Vasariano: prosegue braccio di ferro contro la 'privatizzazione'

Soprintendenza e sindacati discutono a suon di comunicati: Acidini espone i numeri, il sindacato ribatte sulle competenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 dicembre 2013 17:39
Vasariano: prosegue braccio di ferro contro la 'privatizzazione'

Negli ultimi anni nel Polo museale fiorentino, a causa del mancato rimpiazzo del personale andato in pensione e della scarsità delle nuove assunzioni, la presenza del personale privato sarebbe aumentata, anche oltre le previsioni dell'appalto dei servizi aggiuntivi. "La recente proposta di questa Soprintendenza di istituire un biglietto dedicato al Corridoio Vasariano ha lo scopo di rendere più razionale l’accesso a questo monumento che negli ultimi anni è stato fruibile sia tramite aperture straordinarie per brevi periodi –spiega Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico- sia tramite concessioni amministrative di spazi a tour operator.

Avendo carattere temporaneo, quest’ultima modalità non costituisce uno strumento idoneo a disciplinare l’accesso ad un luogo della cultura statale e soprattutto non dà la possibilità a tutti di accedere al Corridoio in qualità di visitatori singoli, fatto che ingenera nella cittadinanza la sensazione che il monumento sia fruibile solo per un'utenza particolare. Per questo l’Amministrazione sta valutando l’istituzione di un biglietto che rispetti il dettato della legge sull’accessibilità ai luoghi della cultura (DM 239/2006) e renda il Corridoio visitabile in modo trasparente, con un maggiore controllo del flusso dei visitatori, con orari regolari e modalità praticabili sia dai cittadini, sia dal pubblico straniero.

Il confronto aperto dall'Amministrazione con la parte sindacale riguarda non tanto la bigliettazione, poiché l’argomento non è per legge oggetto di contrattazione, quanto l’organizzazione del lavoro del personale interno". Giuliana Guidoni, Cisl-Fp e Giulietta Oberosler, Fp-Cgil, rispondono alle parole della Soprintendenza: "Leggendo il comunicato stampa della Soprintendente Cristina Acidini, diramato oggi restiamo sinceramente meravigliati che l'apertura delle 56 nuove sale degli Uffizi possa essere messa in crisi dall'impiego di 4 unità del personale che servirebbero -in ogni turno- a rendere fruibile il Corridoio Vasariano.

Dal 2011 ad oggi non è stata assolutamente rivista la "modalità di rendere il servizio", che è invece ciò che noi chiediamo e su cui non riceviamo risposta dalla Soprintendente. Noi non rifiutiamo a priori qualsiasi interazione con il privato. E’ dal 1998 che, con la legge Ronckey, nel Ministero si sono appaltati i servizi aggiuntivi dei musei più importanti (cioè le biglietterie, i bookshop o le caffetterie). "Se la Soprintendente, sin dal 16 ottobre, ci avesse proposto l’apertura del Corridoio Vasariano affiancando a visite svolte dal personale pubblico la concessione temporanea in uso al privato, non avremmo sollevato obiezioni.

Invece la Sovrintendente Acidini -nonostante quello che dichiara oggi- ci ha presentato l'apertura non temporanea ma continuativa del Vasariano da parte del concessionario, aggiungendo un ulteriore biglietto d’ingresso (35 euro); ci ha prospettato ulteriori concessioni temporanee ad altri soggetti privati (il lunedì a museo chiuso e la notte); e solo il 5 dicembre ci ha proposto 4 visite guidate realizzate dal personale statale, contro le 72 alla settimana previste per il concessionario dei servizi aggiuntivi (Civita, presidente Gianni Letta).

E' quindi una proposta che limita al 5% le visite istituzionali, mentre il 95% viene effettuato da personale privato o da personale statale pagato da privati, quindi senza alcun incremento di posti di lavoro. La Sovrintendente, nell'affidare ai privati anche il Vasariano, dimentica che all’interno del Polo c’è personale qualificato, assunto o riqualificato dal Ministero per attività di informazione, visita guidata, collaborazione con i funzionari, gestione della sicurezza, personale a cui impedisce di fatto di svolgere tali mansioni.

Personale che invece -come dirigente pubblico nonché come interprete di una intelligente spending review- dovrebbe impiegare al meglio delle sue potenzialità e competenze. Al di là delle disquisizioni nominalistiche, si sta procedendo ad una privatizzazione “silenziosa”, attuata senza scelte chiare da parte della dottoressa Acidini. In Italia i beni culturali possono creare occupazione, ma hanno bisogno di una gestione strategica, trasparente e con l’obiettivo del bene della collettività.

Cominciando - come stiamo chiedendo da due anni al Polo - con una seria verifica della gestione dei musei statali e del numero di persone necessario per continuare ad aprirli, senza escludere interazioni con soggetti privati ma mettendo in campo regole certe per governare questo rapporto. Su questo terreno intendiamo misurarci, e su questo terreno finora non troviamo risposte".

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