Il vino toscano al Vinitaly, nel ricordo di Franco Biondi Santi

E morto l'agronomo legato alla storia del Brunello di Montalcino. La commozione e il cordoglio delle istituzioni toscane. Le eccellenze dell'enoteca locale alla manifestazione di Verona.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 aprile 2013 21:40
Il vino toscano al Vinitaly, nel ricordo di Franco Biondi Santi

Il fatturato del vino Made in Italy non soffre la crisi e cresce (+5%) tanto che, nel 2012, ha raggiunto il valore record di 8,9 miliardi. Le performance positive del vino, ha spiegato il presidente della Coldiretti Sergio Marini, per l’inaugurazione del Vinitaly di Verona, sono effetto della grande capacità di innovazione degli imprenditori che consente la conquista di nuovi mercati nonostante la crisi dei consumi interni e, per raccontare la propria esperienza di “giovane viticoltore innovatore”, è stato scelto Francesco Mulinari della cantina di Brunello di Montalcino “L’Aietta” e delegato giovani Coldiretti Siena.

“Non ho ereditato nessuna azienda agricola familiare ma ho avuto la fortuna di nascere e crescere in un fazzoletto di terra, nel Senese, dove la produzione agricola è ad alto valore aggiunto come Montalcino” così è iniziato l’intervento-testimonianza di Mulinari che, insieme a quello di Riccardo Fioravante, delegato Giovani Impresa Coldiretti Verona, ha portato a Vinitaly la voce dei giovani agricoltori, una professione ricca di soddisfazioni e sacrifici. “Ho acceso un mutuo, piantato vigne e costruito, da zero, la piccola cantina L’Aietta - spiega Mulinari - figlio di impiegati, non ho cercato un posto tranquillo e sicuro, magari in una filiale del gruppo, ma ho deciso di recuperare un filare di viti, in un piccolo terreno di proprietà, che la mia famiglia usava per passare le domeniche in campagna.

Nella mia esperienza, mi sono accorto come sia più semplice per le nuove generazioni interagire con il consumatore finale e spiegare le filosofie produttive”. Impegno e passione ma anche esigenze nelle parole di Mulinari che al Ministro per le politiche agricole Mario Catania ha chiesto “è molto difficoltoso ed oneroso anche lavorare all’interno dell’Unione Europea piuttosto che fuori. Mi piacerebbe, ad esempio, che fosse presa in esame la possibilità di poter spedire direttamente il vino ad un privato cittadino europeo, accorciando la filiera e non dover passare sempre da importatori o depositi fiscali, molto spesso onerosi”.

E sull’accesso al credito Mulinari ha detto che le banche dovrebbero tenere presente che: “produciamo eccellenze che non potranno mai essere esternalizzate, delocalizzate, decentrate e per quante imitazioni possono fare del made in Italy noi siamo l’originale”. Nella gremita Sala Salieri della Fiera di Verona anche Fausto Ligas, presidente Coldiretti Siena a rappresentare la voce di tutti gli agricoltori della provincia di Siena. Oltre alla tradizionale manifestazione veronese un riconoscimento importante a una qualità di vino nostrano arriva direttamente dall'America, da una delle testate specializzate del settore che elegge il Brunello di Montalcino Casanova di Neri il principe del Sangiovese delle classifica a stelle e strisce.

Dopo essere stato al top, primo assoluto nel 2006, con Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2001 nella “Top 100” di Wine Spectator, una delle poche graduatorie al mondo in grado di influenzare il mercato, oggi, Wine Enthusiast, rivista Usa tra le più autorevoli, assegna 100/100 a Casanova di Neri Brunello di Montalcino Riserva 2007 Cerretalto. Casanova di Neri è l’unico Brunello al top della “Buying Guide”, “Guida all’acquisto”, stilata da Monica Larner corrispondente europea in uscita nel mese di maggio sul magazine Wine Enthusiast che Montalcinonews è in grado di anticipare.

“La conquista di questo risultato è la conferma che Montalcino - commenta Giacomo Neri, proprietario di Casanova di Neri - è il territorio principe dell’enologia italiana, è una soddisfazione impagabile che mi riempie di gioia. Un riconoscimento che premia il nostro vino e il grande lavoro svolto in vigna e in cantina in tutti questi anni, sempre proteso all’unicità e alla qualità dei vini e ci ripaga degli sforzi fatti per portare il Brunello nel mondo come simbolo della grandezza enologica italiana.

Una grande soddisfazione deriva anche dal fatto che, l’impegno e la costanza che mettiamo nel nostro lavoro, vengono confermati ogni anno. L’entusiasmo della stampa americana verso il mio vino e per il Brunello di Montalcino in generale - conclude Neri - è una grande vittoria per questo vino e per il territorio di Montalcino che fa sperare in una ulteriore apertura verso il mercato d’Oltreoceano, già prospero, ma con grandi potenzialità di incremento”. Se il punteggio di Wine Enthusiast conferma il Brunello di Montalcino Casanova di Neri al top nel panorama enoico mondiale anche la denominazione nel suo complesso ottiene buoni risultati: raggiungono ben 98 punti su 100 Capanna Brunello di Montalcino Riserva 2007 e Valdicava Brunello di Montalcino Riserva 2007 Madonna del Piano e, per l’annata 2008, il punteggio più alto (94/100) è quello di Uccelliera Brunello di Montalcino 2008. Proprio oggi è arrivata la triste notizia della scomparsa di un illustre nome del mondo vinicolo, Franco Biondi Santi il cui nome è indissolubilmente legato al Brunello di Montalcino e alle più prestigiose produzioni vinicole italiane.“Con Franco Biondi Santi non se ne va solo uno dei grandi protagonisti della nostra viticoltura, ma anche un vero e proprio ambasciatore nel mondo della qualità e della cultura toscana” dichiara il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi nel suo personale ricordo di Santi.

“Ricordarlo – sottolinea Rossi, che questo pomeriggio in visita a Vinitaly – significa anche ricordare le caratteristiche che hanno fatto grande il vino toscano nel mondo: qualità, tradizione coniugata con l’innovazione, legame con i territori e con le culture espresse dai territori. Caratteristiche che, anche in questi anni, sono state riconosciute e premiate dai mercati internazionali e che devono molto anche a un uomo come Franco Biondi Santi”. Commozione anche da parte del Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali che piange la scomparsa del dottore agronomo, iscritto all’Ordine provinciale di Siena dal 1° gennaio 1952, con la “storica” tessera numero 6.

«Con Franco Biondi Santi perdiamo un grande uomo, un simbolo del Made in Italy e anche un illustre dottore agronomo iscritto da ben sessantuno anni – sottolinea la vicepresidente Conaf Rosanna Zari -. Una figura di riferimento per il vino italiano, ed un grande personaggio, lungimirante e innovativo, che ha dato lustro alla nostra agricoltura in generale. Durante la mia attività professionale, e anche da ex presidente dell’Ordine di Siena, ho avuto la fortuna di conoscere molto bene Biondi Santi, di cui ricordo una grande umanità e sensibilità».

«L’Ordine di Siena – dice la presidente provinciale Monica Coletta - perde uno dei suoi primi iscritti, che ha sempre partecipato con spirito propositivo e grande motivazione alla vita ordinistica. Biondi Santi continuerà ad essere un esempio professionale e punto di riferimento per i più giovani». E soltanto tre anni fa, nel 2010, il Conaf ha premiato Franco Biondi Santi come dottore agronomo “emerito”, volendo così sottolineare chi nel corso della propria vita professionale ha svolto una brillante carriera sul territorio nazionale e internazionale. “Una perdita incolmabile per il mondo del vino italiano nel mondo”.

Con queste parole il presidente Claudio Galletti e il segretario generale Fabio Carlesi di Enoteca Italiana addolorati ricordano il “signore del Brunello”, scomparso ieri 7 aprile all’età di 91 anni. “Franco era un amico di Enoteca Italiana, ha fatto parte della nostra Commissione di Assaggio dal 1972, l’organo che decide l’ammissione dei vini nella prestigiosa collezione dell’Ente nazionale Vini e abbiamo avuto l’onore di realizzare con lui importanti iniziative, arricchite dalla presenza della sua persona e dei suoi vini”.

“Ricordiamo un’indimenticabile verticale realizzata 15 anni fa, in cui si ripercorreva la storia del Brunello di Montalcino di Biondi Santi, a partire dal lontano 1955, valutandone le incredibili ed emozionanti evoluzioni. Una persona brillante, colta e il produttore di uno dei vini che hanno fatto grande il Made in Italy nel mondo. A nome di tutta l’Enoteca ci stringiamo al dolore della famiglia e del vino italiano”.

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