E' stata presentata e inaugurata ieri a Firenze la mostra "C.A. Bixio - Musica e Cinema nel '900 italiano". La storia, le immagini e le musiche della straordinaria carriera di un autore (1896-1978) che ha influenzato la cultura popolare italiana del '900.
Per l'occasione Franco Bixio ha fatto dono al Sindaco Dario Nardella di due spartiti originali (uno dei quali, molto raro: un'edizione giapponese) di 'Violino Tzigano'. Il sindaco ne ha solfeggiato il motivo iniziale.La mostra è stata poi illustrata in un incontro alla quale hanno preso parte Franco Bixio e Giuseppe Pasquali, curatori della mostra, insieme a Renato Marengo, coordinatore dell'esposizione, a Tommaso Sacchi (coordinatore dell'Ufficio Cultura del Comune di Firenze), Angelo Bassi (consigliere delegato al Turismo della Città Metropolitana) e Mirko Dormentoni (presidente del Quartiere 4)In mostra a Firenze le celebri canzoni del compositore, le musiche da lui realizzate per il cinema e le più belle immagini delle copertine degli spartiti dei suoi successi.Le sue canzoni 'Mamma', 'Parlami d'amore Mariù', 'Vivere' sono delle vere e proprie pietre miliari, e sono cantate e conosciute in tutto il mondo.Tra i tanti successi di Bixio anche Madonna Fiorentina, dedicata proprio alla città di Firenze.Dal 19 febbraio al 2 aprile 2016 la mostra, promossa dalla Città Metropolitana di Firenze e voluta dal Sindaco Dario Nardella, fa tappa nella Galleria delle Carrozze del Palazzo Medici Riccardi.L'esposizione è realizzata dai figli del grande compositore, Franco e Andrea Bixio e da Giuseppe Pasquali, con il coordinamento di Renato Marengo, e gode del patrocinio e della collaborazione di importanti enti istituzionali e privati come Siae (Società Italiana Autori ed Editori), A.f.i.
(Associazione dei Fonografici Italiani), Università "Sapienza" di Roma e RaiTeche.«Mio padre - dichiara Franco Bixio, figlio del compositore - ha scritto le musiche per i Varietà più importanti del suo tempo. Amava seguire gli spettacoli per i quali componeva per constatare personalmente l'impatto che le sue canzoni avevano sul pubblico. Proprio in uno dei suoi tanti viaggi, dopo teatro, in una fiaschetteria di Firenze scopre la voce di Carlo Buti, per il quale compone proprio Madonna Fiorentina, contribuendo così in modo decisivo al successo dell'interprete ».L'obiettivo della mostra è quello di presentare l'origine della canzone italiana e celebrare Cesare Andrea Bixio, uomo dalla spiccata sensibilità creativa e figura chiave del suo tempo: artista e innovatore della cultura e dello spettacolo e, al tempo stesso, uomo dalle grandi intuizioni commerciali e imprenditoriali in campo editoriale.
Nel 1920 ha fondato la prima casa editrice musicale tenuta a battesimo nel luogo che diventerà il polo della musica leggera (Galleria del Corso a Milano).Ha collaborato con artisti del futurismo, ed è stato il primo autore italiano a produrre canzoni per alcune tra le maggiori interpreti francesi del varietà, così alimentando il legame tra le città di Napoli e Parigi, a quel tempo, capitali della cultura. Ha, inoltre, composto le musiche per il primo film sonoro italiano La Canzone dell'Amore (1930) e l'amore per il cinema lo ha portato negli anni '60 a fondare la Cinevox Record, prima casa discografica dedicata alle colonne sonore, che nel corso degli anni ha prodotto grandi artisti come Morricone, Piovani, Goblin e tanti altri.Come recita il sottotitolo, la mostra racconta un bel pezzo di storia del cinema e della musica italiana del '900.
Le note di Bixio accompagnano il visitatore in un viaggio fatto di immagini storiche, focus su avvenimenti scientifici e contributi artistici da ogni campo, strizzando l'occhio a innovazioni particolari e curiosità del secolo scorso.Il nucleo centrale è sviluppato intorno alle copertine degli spartiti dei primi cinquant'anni del '900, veri e propri capolavori di grafica che rappresentano le varie epoche e tendenze artistiche dell'arte visiva. Non mancano le immagini dei film musicati da Bixio e le sequenze delle canzoni interpretate sia da attori famosi come Vittorio De Sica, Totò, Anna Magnani, Elsa Merlini, Macario, sia dalle grandi voci dell'epoca come Beniamino Gigli.Il progetto è frutto della collaborazione del Gruppo Editoriale Bixio e dell'Associazione Musikstrasse con il Master in "Allestimento e Progettazione di Componenti" della Facoltà di Architettura dell'Università "Sapienza" di Roma, ed è stato firmato dal giovane architetto Massimo Burlina.Raccontare di Cesare Andrea Bixio, significa anche raccontare la Storia del Novecento, secolo controverso, caratterizzato da forti divergenze ideologiche e sociali e segnato da due guerre che hanno profondamente inciso sulla vita e sui comportamenti di un intero popolo."Sono molto lieto di presentare questa mostra e onorato che sia la Città Metropolitana di Firenze a ospitarla.
Ragioni culturali e anche legate all'offerta turistica mi spingono a sottolineare il valore di questo allestimento che ci fa conoscere meglio un grande compositore italiano". ha detto il consigliere delegato al Turismo Angelo Bassi.Le sue canzoni sono parte non trascurabile di un patrimonio musicale che è interpretato, letteralmente, a ogni latitudine del mondo. Magari, "a causa del passare del tempo, si fischia il motivo, si canta questa e quella canzone con gli altri, nelle occasioni più diverse, ma si finisce per dimenticare chi l'ha creata".Allora questa mostra "ci restituisce il nome e la storia di chi sta dietro a quelle canzoni ma, di più, ricostruisce lo spessore del personaggio e l'apporto che ha dato sotto diversi profili alla cultura e alla musica italiana".
Bixio è infatti l'autore della prima colonna sonora del primo film sonoro italiano, nel 1930: 'La canzone dell'amore' di Gennaro Ghirelli. Per quel film scrisse anche la canzone portante, 'Solo per te Lucia'.Un altro aspetto messo in luce dalla mostra è l'attività editoriale di Bixio, con la sua casa editrice che negli anni Venti pubblicò gli spartiti delle canzoni italiane in un formato che ha avuto fortuna e che, nel suo caso, fu arricchito dalla collaborazione preziosa degli artisti maggiori della sua epoca.
La mostra diventa così un viaggio nell'ascolto e nelle arti figurative, nell'arte cinematografica e nel percorso dell'interpretazione canora; diventa anche un viaggio nella Storia e nei suoi sentimenti che si fanno canto. Sotto tutti questi profili Cesare Andrea Bixio è stato un Maestro e noi siamo contenti di poterlo conoscere e di farlo conoscere meglio".