino e niente potrà sostituire le visite in cantina e per le degustazioni on line dovremo inventarci qualcosa in più di ciò che abbiamo fatto finora”.

A tali considerazioni, vanno ad aggiungersi quelle esplicitate da Donatella Cinelli Colombini, produttrice nonché fondatrice del Movimento Turismo del Vino, che focalizza l’attenzione sul turismo del vino in questa nuova era post Covid.

“Oggi il turismo enogastronomico è la prima motivazione di scelta dei turisti – ha premesso – inoltre, in considerazione delle difficoltà causate dal Covid-19, abbiamo di fronte l’opportunità di riportare i viaggiatori italiani a scoprire un turismo di prossimità. Pertanto chiediamo al Governo e agli Stati Generali dell'Economia che sia messa in campo un serio impegno nella promozione ed una massiccia campagna di comunicazione usando le reti pubbliche per promuovere il mondo del vino e del turismo e modificare il sito italia.it dove il vino non ha alcuno spazio, e questo è gravissimo per un Paese come il nostro.

Inoltre occorre creare collegamenti tra le persone e i territori. Servono interventi immediati. Non basta la governance focalizzata sui singoli territori occorre una manovra di comunicazione importante per riattivare il turismo italiano perché mancano all'appello 59 milioni di turisti stranieri".

Cinelli Colombini suggerisce alcune pratiche utili come organizzare opportunità all'aria aperta, creare punti di assaggio con prodotti tipici come formaggio e vino un abbinamento che ha almeno 8000 anni e accoglierli come amici e soprattutto aprire nel week end come conferma anche Albiera Antinori che ha già riaperto la loro cantina a Bargino, una autentica cattedrale del vino dove "già nel primo fine settimana abbiamo ricevuto oltre 300 turisti, niente in confronto a prima del Covid-19, ma siamo fiduciosi che ben presto si possano raggiungere buoni risultati sia sui mercati sia per il turismo del vino".

Donatella Cinelli Colombini facendo riferimento ai dati dell'ultimo rapporto dell’Osservatorio sul Turismo del Vino redatto dall’Università di Salerno per le Città del Vino, afferma che la sorpresa più interessante è che "circa il 60% degli enoturisti hanno dichiarato di visitare più frequentemente le cantine della propria regione ed in questa classifica, la Toscana si è confermata la prima destinazione enoturistica italiana con il 45% di preferenze.

Il turismo del vino – ha aggiunto – è paragonabile ad un treno in corsa che il Covid ha fermato e che adesso vorrebbe poter tornare ai fasti di un tempo. Nel 2019, le visite in cantina sono state circa 15 milioni per un giro d’affari di 2,65 miliardi di euro. Se gli stranieri torneranno il merito sarà anche della rete web, che rappresenta lo strumento più utilizzato per organizzare un viaggio ed una escursione in cantina. La voglia di venire in Italia c’è, lo dimostrano gli oltre 300 milioni di visualizzazioni prodotte dalle ricerche on line.

Cogliamo questo come segnale incoraggiante per una pronta ripartenza”.L’incontro dal titolo “Into a new era” dedicato agli scenari post Covid per il settore dell’enologia in occasione della presentazione dell'ultimo numero della rivista Sommelier Toscana nel quale sono altresì raccontate le più importanti Anteprime del vino toscano, è stato moderato dal Direttore del Sommelier Toscana Marzia Morganti Tempestini e dall’editore della rivista Matteo Parigi Bini, con l’intervento del Presidente di AIS Toscana Cristiano Cini il quale ha ribadito come “ora più che mai sia importante trasmettere fiducia e continuità, dimostrare di esserci, non mollare.

Noi lo abbiamo fatto facendo uscire la rivista Sommelier Toscana nonostante il lockdown e continueremo a farlo, in primis con la conferma di un imperdibile appuntamento, il ventennale dell’Eccellenza di Toscana, a dicembre alla Stazione Leopolda di Firenze. Sarà un ritorno alle origini – ha aggiunto - con i soli produttori di vino, e rappresenterà il contesto più coerente per continuare a raccontare, con e per gli appassionati, i nostri vini, le storie dei produttori toscani ed il nostro territorio”.Nell’incontro, è altresì intervenuto il Direttore Editoriale del Sommelier Toscana, Antonio Stelli, che ha dissertato con gli ospiti circa le ultime Anteprime e le annate del vino, in particolare del Brunello di Montalcino e del Chianti Classico.

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