Toscana: in crescita le superfici a denominazione, ma calano i produttori

Si conferma anche la regione con le concentrazioni più significative di produttori (17,3%) e trasformatori (16,9%) dove prevalgono gli operatori oleari (molitori e imbottigliatori)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 ottobre 2013 22:58
Toscana: in crescita le superfici a denominazione, ma calano i produttori

La Toscana regina d’autunno. Sono ben 6 su 24, i prodotti legati all’autunno, tra Dop e Igp, riconosciuti dall’Unione Europea. La Castagna del Monte Amiata, il Marrone del Mugello, il Marrone di Caprese Michelangelo nell’aretino, la Farina di Castagne della Lunigiana, la Farina della Garfagnana e il Neccio della Garfagnana sono questi i magnifici frutti del bosco che l’Ue ha inserito nella speciale classifica che sancisce, ancora una volta, il ruolo di primo piano all’agroalimentare Made in Tuscany a livello mondiale dove si stima le esportazioni possano raggiungere, nel 2013, la soglia record di 2miliardi di euro.

La Toscana contribuisce al primato europeo con 24 prodotti di qualità su 248 riconosciuti. A renderlo noto è Coldiretti Toscana sulla base del rapporto annuale dell’Istat. Sono 13.139 gli operatori certificati nel 2012, in leggero calo rispetto all’anno precedente (-4,5%) a fronte di un aumento delle superficie del 10% pari a 6mila ettari. La Toscana si conferma anche la regione con le concentrazioni più significative di produttori (17,3%) e trasformatori (16,9%) dove prevalgono gli operatori oleari (molitori e imbottigliatori).

Tra i prodotti spiccano inoltre gli extravergine di oliva. 5 su 41 a livello nazionale sono toscani: l’Igp Toscano che rappresenta anche la principale produzione olivicola, i Dop Terre di Siena, Lucca, Seggiano e Chianti Classico. Dop anche la filiera della razza suina di cinta senese, il Miele della Lunigiana che è anche il primo a livello europeo ad aver ottenuto il riconoscimento e il Pecorino (Romano e Toscano), il Prosciutto Toscano tra le denominazioni di nicchia. “Questo incredibile patrimonio – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – a cui dobbiamo aggiungere il vino che rappresenta una parte importante del fatturato regionale dell’agroalimentare contribuisce alla leadership qualitativa nazionale in molte produzioni e spinge l’export che nel primo semestre dell’anno ha continuato a crescere ancora.

Sono tutti segnali positivi di un settore in controtendenza dove l’occupazione e l’export aumentano nonostante le difficoltà di tutti i giorni”. Ad andare forte fuori dal confini nazionali sono l’olio con + 18,3%, pasta + 12% e vino + 7%. “Sono i prodotti che identificano meglio la nostra regione – spiega Marcelli – e che nell’immaginario collettivo godono di una grandissima fiducia”. Made in Tuscany tanto bello, buono ed apprezzato da essere facile bersaglio dell’agro-pirateria, falsi a tavola e tarocchi alimentari.

Dal Chianti prodotto nella Nappa Valley o addirittura proposto in Kit Fai da te per ricordare gli esempi più clamorosi ai salumi, formaggi e olio. Uno scippo che, stima Coldiretti, costa un ammanco di 6miliardi di euro all’anno al Pil agricolo regionale impedendo la nascita di 30mila nuovi posti di lavoro nella filiera agroalimentare. “E’ la battaglia più importante che la nostra regione deve sostenere e vincere per garantirsi unfuturo ed una centralità nazionale ed europea – conclude ancora Marcelli – ecco perché dobbiamo pretendere indicazioni di origine, tracciabilità ed etichettatura chiara e trasparente”.

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