Saldi: per Confcommercio Firenze “-10% rispetto al 2012”

Per incentivare le vendite sconti in molti casi già a partire dal 40%. Il presidente Confesercenti Gronchi: “Un decreto-shock per la ripresa autunnale!”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 luglio 2013 17:01
Saldi: per Confcommercio Firenze “-10% rispetto al 2012”

Firenze, 20 luglio 2013 – Secondo i dati registrati da Confcommercio Firenze, i saldi hanno fatto registrare nelle prime due settimane una flessione media di circa il 10% rispetto allo stesso periodo del 2012. A questo si aggiunge la particolarità che già in partenza gli operatori hanno applicato sconti molto importanti spesso del 40 – 50%. "In pratica - spiega il Direttore di Confcommercio Firenze, Federico Cassi - in molti casi, si è saltata la fase iniziale che vedeva la proposizione di percentuali dal 20 al 30% per le prime due o tre settimane di saldo, cercando in questo modo di incentivare le vendite fin da subito". L’associazione, al contempo, scommette sulla possibilità di un rilancio: “Riteniamo che non sia più sufficiente limitarsi alla lettura dei dati e ad espressioni di generica preoccupazione, ma occorra intervenire in maniera concreta per fornire supporto al settore – spiega Jacopo De Ria, Presidente di Confcommercio Firenze – La provincia di Firenze in generale e l’hinterland fiorentino in particolare costituiscono una realtà che, volente o nolente, presenta peculiarità proprie rispetto a molti altri territori, in primis per la grande concentrazione di strutture in grado di porre una forte concorrenza al commercio tradizionale e che hanno potuto sfruttare a pieno la liberalizzazione degli orari del commercio.

I piccoli e medi operatori, però, non devono perdere la fiducia. In questo momento di crisi è fondamentale guardare al futuro, attraverso la formazione e lo sviluppo della professionalità e delle competenze del proprio personale, nonché pensando a possibili strategie innovative e nuovi modelli di business. Quanto a quello che può fare la politica – conclude il Presidente De Ria – rivediamo l’imposizione fiscale cominciando dalla ridefinizione dei meccanismi degli studi di settore per quello che riguarda i ricarichi che non ammontano più alle percentuali di una volta; agevoliamo la creazione di nuove imprese attraverso procedure semplificate di gestione per i primi anni di attività; e diamo risposte certe e soprattutto rapide per quanto riguarda l’accesso al credito.

Non sarà la panacea di tutti i mali, ma potrebbe certo costituire un inizio per fornire al comparto un sostegno concreto.” “I dati che riguardano l’economia -interviene il presidente Confesercenti Gronchi- sono ormai quasi un bollettino di guerra: la ripresina autunnale di cui, ormai da giorni, parlano autorevoli economisti, confortati anche dalle previsioni di alcuni istituti internazionali, si allontana inesorabilmente... Bisogna avere il coraggio di guardare le cose come sono - continua Gronchi - è inutile e pericoloso illudere famiglie ed imprese; la strada è ancora in salita, e, comunque, dobbiamo avere la consapevolezza che, anche una volta superata la fase di decrescita, niente sarà più come prima”.

Gronchi, nel presentare anche i dati di un sondaggio effettuato su un campione di imprese Confesercenti in cui prevale un sentimento misto di rassegnazione e sfiducia, si dice ormai “convinto che in questo paese non è più tempo di rinvii e di piccole operazioni di aggiustatura: per ripartire bisogna mettere mano alla emergenze economiche e sociali con un decreto-shock che metta insieme, in un unico provvedimento, l’insieme di quelle riforme strutturali (mercato del lavoro, fisco, organizzazione dello stato, semplificazione adempimenti, energia) di cui si parla molto senza che, alle parole, il più delle volte, seguano fatti concreti”.

“Il prossimo autunno - conclude Gronchi - sarà il vero banco di prova: Se istituzioni, politica, rappresentanze economiche e sociali, saranno capaci di scrivere una nuova pagina del futuro di questo paese, possiamo provare a stringere i denti e andare avanti; in caso contrario prolungheremo una agonia che, ormai da oltre 5 anni, sta distruggendo, inesorabilmente, il tessuto imprenditoriale del sistema paese.”

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