Mancano i soldi per i regali: i consumatori scelgono alimentare e tecnologia

Ai regali di Natale non si rinuncia. Negozi pieni e sacchetti vuoti. Si spenderanno tra i 174 e i 205 euro. Per quel che riguarda le tredicesime, l'Ufficio Studi stima che a dicembre gli italiani spenderanno il 13,2% in meno

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 dicembre 2012 14:23
Mancano i soldi per i regali: i consumatori scelgono alimentare e tecnologia

A celebrare le festività non intende rinunciare (l’86,3% del campione contro l'88,2% dello scorso anno), così come ai regali per i familiari e per se stesso, ma spendendo in modo oculato, puntando al risparmio laddove è possibile e su oggetti utili, anche se confessa di essere attratto dai prodotti di qualità e in particolare il made in Italy. E' questo l'atteggiamento del consumatore toscano a pochi giorni dal Natale secondo un'indagine condotta da Confcommercio Toscana. In Toscana, il budget di spesa medio sarà secondo la maggioranza degli intervistati inferiore anche se di poco a quella del Natale 2011, anche se un'altra parte significativa del campione dichiara la propria intenzione di investire la stessa quantità di denaro.

Ma quale sarà questa cifra? Indicativamente si oscillerà tra i 174 e i 205 euro, anche se molto poi dipenderà dal cosiddetto “fattore famiglia”, ovvero dalla presenza in casa di figli, alla quale viene riservata la quota più elevata di spesa e che possono da soli far “sforare” dal budget. Nessuna o almeno poche le sorprese che i consumatori si troveranno di fronte per quanto riguarda il capitolo dei prezzi, molti dei quali sono rimasti invariati, con alcuni esempi anche di oggetti a costi ribassati come accade per il capitolo della telefonia e dell'informatica a causa delle tante offerte presenti sul mercato.

Molti commercianti hanno poi preferito ridurre i propri margini di guadagno piuttosto che ricaricare sui consumatori gli aumenti dei costi, mantenendo inalterati i prezzi. Ma quali saranno i regali più gettonati? Bene l'alimentare, che vanta gli indici di crescita più elevati di quest'anno per quanto riguarda la propensione all'acquisto; su tutti i prodotti tipici (salumi, formaggi e vini) che stanno vivendo una riscoperta e faranno bella mostra di sé anche sulla tavola del Natale. L'abbigliamento non tradisce mai, anche perché giudicato comunque un dono utile, e in particolare trovano molta attenzione gli accessori moda (guanti, sciarpe, foulard), anche a causa dei prezzi comunque accessibili.

Nel complesso comunque il comparto potrebbe far registrare una variazione negativa del 10-15%. Stesso discorso anche per la pelletteria, con cinture e portafogli su tutti. Irrinunciabile la tentazione dei prodotti dell'informatica e della telefonia, con Ipod, tablet e smartphone che rimangono i più appetiti. Regge anche la profumeria che punta a mantenere la quota di mercato, così come il settore giocattoli. “La Toscana conferma che il Natale resta l'occasione più sentita, ma anche più gradita per fare dei regali.

Viene vista come sorta di gratificazione. E questo giova alla situazione complessiva dei consumi. Purtroppo – spiega il direttore di Confcommercio Toscana, Andrea Nardin – questa euforia si consuma rapidamente e le difficoltà tornano a farsi sentire. Così per il commercio il vero problema non è il Natale, anche se la tendenza degli acquisti resta ad un leggero ribasso, quanto il fatto che le feste da sole non possono bastare a ripianare le perdite di un intero anno”. “Al regalo di Natale non si rinuncia, ma si stanno comunque modificando le abitudini di acquisto e di consumo.

Così oggi trovano spazio nuove tipologie di regalo, molto adatte ai momenti di crisi come l’attuale. E così – spiega il presidente FIPE Confcommercio Toscana, Aldo Cursano – aumenta la tendenza a regalare cene al ristorante, così come buoni acquisto per fare acquisti in determinati negozi, ritenuti allo stesso tempo un dono originale e anche utile, vista la situazione”. Il peso delle tasse sui consumi, l'utilizzo delle tredicesime e gli orientamenti di spesa per i consumi di Natale settore per settore. Questo è stato il contenuto dell'analisi dell'Ufficio Studi Confcommercio illustrata dal direttore Mariano Bella.

"Siamo in un clima di sfiducia generalizzata - ha detto Bella - che ancora non si è trasformata in depressione". Parlando della situazione dei consumi, Bella ha osservato che il reddito disponibile reale pro capite è tornato ai livelli del 1985 e i consumi reali pro capite a quelli del 1998. "La nota positiva - ha sottolineato il direttore dell'Ufficio Studi - è che i consumi si riducono meno del reddito disponibile. Tutto ciò però potrebbe finire, è possibile infatti, che dato il quadro economico generale, la propensione al consumo cominci a ridursi". Per quel che riguarda le tredicesime, l'Ufficio Studi stima che a dicembre gli italiani spenderanno il 13,2% in meno delle loro tredicesime per i consumi natalizi.

"Tredicesime che - ha detto il direttore - stanno tornando al livello degli inizi degli anni duemila". La causa principale di questo calo della spesa delle famiglie e' imputabile, sottolinea Confcommercio, soprattutto all'Imu che, nel mese di dicembre, portera' le tasse a raddoppiare. Secondo le stime fornite, infatti, le tasse, includendo Imu, tasse auto e canone Rai saliranno nel 2012 a 9,9 miliardi, il 94,5% in piu' rispetto all'anno precedente. E parlando di fisco, Bella ha precisato che "grazie al maggior gettito dell?imu la pressione fiscale apparente in Italia potrebbe raggiungere il livello record del 45,8%". Al tempo stesso per la Confederazione l'Imu potrebbe registare alla fine di quest'anno un importo di 28,21 miliardi di euro rispetto alle previsioni del governo di 21 miliardi e il governo potrebbe restituire il maggior gettito a famiglie e imprese sia per alimentare il fondo taglia tasse che per scongiurare definitivamente l'incremento dell'Iva dal 1 luglio 2013.

"Una vera operazione di federalismo fiscale: aumentano gli introiti della periferia e il centro li restituisce ai cittadini". "Per ciò che riguarda gli orientamenti di spesa sul Natale- ha detto Bella - sarà il Natale più difficile degli ultimi anni con un budget sempre più limitato". Resta alta la percentuale di chi fa regali ma Internet diventa il luogo preferito per gli acquisti rispetto agli outlet. (si passa dal 13 al 28 per cento). La riduzione della spesa media pro capita passa dai 250 euro del 2010 ai 164 del 2012.

Tengono i tradizionali regali come alimentari e giocattoli. Dal 2010 al 2012 calano libri, cd e dvd e abbigliamento. "Resta però - ha concluso Bella la vitalità delle famiglie con una propensione positiva verso i regali di Natale. Secondo la Presidente di Confcommercio Firenze, Alessandra Signori, “i dati nazionali rispecchiano quanto si può constatare a livello locale: la crisi si fa sempre piu’ sentire e anche a Natale si fatica a spendere come qualche anno fa. Ma specie a Firenze, città con potenzialità enormi, dobbiamo avere fiducia, cercando nella crisi di cogliere le opportunità del mercato e non smettendo di combattere giorno dopo giorno”. Più amara e pessimistica è invece l'analisi del leghista di Palazzo Vecchio Mario Razzanelli che dichiara: "La cartolina di Firenze sotto le feste natalizie è rappresentata da tanta gente in giro per le vie del centro storico, ma sono veramente pochi gli acquisti di questo anno.

A fare una fotografia del momento è il capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale Mario Razzanelli: "Era inevitabile che anche il commercio risentisse delle politiche di austerity imposteci da Monti e dall’Europa. Siamo in piena recessione e credo che, se le cose rimarranno così, per qualche anno ancora dovremmo fare i conti con questa crisi e con questi numeri. L’unica buona notizia sono le dimissioni del Premier e del suo governo, che ha aumentato le tasse ai cittadini che già le pagavano lasciando indenni gli evasori, mentre il suo governo tecnico non è stato in grado di rimettere in moto il "sistema paese" continuando a trascinarlo in una recessione di cui non si intravede la fine.

Per salvaguardare i nostri negozi credo che la politica e le associazioni di categoria dei commercianti dovrebbero incominciare a dialogare per trovare una soluzione a questa grave situazione. Forse, in questo momento di crisi, occorrerebbe riflettere se rivedere od eliminare il calendario dei saldi che esiste ormai solo sulla carta mentre, di fatto, ognuno cerca di salvare se stesso e la propria azienda”.

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