La digitalizzazione delle aziende toscane per non morire di crisi

L'utilizzo di ICT consente alle imprese del territorio una maggiore efficienza e flessibilità, oltre a favorire attività strategiche quali l'innovazione e l’internazionalizzazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 marzo 2013 15:38
La digitalizzazione delle aziende toscane per non morire di crisi

Presentati i risultati dello studio di UniCredit, dedicato alla digitalizzazione delle imprese toscane. L'utilizzo di ICT consente alle imprese del territorio una maggiore efficienza e flessibilità, oltre a favorire attività strategiche quali l'innovazione e l’internazionalizzazione Firenze, 20 marzo 2013 - Sfide e opportunità della digitalizzazione: è questo il tema della nona edizione del Rapporto Piccole Imprese UniCredit, di cui sono stati resi i risultati locali relativi alle aziende toscane.

Il Rapporto si fonda sul presupposto che la digitalizzazione ha profondamente cambiato l’interazione tra sistema scientifico-tecnologico e apparato produttivo, sempre più imperniata su due risorse immateriali: l’informazione e la conoscenza. Grazie alle loro caratteristiche di pervasività, le tecnologie digitali hanno mutato il modo di produrre, di scambiare e di comunicare, investendo orizzontalmente tutti i settori di attività economica e avendo come potenziali destinatarie le imprese di qualsiasi dimensione. "In un momento economico come quello che stiamo vivendo - dichiara Luca Lorenzi, Deputy Regional Manager di UniCredit per il Centro Nord – per la piccola e media impresa è fondamentale investire nella digitalizzazione per poter competere.

Le nuove tecnologie hanno il grande pregio di abbattere le barriere commerciali e di allargare gli orizzonti del business anche a mercati diversamente difficili da raggiungere. Le imprese toscane hanno intuito questa opportunità ma devono consolidare la propria attenzione sull'innovazione tecnologica per riattivare un circolo virtuoso fatto di nuova imprenditoria, nuove opportunità commerciali e crescita occupazionale". L’indice di fiducia Nell’indagine 2012 sulla fiducia degli imprenditori toscani sui successivi 12 mesi emerge un quadro complessivamente negativo.

Se infatti, a preoccupare maggiormente gli imprenditori locali sono i fattori esogeni, come la situazione economica generale e quella del settore di appartenenza dell’azienda, che rappresentano per gli imprenditori della Regione le maggiori incognite, con valori addirittura inferiori al dato nazionale (rispettivamente 43 per la situazione economica generale e 71 per il settore di appartenenza rispetto ai valori di 45 e di 72 riscontrati in ambito nazionale), non sono migliori invece le aspettative degli imprenditori toscani su tematiche endogene.

L’andamento occupazionale presenta un dato in linea con quello nazionale (valore 98), ma per tempi di incasso e propensione agli investimenti si evidenzia una tendenza marcatamente negativa rispetto alla media nazionale, sintomo di una attesa per il futuro prossimo di un mantenimento o di un sostanziale peggioramento di un trend già negativo. La digitalizzazione come leva per lo sviluppo La digitalizzazione in questi anni ha profondamente cambiato i processi produttivi, tanto da essere universalmente riconosciuta come un potente fattore propulsivo di sviluppo economico.

L’Italia sconta tuttavia un ritardo in termini di digitalizzazione rispetto agli altri paesi industrializzati e sta cercando, anche attraverso provvedimenti di carattere legislativo, di colmare tale divario. Per comprendere meglio le caratteristiche del digital divide (inteso come gap causato da diverse possibilità di accesso alle infrastrutture digitali e da differenti capacità d’uso del canale Internet e dei servizi veicolati) che affligge tutte le aree del nostro Paese, basta analizzare alcuni indicatori, come l’indice di intensità digitale e il numero di imprese che utilizzano la banda larga.

Infatti, secondo una ricerca del Boston Consulting Group, l’indice di intensità digitale colloca l’Italia al 27esimo posta, in coda tra le nazioni OCSE. La Toscana ha un indice di 66, superiore al dato nazionale (63), ma fortemente in ritardo rispetto alla media dei paesi OCSE, mentre, secondo l’Istat, in Toscana le imprese che usano la banda larga sono 82 su 100, dato in linea con la media italiana (83). Fermo restando questo quadro più generale di difficoltà, il Rapporto UniCredit ha misurato quanto le piccole aziende sfruttino le opportunità della digitalizzazione nei loro processi interni.

Per esempio è stato preso in esame il ricorso da parte delle imprese a 4 tipologie di processo informatico: software per la produttività individuale, sistemi gestionali di base, sistemi gestionali avanzati, sistemi di condivisione automatica delle informazioni tra diverse funzioni aziendali. Le piccole imprese toscane risultano molto più inclini all’utilizzo di sistemi informatici rispetto alla media italiana. Tutti i valori sono al di sopra della media nazionale: il dato delle imprese toscane che utilizzano software per la produttività individuale sono il 66,7%, contro il 62,1% a livello nazionale, il 67,0% delle imprese del territorio si serve di sistemi gestionali di base (il risultato a livello nazionale è 60%); il 23,3% delle piccole imprese utilizza sistemi gestionali avanzati rispetto al dato del totale Italia del 20,7%.

Inoltre è abbondantemente sopra la media nazionale il numero delle piccole imprese locali che si serve di sistemi automatici di condivisione tra le diverse funzioni aziendali (37,3%, contro la media italiana del 34,7%). Un aspetto importante in termini di digitalizzazione e attività d’impresa è l’utilizzo di Internet: in Toscana le piccole e medie imprese sembra che abbiano ben compreso le potenzialità del mezzo e lo sfruttino in tutte le sue componenti. La quasi totalità delle imprese utilizza l’e-mail come canale di comunicazione (92,7, contro il 91,5 della media nazionale) ed il sito Internet aziendale e la rete Extranet sono utilizzate dalle aziende toscane in misura maggiore rispetto alle imprese del Paese (rispettivamente il 58,1 contro il 53,3 ed il 19,8 contro il 19,4).

Parimenti la diffusione del proprio profilo aziendale tramite social network è una realtà diffusa e consolidata, molto più rispetto al resto di Italia (30,7% contro il dato italiano del 27,9%). Unico punto inferiore rispetto alla media nazionale è la distribuzione di pubblicità via mail (25,9% contro 30,2%). Per quel che riguarda lo sviluppo e l’intensificazione dell’utilizzo di canali e processi digitali da parte delle imprese toscane, anche per il futuro prossimo la situazione non dovrebbe mutare radicalmente.

Dall’analisi della spesa corrente in ICT dichiarata dalle imprese toscane risulta in Regione una propensione agli investimenti in questo settore metà ben maggiore rispetto all’ambito nazionale. Solo il 38,8% dichiara di non programmare investimenti in ICT rispetto al 45,6% del dato italiano. Inoltre l’11% dichiara che investirà oltre il 5% del fatturato in ICT. La digitalizzazione: impatto sulla relazione con clienti e fornitori In Italia l’e-commerce è ancora poco diffuso, anche se va rilevato che ha un ruolo maggiore tra le piccole imprese rispetto a quelle medio-grandi.

In particolare, tra le piccole imprese italiane in media il 19,1% delle vendite totali sono realizzate online, mentre, per quanto riguarda gli acquisti, il dato si attesta al 23,9%. La Toscana, secondo quanto rilevato dal Rapporto di UniCredit, si colloca ad un livello ben superiore rispetto alla media Italia. In Regione, infatti, in media il 22,0% del fatturato delle piccole imprese è realizzato online, mentre gli acquisti tramite canali telematici raggiungono in media il 23,2%. Il commercio elettronico in Italia mostra quindi ampi margini di sviluppo e può costituire una significativa opportunità anche in termini di internazionalizzazione e di accesso ai mercati esteri.

Come noto, infatti, in un contesto economico generale caratterizzato da una domanda interna che stenta a ripartire sia sul versante privato che su quello pubblico, il canale internazionale appare oggi la migliore possibilità che le piccole imprese hanno per uscire dalla crisi e attuare nuove politiche di crescita. In questo scenario, il Rapporto UniCredit mostra come l’e-commerce sia in grado di favorire l’accesso ai mercati esteri, in particolare per le piccole imprese. Questo vale anche per la Toscana, dove il 37,5% delle piccole imprese che esportano svolgono la loro attività di vendita all’estero anche tramite il commercio elettronico.

Per questo appare determinante incentivare e accrescere la diffusione dell’e-commerce, anche se sussistono alcuni fattori che sembrano ostacolarne la diffusione. Sulla base dell’indagine UniCredit, infatti, a frenare l’espansione dell’e-commerce contribuiscono molteplici fattori, culturali, infrastrutturali e tecnici. In particolare, per quanto riguarda la Toscana, gli imprenditori intervistati mostrano di percepire come ostacolo principale alla diffusione del commercio elettronico la necessità di un rapporto diretto con la clientela (62,8%) e la scarsa garanzia di sicurezza in rete (48,3%) dove i valori sono superiori alla media italiana.

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